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Eagione del libro.

// Regio Ministero deU Istruzione Pubblica^ in una lettera dei /. itiglio p. p. esprimeva alla Direzione sottoscritta il desi- derio die, insieme cogli altri Istituti^ fosse rappresentato nel- r Esposizione Universale in Vienna del i815 il R. Archivio Generale di Venezia « tanto lodato per la sua importanza e pel suo ordinamento. »

E aggiungeva che, quanto al modo^ reputava il piti conve- niente « una relazione sulla instituzione , vicende, importanza » scientifica di esso Archivio^ e su quant altro possa dare un » concetto di qxmnto vi si fa e si trova di più prezioso. »

Questa relazione si doveva trasmettere al Ministero entro il mese di njovembre iS12.

La Direzione^ posto ordine alla parte amministrativa del lavoro ^, non potè accingervisi che nel settembre^ onde questo libro., di stampa non breve agevole, è quasi tutto opera di circa tre mesi.

Ciò le varrà a scusa delle imperfezioni ch'esso potesse avere., le quali verranno toUe in edizioni successive. Frattanto le è

^ La Direzione dovette aiche preparare alcune notizie sulla Scuola di Paleografia e Storia Veneta, anaessa a questo Archivio Generale, per la mede- sima Esposizione Universale in \ienna.

graixi di aver avuto occasione, per ì<i prima volta^ di riunire in un volume^ stampato in Italia^ e per impulso del Govei'no Nazionale^ le principali notizie di una instituzione illustrata finora quasi esclusivamente da dotti di altre nazioni.

iVe, senza laiuto degli esperti ed operosi officiali di questo Archivio, sarebbesi potuto metter assieme., in un periodo di tempo breve, queste pagine ; per ciò anche a loro va attribuita parte di quel merito qualunque cui per avventura esse potessero aspirare.

Dalla Direzione del R. Archivio Generale di Venezia

TEODORO TODERINI direttole,

BARTOLOMEO CECCHETTI CAPOBEzigNE.

/

INDICE.

PARTE I.

1. Storia degli archivii veneti antichi pag. 1

2. Magistrati della ex-Bepublica Veneta ' » 95

3. Note statistiche degli archivii veneti antichi .... 105

4. Prospetti di confronto tra i magistrati della cx-Repu-

blica veneta e i moderni 165

5. Cenni sugli UfiSzii dei Governi succeduti alla Republica

Veneta, e note statistiche degli archivii rispettivi ;

di Agostino Cottin » 171

APPENDICE.

6. Scritture in cifra, usate dalla Republica Veneta; di Luigi

Pasini pag. 289

7. Delle fonti per la storia delle provincie delFex Stato

Veneto ; di Tomaso Luciani e di Riccardo Predelli. n 329

PARTE II.

1. Andamento delF Ufficio pag. 367

2. Ordinamento materiale e scientifico » 375

Studio ^387

VI

4. Scuola di paleografia e storia veneta pag. 413

5. Quesiti proposti dalla Giunta per TEsposizione Univer-

sale in Vienna del 1873 n 419

6. Note e documenti ^ 425

7. Bibliografia degli archivii delF ex Stato veneto . . ^ 465

PARTE m.

I. Prospetto.

II. Chiostro detto della Trinità. m. Sale.

lY. Pianta terrena dell' edificio ad uso del R. Archivio Generale ai Frari. V. Mezzadi del pianterreno. VI. Primo piano. VII. Secondo piano. *

--.^T \'\n r\/ì.o/^^^ .^^

PARTE PRIMA.

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I.

STORIA DEGLI ARCHIVI VENETI ANTICHI

1200»1872.

SOMMARIO

Intboduzionb. I. Antichità ; li. Volumi antichi ; III. Capitolari di magristrati ; IV. Registri antichi di vari magistrati ; V. Volumi antichi del Maggior Consiglio, del Collegio, del Senato, e della Quaranta Criminale ; VI. Copie delle leggi in volumi ; « compilazione delle ^6firgì ; VII. Inventarli antichi di archivi rubriche di scritture, disegni e modelli ; VIII. Volumi e documenti perduti e distrutti, in- cendi, distruzione di documenti publici o privati decretata, documenti tra- fugati; — IX. Cancellerie (Ducale, Secreta^ Inferiore) ; X. Consiglio dei Dieci, Inquisitori di Stato ; - XI. Archivi giudiziari ; XII. Annali ; istoriografl publici ; XIII. Scarti od espurghi ; XIV. Sec. XIX. ~ Costituzione e vicende principali deirArchivio generale di Venezia.

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INTRODUZIONE

Jja storia degli archivi ha stretto rapporto collo svolgi- mento della civiltà.

Ogni popolo eenti il bisogno di serhar ricordo delle proprie vicende, ad ammaestramento e conforto degli avvenire. Donde la scrittura, dal seguo ideografico al lineare-fonetico.

Lo studio delle reliquie dei tempi trascorsi, fornì gli elementi e i canoni scientifici airarcheologia e all'archivistica. Ogni Governo riconobhe la necessità di raccogliere, coordi- nare e conservare le carte. Furore di plebi, eccitate dagli avversari di un ordinamento politico, distrusse in breve tempo il frurttj di cure lunghe e amorose, ~ e codici e carte prege- voli finirono sul fuoco. D'altra parte la noncuranza e l'igna- via dì rozzi custodi produssero, in un tempo piii lungo, gli effetti medesimi. Cosi documenti preziosi, non solo por inte- resse storico, ma per uso amministrativo, deperirono, e anda- rono dispersi: e alla luce de' nuovi tempi parve quasi una utopia la paziente opera degli antichi spesa a raccogliere i dettami della esperienza, o a confortare le generazioni future nell'opera faticosa del progresso, col racconto delle glorie patrie, e delle azioni lodevoli.

La stampa, potente ministra di civiltà, mentre sorse a

moltiplicare le opere intellettuali, e a farne parte a tutti i

I popoli, tolse roccasioue e l'uso agli estensori dei documenti

- 4

pubblici, dei codici scientifici, ed agli alluminatori, di tracciar con diligenza ogni scrittura, come un piccolo monumento di forme elette ed artistiche. La facilità di riprodurre l'opera dello scrittore, le leggi ed altri atti del Governo, col mezzo della stampa, tolse perciò anche alla venustà delle carte. può farsi sempre confronto tra le scritture antiche, e quelle dei moderni, senza che queste non ne scapitino.

Ma dopo i fatti politici, che sulla fine del secolo scorso impressero alla società un nuovo indirizzo, si riaccese quel- r antico affetto alle memorie e agli studi che è ingenito nell'anima dell'uomo. Nobile senso che lega il passato all'av- venire coi più dolci vincoli dell'ammirazione e della grati- tudine. Gli archivi furono raccolti, ordinati e studiati. Si volle cancellare ogni traccia dei tempi barbari, antichi e moderni, ricostituendo l'edificio eretto dall'antichità; onde l'Archivio fosse l'imagine del Governo come questo lo era, in molti paesi, del popolo.

Venezia riguardo agli Archivi, non ebbe molto a patire dai torbidi politici alla caduta della sua Republica: e se in seguito le furono tolti pregevoli documenti , l'atto doloroso fu poi largamente riparato.

Ma nei ricchi archivi di Venezia non vi ha solo da attin- gere materiali per la storia universale. Un esame diligente fa conoscere l'amore cho la Republica avea posto ai docu- menti del suo passato ; il lavoro paziente de' suoi cancellieri e dei notai ; la bellezza dei codici, veri monumenti che atte- stano da sei secoli il posto che spetta a Venezia in questa parte gentile e feconda della civiltà.

Le presenti notizie intorno quegli archivi , speriamo varranno ad onorare Venezia, e a togliere dall'obblio qualche nome che merita di essere ricordato.

Antichità,.

Carlo Curtius, in una scrittura « Il Metroon, archivio di Stato in Atene ' » . eh' egli intitolò assai modestamente ricerca archeologica, ha raccolto le principali notizie risguar- danti le antichità e le vicende degli archivi.

Lasciamo al dotto prussiano, ennmerarp le cure amore- voli de' popoli civili per la conser\'aziono delle memorie sto- riche, e il culto universale della scrittura e di tutti gP inge- gni, che furono usati a riprodurre con segni materiali P opera del pensiero.

Le iscrizioni sepolcrali, votive e commemorative, ed i monumenti innalzati nelle città della terraferma veneta, prima Hello incursioni dei barbari (se raancas.scro allo storico altri argomenti] basterebbero a dimostrare con abbondanza di prove, r antica civiltà di quelle genti che nel secolo V. e nei suc- cessivi, scelsero ad asilo e a soggiorno le isole di Venezia.

Non è dunque strano, che le istituzioni politiche ed am- ministrative dei reneii secondi, fossero sin dalle origini impron- tate deU' antica civiltà. Più presto non si saprebbe dar ragione dell' imbarbarimento dello arti e dell' oscura vita di quel popolo nei primi secoli della sua autonomia, se non fosse ragionevole supporre, che esso dovesse concentrare le sue forze nelle in- dustrie, nei commerci e nella difesa del breve ano Stato da □uovi invasori.

Se pertanto ci mancano lapidi, monunienti e scritture del primo periodo della crrnsocifizimie veneta, del governo speciale dello isolette, delle ronc-Zw»' o comizi gfueralì, dei primi atti del governo republicano, non ò da supporre che mai, o di rado, come accade di notare anche presso popoli moderni si afti-

Berlino, Weldmanii, ]B(J8.

dassero alla scrittura le deliberazioni del Governo, o i privati negozi.

Poiché, con tale supposizione, i patti internazionali fra la Kepubblica ed altri Stati, del secolo IX, cioè di circa trecento anni dalle prime immigrazioni dei veneti in queste isole ci farebbero apparire d' un tratto civile e potente im popolo che poco prima sarebbe giaciuto oscuramente nella barbarie e nel- r inerzia politica.

Fu sventura che le tumultuose elezioni e deposizioni dei primi dogi, il trasferimento della sede del Governo da Eraclea a Malamocco (742), e a Venezia (810), le sommosse e gl'in- cendi, abbiano distratto quasi intieramente le scritture dei primi sei secoli del dominio veneto. Onde rari sono gli origi- nali 0 gli esemplari degli atti diplomatici e delle leggi, prima del 1200, e per ciò manca ogni guida neir oscura storia delle origini e dello svolgimento della nazione.

Gli usi, le costumanze, la tempra morale dei veneziani, le loro gesta civili e politiche, il linguaggio, in quel lungo e importante periodo, ci souo perciò poco meno che ignoti. valgono ad illustrare quella oscura storia, frasi e denomina- zioni sparse nel testo farraginoso degli antichi istrumenti privati, che custoditi gelosamente nei chiostri, sfuggirono agli incendi e alle dispersioni.

La nitida scrittura e la forma regolare e legale delle carte venete-, del secolo XI e dei precedenti (quale possiamo riconoscerla dagli esemplari di esse) attestano il grande pregio in cui si teneano i documenti publici, che si conservavano nel Palazzo Ducale e nel Tesoro della Basilica.

A ricomporre tuttavia, per quanto è possibile, la storia primitiva di Venezia e dei Veneti, si dovrebbe risalire alle inscrizioni del periodo romano, sparse nelle città della Terra- ferma; alle monete imperiali ed autonome; alle più antiche carte di materia politica e giuridica, orìgmah\ o trascritte nei volumi detti Paitt e nel codice TrevJsaneo.

Le scritture private, che formano parte degli archivi dei

conventi soppressi dalla Repubblica veneta o dal primo Regno d'Italia, anteriori al 1100, sommano a circa trecento; e sono in parecchio centinaia quelle del secolo XII.

Fino dai tempi rcmtjti il Governo e i cittadini usavano di far estenderò nitidamente e con tutte le forme legali, i propri atti. Non v' avea certamente difetto di notai e di cancellieri. .■Vlcuni decreti dell' antico Maggior Consiglio [cwiciwie), giunti fino a noi in originale, sono aoUoscì-itti dal doge, da magistrati, da gran numero di maggiorenti e di popolani. Ogni tenue cedola è segnata almeno da due testimoni. Sono scritture re- golari, alcune splendide e gentili per venustà e dolcezza di linee.

Orso, vescovo di Olivolo, nel suo testamento del febbraio 853, lascia alla èasiìiea del beato Lorenzo di Venezia, alcuni eodici (liói'os eorisrrip^).

Nel 1013 Giovanni e Domenico di Martino Falier danno al monastero di s. Michele arcangelo di Brondolo, la chiesa di B. Benedetto, e fra gli oggetti che le appartengono, sono indi- cati tutti i li&ri grandi e piccoli, dhiìvmli e noUumali. In carte del secolo XIll è cenno di qualche òi5liolera.

Già anticamente s' invigila sui falsari, e si sottopongono ad esame grafico, i Òreri notarili.

Il doge Enrico Dandolo nella sna jìromiss'orìe. del 21 giu- gno 1192 (il più antico capitolare dei dogi rimastoci) giurava: « De universis chartulis falsis que nobis estense fuerint, stu- » diosi erimus {ad earum excerpHoTiem) faciendam secundum » usum patriae nostrae. »

Un Pietro Fmnm., cappellano di s. Marco e notaio, viene deposto dal suo ufficio, solenìiemente, nel giovedì santo del 1164, da Michele Bonoso, per ordine del doge Vitale Michiel IL '. Addì 15 luglio 1224 si fa obbligo al doge di far giu- stizia delle carte false '. E vi hanno casi parecchi di tali giu-

' CIÒ 6 rÌMinluto lo an documento de fhìi'ìo del convento S. Zaccaria.

"> De chartulis qae ìnveniuntur taìee, (■dendam libtr pltgioruw Comunii, p !

1178 dicembre, spettante all'or

teoeatur eipreeaim ad Justiciam 2, doc. 256.

dizi. Da ciò il nome di Esaminatori ad alcuni giudici i qnali ebbero sino dal secolo XII principale incarico di esaminare la legalità ed autenticità dei documenti, e in prova di essa, di sottoscriverli.

Per diminuire, ai falsari la facilità di alterare i docu- menti, l'imperatore Federico II, nel 1231, obbligava i notai a trascrivere su pergamena i loro atti estesi su carta di cotone. Il vecchio titolo però di òomÒidne, rimasto nel lin- guaggio cancelleresco, dice abbastanza che quella legge non ebbe, in Sicilia in altre parti d'Italia, piena esecuzione.

La Republica veneta la decretò, nel 1*291 '. Ma l'uso che si faceva di quella carta nel tempo anteriore, e che si con- tinuò in appresso, (u molto limitato. Appena qualche liber- colo di carta bambagina, e [lOchi volumi che contengono scrit- ture di lieve importanza, ci attestano che nel medio evo la pergamena non dominò sola fra noi nel regno della scrittura.

Moltissimi notai avevano sede in Venezia, d'autorità veneta, apostolica e imperiale. Fungevano presso i magistrati e nelle cancellerie del Governo.

È naturalo adunque il supporre che da tempi remoti, e certamente dal princìpio del secolo IX, notai e cancellieri negli Uffici scrivessero regolarmente leggi, termÌ7ta:Ì07ti, pro- cessi, atti diversi, e li ordinassero, costituendo cxtsì collezioni ed archivi. Già il cronista Andrea Dandolo \ scrivendo d'un incendio al quale soggiacque nel 1200 il Tesoro attiguo alla Basilica di san Marco, accennava che « reliquias plures et (lucalia privilegia concremavit. »

Tuttavia, volendo scrivere la storia degli archivi veneti sulla base dei documenti, non possiamo risalire a tempo ante-

Pletto ZloDi doge, nel mese di luglio lfiS6 fece inwHvero nel Mei- pic- ftoriiiH (doc. 397, e. 47 t.) d'aver comandato al pudici del Proprio e ni loro notalo, di Don rilasciar ad Ola Gritti di a. Giustina, alcun eeemiiliire di certo carte dtk essa osate in giodiilo, o dlchìBrato dai oottà/alst.

Magg. Cena. 3 marao 1291. Libro d'Oro, II, UO t.

' Codice già della libreria Tlepolo poi del fti conte Girolamo Dandolo ora collocato nel Museo Ciiico di Veneiia. V, a. e. 103.

d

riore al 1200. Io quel secolo cbbei-o hiogo le riforme più importanti dello Statuto, ad opera di Ranieri Daudolo, vice- doge del padre Enrico; poi del doge Jacopo Tiepolo e dei successori; vennero ordinate le leggi, regolata la materia cancelleresca degli Uffici, poeto ordine insomma anche alle parti secondarie del congegno governativo.

Perciò la Signoria, cioè il Doge e i suoi Consiglieri, stabilirono, che si dovesse tener ricordo di alcuni atti diplo- matici ' e delle cauzioni prestate al Governo per oggetti diversi, in un volume detto liber Cojnunis^ o dei pieggi [ple- giornm), pregevole registro che per isfortima abbraccia un periodo assai breve (1223-1253)'.

II.

Volumi antichi.

La legislazione veneta degli archivi, come quella degli altri Stati, rjsguarda la costituzione delle serie dei documenti e degli archivi speciali; l'ordinamento, la custodia e T ammi- nistrazione di essi.

Della consistenza e delle vicende degli archivi veneti ne' tempi antichi , poche notizie giunsero fino a noi. Solo è dato supporre che, trasferita in Venezia la sede del Governo,

Al presente te oarU dlplom&ticlie aciolle (Atti) o riUDlte in Tolumi nel R. Areli. Gen. di Veoezìa, sono coordinai in sei serie-, 1.° dei Poeta; 3." Atti diplamatici, lecoads serie: 3," Atti diplomatid restituiti dal Goveroo Austriaco nel 1668; 4." MiscellaDea manoscritti; Miscellan a codici; 6.° Miscellaneu codici restituiti dal Gov. Austr. nei 1B69. Ora. si sta uoificando tntte queste

^ In un inventario antico degli archivi castoditi nella « Secreta » oltre SI volumetto delle « pieggiarie et altro, 1222 » se ne trova segnato colla lettera ■i UBO che comprendeva il periodo 1511 - 15^1.

Del liter iiìegiorum, 1223-1S53, liB cominciato a pubblicare il regesto il talente ufficiale nel R. Arch. Gen. di Venezia signor Riccardo Predelli. nel pe- riodico " Archivio Veneto » del 1872.

Io es o n e. 41 t. e 44 t. si trovano elenchi di documenti diplomatici af- fidati ad inviati ad Acri e a Boma.

si provvedesse a raccogliere e a conservare con cura i docu- menti public! e i privati, nel palazzo del doffe, nei loCrali ove teneano ragione i magistrati, e nei conventi. Infatti l'esi- stenza (li archivi o collezioni di volumi e di ruotoli, ci è attestata dalle stesse serie elidici nei quali sono trascritti i docnmeuti piii importanti di politica, diritto internazio- nale, di Governo, quali nel secolo XIII i ■paUÌ e i commemo- ì-iali. E nelle leggi del secolo medesimo troviamo ricordo fre- quente di capi-lalari dei magistrati, di volumi dei loro atti per esteso e per estratto, n in mòrica ; di leggi in esemplari moltiplici; e di tutti quegli amminicoli cancellereschi ai quali non si può pensare, se non si abbia prima bene ordinata la materia degli Uffici.

Nel 126(j (30 giugno) il Maggior Consiglio decreta che tutti i decreti o consigli (consulta) autentici, debbano venir trascritti, onde se ne abbia un esemplare anche nella Qua- rantia. Nel 1271 (26 agosto), e nel 1292 (25 febbraio ' ), che gli Avogadori di Comun restituiscano i documenti, dopo usati nelle discussioni, tengano nel toro Ufficio un libro nel quale si notino le accuse, le testimonianze, le cause da essi placitate in Maggior Consiglio, le leggi e le correzioni. Do- vevano restituire le sentenze ricevute da qualche magistrato; se ne volessero far uso ad agio, ne domandassero una copia.

Nella fine dello stesso secolo Xlll (decreto 1291, 3 marzo citato) veniva imposto agli officinli all' arwar di trascrivere, .«( pergamena^ lo cifre degli aeerì del Goeenìo: <•. id quod receptiun esset per predecessores suos, >■ note che erano pri- ma registrate su carta di bambagia. Ma la leggo più impor- tante, ò dovuta al doge Giovanni Dandolo, che sebbene cre- duto fautore del popolo, mostrò di volet sopratutto In rego- larità la disciplina e il buon governo. Addi 27 ottobre 1283 {M. C, Comvne /.), egli publicava un decreto nel quaJf, dopo aver accennato cBe le leggi si trovavano allora disjierse in dieci lOri, dice che per procurare chiarezza nei giudizi e

' M. e. Bifron» e. 21 e 81 t.

nell' amroinistrMione, egli aveva, per autorità del può Consi- ; ffUo minore e del maggiore, eletto cinque patrizi affine di por ordine a quell' oscura e confusa collezione.

Giacomo Querini, N icolò Milani, Marco da Canale, Lo- renzo Belli ed Enrico Doro, furono incaricati di quella compi- lazione e della scelta. Aljolirono alcune leggi perchè cadute in disuso, scelsero fra altre affini, le più acconcie, fecero corredare i volumi di rubriche. R i volumi furono dapprima due: uno detto Còmum I. l'altro Coiuune II; gli altri recano titoli can- cellereschi capriccioei e bizzarri.

Ma rubriche cartacee dei consigli esistevano già prima ' . come dice il cronista Dandolo, anche liÒrì di leggi. E di questi il Fraetus (1240-1282), che contiene molte parti can- cellate dagli scrivani d' ordiuo del doge, e (T altri a ciò eletti, e che si ebbe probabilmente a guida nella nuova compilazione del 1283.

Neir archivio dell' Avogaria di Comun si trovano altri volumi delle leggi del Maggior Consiglio trascritte su perga- mene in folio massimo, dal principio del secolo XIV in seguito. Altre copie dei volumi del Maggior Consiglio furono fatte nei tempi posteriori ',

' Per es. una contiene Ih indicazioni dei consigli (parti o deliberazioni) I I. A tulto CCCLXXU dal 30 Inolio 1S68 al 28 dicembre 1S69,

* Qui abbiamo biso^o di ripetere che in queate indicaxioni vediamo benis- 30 tntta la via che sarebbe da percorrere per giungere alla necessaria esat- ta, ma nellu brevità del tempo ci è Irapossibple fare di più. Qaeeki libru è un t>rìmo faggio, cbe nessuuo può (ìtrcl culpa aver, per dovere, tentato. Lo serie dei volumi delle doliberazigni del Mag^or Consig-lio souo tre : 1. aulica, conh-mporanea in parte alle minute. È coatituitn di 12 volumi idi cui ntio 6 tioppio. p. Hi custodiva gifk Biiticamente, come adesso, nella Can- celleria Secreta). Eccone i nomi ;

OpBiun« /. 123S-13B2 ; l'vmuKe I, altro esemplare con documenti meno aa-

lichlemoltl cancellati; fomunt II. 1248-1282; Freeliit 1240-1282 Luna Za-

I mtla Pilotua 1288-1299; bagnai et Capi-iromun 1299.1808; PfesliiUr 1308-1318;

' CUriemé titXUi 1316-1318: /'rcnMt> 1318-1325; Spirilus 1325-1349; iVat>«ffa

I3S0-1S84: Salnn,u> 1349-1378.

Ai volume Nosella fìi segulbi la serie degli originali appartenenti all'ar- chivio pifoprio del Maggior Consiglio, nel quale si custodiscono anche gli eeem-

Sotto il principato dello stesso doge Giovanni Dandolo, il Maggior Consiglio stabiliva (1291,18 dicembre) che venisse istituito un libro nel quale fossero trascritti i prirìlegi, i patti e tutte le carte delle giurisdizioni dol Comune, Ma quel codice non può essere il prezioso liòer Alòus. che contiene special-

plari dei vr>lumi : Luna ; Zanata ; PìIosue ; MagnuB et Capricor. : Preebiter ; Cle- ri(.-U3 clvlcus ; Fronesis : BpiritUH ; NoTetla.

I volumi orì^Duli «odo: Leona 1384-141S; Urta U15-U54; Begina 1455-1419; Siella 1460-1502; Dedit 1503-1521; Diana 1522-1536; NoBut 1537-1551 ; Jìocea 1552-1565; Jnnelut 1566-1574 ; Angtiu» 16G&-77; Frlgeriut 1571-1588; flarianui 1588-1600; Firul 1601-160(5 ; ^«/efniu» 1607-1S16; Ar- cangclus 1617-1624; (J(/uAuwt(j primujr 1625-1630; 0»oioni«./fii«» 1625-1630; Padavinut 1631-1039; Marcia 1640-1647; V^anolus 1648-1657; Ballannut patir 1658-1669; Ballarinu» Jilitti 1670-1686; Miina 1687-1696; Su>eneUUM 1697- 1704; nacenti 1705-1716: Fieforifl 1717-1722; Catnlia 1723-1731; Jaannet 1732-1747; Sarlolinut 1748-1761; Colombo 1762-1779; Gabrifl 1780-1793.

Inflno n^ir archivio dell' Avogaria di Cotnat] si custodiEcoiio 1 aeguenli reeistri delle deliberazioni dello eteseo Maggior Consiglio, in esemplari del secoli XIV .XVn ;

S./ron>

- 1232

a Aprile -

1300

Gennaio

Cerbtrui

- 1282

28 ApJBto -

1299

12

Uagnut

- 1294

3 Dicembre -

1308

20

Agosto

Neptunut

- 1312

6 Magtrio

1324

26

Aprile

Srutut

- 1324

27 Aprile -

1334

11

Febbraio

Pktlipieui

- 1335

5 MarM

1349

7

Aprile

Spirti tt*

- 1371

6 MflftBlo -

1442

29

Sett«mbre

Fabrieiut

/ - 1634

28 Mano

1631

31

Ottobre

Fabrieiut

// - 1«S1

10 Novembre -

1712

7

Aprile

A

- 1309

-^

1418

31

Mario

C

1415

12 Gennaio

1464

Ottobre

D

- 1464

25 Noveiribre

1504

10

Febbraio

B.

- 1496

21 Agosto

1702

26

Agosto

F.

1424

6 Mono

1578

28

Febbraio

e.

- 1553

7 Novembre -

1569

19

Agosto

1.

- 1611

9 Settembre

1119

4

Maggio

p.

- 1324

3 Agosto -

1545

2

Marzo

r.z

- 1647

C Novembre

1643

6

Febbraio

Baemiilarì moderni delle deliberaxion) del M. C. si conservano ancbe presso r archivio della <' Compilaxìone delle leggi v Lo studioso farà bene a con- sultare, al bisogno, tutte le serie antiche.

*

mente le copie dei trattati fra la Republica e 1' Oriente , come il liòer Blancus ooinpiende quelli coli' Occidente. Perchè al hber Alhìts precede un decreto, senza data, ma del doge Andrea Dandolo (134^1-1354) dio ragione dell' opera. I documenti più anticlii trascrittivi sono delia seconda metà del secolo IX.

Sulla fine del secolo SUI, o nei primi anni del successivo, furono intraprese due collezioni preziosissime: dei Patti e dei ComniemoHaU.

Abbiamo dettocheidocumenti originali dei rapporti politici di Venezia cogli altri Stati, furono custoditi dapprima nel Te- soro della Basilica di s. Marco. In seguito nel palazzo ducale e (quando fu institiiita) nella Cancelleria Ducale (Sez. Secreta). Molte carte originali, relative specialmente alla Basilica, rima- sero nell'archivio dei procuratori di S. Marco de sufra. Per in- curia di questi deperirono, fino a che nel 1636 l'abate cassinese Fortunato Olmo ebbe incarico di toglier dal lezzo in cuigiaeetam le carte ancora integre, e di ordinarle, L' Olmo collaborava con altri ufficiali nella Cancelleria Secreta, e compilò nel 1647 un « Direttorio et arte per intender le publiche scritture » ecc., Ubro del quale parleremo, e eh' era, pei tempi,, di molta erudi- zione. Nel 1642-43, addi 7 gennaio, l'Olmo presentava ai Pro- curatori de stipm una relazione del lavoro quasi terminato, e chiedeva un compenso che pare gli si volesse negare, perchè il di/eOo preso jtella visione di tante belle scritture, dovesse valergli per pa//mìiento. Egli compilò t'inventario di duecento e piiì «crittnre pubbliche, di quasi altrettante della Procuratia, e di tremila e più volumi o filze.

« Ridotto che sia il negotio a perfettione (così scriveva il » Dall'Olmo), potranno l'Eccellenze Vostre lllustrisaime insti- » tuirc una Cancelleria o officio per dar le copie di testamenti » e scritture che vi saranno in numero grandissimo, a partico- » lari interessati. ...»

Le carte pubbliche più antiche, coordinate da lui, furono poscia raccolte in due volumi consegnati alla Libreria Publica, ora Biblioteca Marciana, e assunsero i numeri LXXI e LXXU della claase XIV latina.

Quei documenti sono fra i pochi antichi originali di Vene- zia che ci rimangono '.

Un provvedimento che rende benemerita della storia la Republica di Venezia, è l'uso di far trascrivere dalle filze o dagli originali le carte più impoj-tanti, su volumi pergaraeni, in nitida scrittura e con abbondanza di rubriche e d' inventari particolari e generali.

Sul dorso delle carte originali si scriveva un numero romano entro un circoletto, p. e. (cLini), oppure un segno convenzionale.

Poi si copiavano in volumi, e si corredavano d' inventar!. Sulla pergamena o carta originale si notava la registrazione eseguita (Veggasi, p. es,, il codice 428 della Miscellanea Codici nel R. Archivio generale, eh' è un inventario di carte diplo- matiche relative a Stati diversi, eoa note circa la trascrizione di essi nei Cbnimemoria/i, segnate sugi' involucri che li copri- vano).

I libri ilfiMus ed alòvs, i sette libri dei patti, quelli di Trieste, di Ferrara, e di Cremona, negli ultimi tempi della Re- publica Veneta erano considerati come collezioni stanche.

Non v'ha un ordine esatto nella serie dei documenti che

Dell' iaventario del Dall'Olmo ai conserva nel R. Archivio Geaerole fra carte di materia archiristica, uno minuta: » 1641, 3 dicembre. "

Gran parl« di quei documenti andò nuovamente confusa e Di trovata uet IBIS sotto il tetto della Baaillcn, «opra la secutidu arcate delia facciata prin- cipale verso l'Orologio, ed In una Bufflttit o piombi del palano ducale, sopra il locale già di reaidenis della (tuarantia flvii nopd. Trasportati allora Del- l' es convenlo di S. Giovaiini Laterano dov' era collocalo 1' Architio Notarile, la I. R. Proaura della Corte di Appello oomiai) una commissione, composta dj Girolamo Romano, ordinatore ilell' Archivio Giudliiorio, Marco Solari com- mesao dipendente dell'Archivio poi i lieo- go vernali vo, Filippo Mademi viceooD- aervalore dell'Archivio Notarile, perchè aeporasBero i documenti notanti da quelli jxililici. La separazione fu eseguita senza criteri sdenUAci. Vennero consegnate all' Archivio Notarile carte spettanti all'Archivio politico, perchè Cline (rome quasi tutte le carte publiche] da nalal. Bd ora sono oonaervate nel R. Archivio Nnterile (specialmente nella Casaclla 1. notai antichi, dal 1038) e oeir Archivio Generale {Vueali rd alti diplomatica). Si può leggere in propofllte il rapporto del Moderni alla Procum di Appello al N. 023, del l'i agosU 1814, Arch. Proc. di App. uel R. Ardi. Gener di Veneiia

- 15

vi furono copiati. Approfittando di alcune carte vuote, s' intro- dussero nei volumi scritture e memorie diverse ^.

V hanno parecchi indici dei patti ^. Ma il più accurato e nitido è un inventario compilato nel 1538, nel quale i docu- menti sono notati per regioni, provincie e tempi ^.

GP indici, estratti dalFesemplare dei Patti, che si conserva ael R. Archìvio di Corte e Stato in Vienna, furono publicati dal Thomas nel 1855 *. Quella copia fu eseguita nel secolo XVII, e venne ceduta al Governo Austriaco per virtù del trat- tato intemazionale 14 luglio 1868.

Nei CommemMnali si trascrissero dal 1295 al 1787 atti diplomatici, ducali, bolle, carte notevoli memx/iràbilia.

Sono trentatre volumi, quasi tutti in gran foglio di per- gamena ^.

* n liber blancus è un codice in fol. di e. 288, e colla rubrica, 292.

V*ha un elenco dei patti in Buropam ; un indice deUe cose e delle materie, scritto in inchiostri violetto, roseo, verdastro e nericcio.

Al liher albus precede, come al blancus, un prologo alquanto letterario ed enfatico del doge Andrea Dandolo (1343-1354) nel quale è detto : « prìvi- >" legia, jurisditiones, et pacta sanctissimae urbis nostrae diversis retro tem- 9 poribus a praedecessoribus nostris et nobis honorabiliter procurata, vigili » perquirente examine invenimus, ea per multa librorum volumina, rerum, lo- « oomm vel temporum discretione non habita, in certis sed in propriis verius » sedibus pervagari .... ea quae ad Romaniae, Syriae, Harmeniae et Cipri •' provincias pertinebant, in presenti volumine specialiter inserentes. »

Ha rubriche (elenchi) degli Stati di Europa , Asia, Africa, Siria, Fé- nieia; delle materie e delle cose; è di carte CCLXXV. Tempi, 1123-1348, cioè dalla creazione del mondo 6656-6827. Da carte 252 a 275 ha vari docu- menti relativi a Trieste e air Istria. - La Rubrica è comune ai due codici Blancus ed Albus.

' Per es. un « Index rerum [domi) forisque gestarum in libros .... pactorum a secretis. » Volumetto cartaceo corroso, che fU con miglior ordine trascritto nell* indice pergamene dei Patti.

5 Un elegante libricciuolo in 16.° contiene la rubrica, o registro dei patti : Libellus rerum quae ad ordinem dispositionemque indicis in pactorum libros IX a secretis ])ertinent veneti Senatus.

* Tafel e Thomas : Indici dei libri Pacta I-VII ed Albus e Blancm nel « Der Doge Andreas Dandolo. » Monaco, 1855.

'* Quattro volumi di « Memorie antiche importanti » possono supplire in parte al vacuo dei commemoriali, e contengono notizie su « relazioni di Casti- glia, case regnanti, fortezze, precedenze diplomatiche e cose storiche dei Regni. »

- 16 -

Se ne hanno indici antichi latini ai quali precedono al- cune avvertenze.

H signor prof. A. S. Minotto ne intraprese un regesto in latino ^ Nel R. Arch. Generale ne fii cominciato nell' anno 1870 uno in italiano, dall' officiale Riccardo Predelli, e si con- tinua.

Anche dei Commemoriali fu curata dalla Republica Veneta la trascrizione ; ma non fii portata più oltre al voi. X e al 1417, sebbene l'importanza di tale opera si facesse di frequente sentire.

Per esempio Nicolò Contarini, sopraintendente alla Se- creta, nel 3 dicembre 1626 proponeva un compenso ad Alvise Zancaruol e a Giorgio Porro i quali per decreto del Consiglio dei Dieci avevano trascritto alcuni volumi dei Commemoriali, eh' erano ridotti in lettere cadenti^ corrose e quasi qf atto inintel- ligibili ... « Essi hanno fatto grande opera » e il decreto del Consiglio Eccellentissimo « è stato veramente degno della » sua gran sapienza; perchè nelli libri che si procura di ritor- » nar alla luce e levarli dalle tenebre .... si contengono » molte singolari preheminentie della Republica, molti attestati » di papi, imperatori et altri principi delle opere egregie de' » nostri maggiori, molte deliberationi di gran momento di » Consigli, giurisditioni confessate da Pontefici, molti privi- » legi, molte ragioni che tiene il Serenissimo Dominio in » molti paesi e città ; e pur queste cose tanto pretiose erano » sotterate nell' oblivione ...»

^ n prof. Minotto diede notizia del suo lavoro nella memoria « I Com> memoriali deirArohivio Generale di Venezia » eoe. Venezia, tip. Visentini, 1S67, 8." '.Atti deir Ateneo veneto, voi. Ili, punt. 3). Ha poi cominciato la pubblicazione dei regesti : « Acta et diplomata e R. Tabularlo Veneto, usque ad rfoedium saeculum XV summatlm regesta : « Documenta ad Forun^ulii Patriarcbatum Aquilejensem, Tergestum, Istriam, Goritiam spectantia ; voi. I, sect. 1. Venetiis, Cecchini 1870 ; id. ad Belunum, Cenetam, Feltria, Tarvi- sium spectantia, voi. II, sect. 1 e 2 ; id. ib. 1871.

17 -

III.

Capitolari di magistrati.

Abbiamo detto che V esistenza dei capitolari dei magistrati nel secolo XIII e prima, è documento della regolare ammini- strazione del Governo e dell' esistenza degli archivi. Perchè in quei volumi, che comprendevano dapprima soltanto gli obbli- ghi del magistrato, coordinati in un tutto completo, si tra- scrissero in seguito, per esteso, i decreti dei Consigli o di Uffici superiori; sicché da ultimo, moltiplicati in numero fino a costituire serie copiose, si cangiarono in altrettanti volumi della legislazione generale o speciale ad un ramo di ammini- strazione Ora è agevole dedurre da queste pratiche di ordine^ anche queir altra e fondamentale di raccogliere e coordinare i documenti, senza di che sarebbero riuscite inutili le collezioni delle leggi, ed impossibile ai magistrati di giustificare la pro- pria gestione.

A far capo dal secolo XIII noi troviamo raccolti nel liòer plegionim alcuni di quei capitolari p. e. degli elettori dei Capi di contrade e dei consiglieri di Venezia (doc. n. 703 e 704).

Nella fine del secolo stesso, i decreti del Maggior Consi- glio ci ricordano per esempio i capitolari : dei msdomini al fontego dei tedeschi (1284, 8 luglio, M. C.

Luna 39); degli elettori (1286, 20 agosto, Zaneta, 15) ; dei msdomini da mar (1287, 11 nov., 36 t.) ; » ìnasseri alla moneta d^ argento (1287, 15 nov., Zaneta, 37 t.) ; » consoli dei mercanti (1287 16 die, Zaneta, 38 t); » signori di notte al Crimin/il e dei V allapace^ corretti (1290,

4 magg., Zaneta 74 e 1291, 17 marzo, Pilosus p. 8); degli officiali sopra F armamento (1291, 3 marzo, Pilosus, 7 t.);

» » » Rialto (1292, 27 sett., Pilosus, 24 t.) ; dei Consiglien^ del quale già citammo uno precedente (1292

15 genn., Pilo^s, 26 t. ) ;

» visdomini alla l'emana (1292, 14 fcbbr., Pilosus, 27 t.) ;

2

~ 18 -

degli officiali alle merci (al commercio) del Levante (1292, 26

febb., PHosus, 28) ; dei gitidici del Procurator (1294, 1 ed 8 agosto, correzione del

capitolare, Pilosus, e. 43 t.) ; Capitolare degli iifflciali al frumento (1296, 13 nov. Pilosus

e. 65, t.). » Cancellieri (1317, 16 luglio Clericus civicus, e. 110 1.);

Cotesti capitolari erano in fascicoli di poche carte, o in ruotoli.

Parecchi di essi ci pervennero nel medesimo esemplare antico ^ Furono riformati nel 1376.

IV.

Registri antichi di vari magistrati.

Nel secolo decimoterzo tutti i magistrati veneti avevano certamente registri dei propri atti. Troviamo, come dissi, nel 1270 *, fatto obbligo agli avogadori di Commi, di registrare in un volumetto tutte le accuse, le testimonianze, le cause pia- citate in Maggior Consiglio, i consigli o decreti, e le correzioni di essi ; nel 1285 ^ ai camerlenghi di tener nota in un libro, degli argenti, dei tappeti, delle sete^ e d' altro che non fosse denaro, e appartenesse al Comune. Nel 1291 * si fa aggiun- gere al capitolare dei consiglieri, che si scrivano in un volume come accennammo « omnes jurisdictiones Comunis Vene- » tiarum , et specialitor Ducatus^ et omnia privilegia que » faciunt ad jurisdictionem Comunis Venetiarum ». Altri do-

* Sono raccolti in un volume (Miscellanea Codictf Arch. Gen., cod. 133) e no fa publicato 1* elenco nel « Doge di Venezia » di B. Cecchetti (Venezia, Naratovich, 1864, p. 85). Ora si aggiunge il titolo di alcuni altri che esistevano nel secolo XV e nel principio di questo secolo, e che anda- rono dispersi. (Veggansi in fine i documenti sotto il N. I).

« 1270, 26 ag. M. C, Bifrons, 21, e a t. 5 1285, 3 marzo, M. C. Luna e. 54 t.

1291, 18 die. M. C. Pilosus e. 16 t.

-- 19 -

cumenti congeneri vengano copiati per autorità del doge, e dei Consigli minore e maggiore ; i consiglieri curino che siano conservati. Quindi abbiamo memoria di registri e quaderni dei lasciti a favore del Governo * dei visdomini da mar ' dei salinieri di Chioggia ^ di commissioni ai rettori ^ del resto rilasciate ad essi su ruotoli di pergamena in tempi ben anteriori.

Presso i Cingile alla pace si tenevano tre registri, due dei èanditi^ ed uno delle sentenze^ tutti di ufta identica copia. Sor- gevano perciò dubbi, per correzioni eseguite nell' uno e nel- r altro no. Nel 1340 ^ il Maggior Consiglio stabiliva che se ne istituisse uno solo per le sentenze e pei banditi.

Nel 1358 6 s' ingiungeva a due camerlenghi, coli' aiuto di due scrivani, di registrare le cedule di assegno di danaro, scrivendovi su V anno e il giorno del pagamento.

V aveano fin dal 1319 ^ presso la Quarantia registri dei patrizi che aspiravano ad entrare nel Maggior Consiglio prima dell'età normale, mediante il sorteggio e la grazia estratta nel giorno di s. Barbara, cioè della òaìla (f oro. I procuratori di s. Marco de citra e de ultra tenevano inventari dei beni dei de- funti, e quaderni *; i registri di carico e scarico dei metalli (rame^ stagno^ ecc.) i visdomini da mar. ®

Un notaio era deputato « ad scribendum rectores et offi- » ciales et alios qui eliguntur tam ambaxatores, et de Consilio » Rogatorum » *^ e un secolo dopo si instituiva un volume da custodirsi nella Cancelleria Ducale, per registrarvi le date

* M. C. 1293 17 maggio. Libro d' Oro H. 139. < M. C. 1289-90 12 gennaio m. v. Zaneta 69.

3 M. e. 1289 ult. febbp. m. v. Zaneta 70 t.

* M. C. 1292 4 ott. Pilosus 24 t.

="• 1340, 6 genn. m. v., Spiritus e. 113 t.

« 1358, 21 sett. M. C, Novella, e. 64.

' 1319, 25 nov. M. C, Fronesis, 27 t.

» 1322, 20 febbr. m. v. M. C, Fronesis, 104.

9 1324, 10 febb. m. v.^M. C, Fronesis, 148 t.

1437, 14 sett. M. C, Ursa 114 t.

- 20 -

delV entrata e dell' uscita di carica dei rettori \ Non occorre far rilevare V importanza di questi volumi per compilare la serie dei magistrati ordinari e dei rettori nello Stato; i super- stiti corrispondono ad una matricola del personale. Aveano anticamente capitolari e registri gli vociali agV imprestidi '.

Nel 1412 3 il Consiglio dei Dieci istituiva un quaderno pergamene per alfabeto e con rubrica, nel quale si dovevano iscrivere i nomi delle persone « de quibus Consilium habebit » agore per denuncitm vel accusationem factam » e le deli- berazioni rispettive. Ordinava che fossero rubricate le scrit- ture e i processi esistenti nella cassa superiore della Quaran- tia; si potessero aprire le casse dove si conservavano le carte del Consiglio dei Dieci se non presenti due dei capi che ne avevano essi soli le chiavi. Un libro delle denuncio s' isti- tuiva nel 1442 « cum nomine denunciantis. » *

< Altri volumi antichi dei Reggimenti e dei Consigli (libri ofQciorum re^minum et Conslliorum) avevano i titoli segruenti: Universum vetus, 1456-74; —Universum novum, 1475-92; Offlciorum vetus, 1492-1523; Offlciorum novum, 1523-1536; - Bulletinorum P., 1472-90; II, 1491-1524; III, 1524-1536; Regiminum vetus, 1492-1523; novum 1524-1536;

Introytus Regriminum, vetus I, 1437-91 ; II, 1491-1524 ; novum, 1524-36 ; Consiliorum vetuSy 1492-1521; novurn, 1522-1536.

^ I. Capitulare dominorum de super imprestitis (Hubeus parvus), di e. 37, 1255-1346, 21 febbr. m. v.

II. Coeruleus (nobilium virorum dominorum officialium imprestitorum) Coerulei nomen assumpsit iste. Prima data, 1255, 1 agosto 1450, 18 mag- gio; di e. 37.

III. Niger tnagnus, docum. dal 1254, 29 die. 1529, 17 marzo con copie di leggi, e con note del sec. XVI, dal 1171, di e. 74, alcune non scritte.

IV. Rubens magnus, 1447, 9 luglio 1520, 8 genn. m. v., di carte 148.

V. Conditiones capital ium imprestitorum de ratione montis novi solum- modo, et erit cathasticus primus montis novi; 1482, 26 sett. 1498, 5 otto- bre; di e. 98.

VI. Niger parvus vocabitur iste. Contiene parti del Senato e del C. X. intomo gr imprestidi ; di e. 35.

VII. Suhrubeus parvus nomen istius erit. Parti del Senato, 1509, 21 settembre; 1533, 14 marzo; di e. 39.

3 28 settembre. C. X. Misti reg. 9, e. 93.

4 31 agosto, C. X. Misti reg. 12, e. 115 t.

- 21 -

V.

Volumi antichi

del Maggior Consiguo, del Collegio, del Senato e della Quarantla Criminale.

Se è da deplorare che, tranne poche e ben note costituzioni^ quali la prima legge criminale e la prima annonaria, manchino i più antichi monumenti della legislazione veneta, non è mi- nore il danno che viene agli studi dalle lacune nelle serie degli stessi archivi che il tempo ha risparmiato. Possediamo però la collezione completa delle deliberazioni del Consiglio maggiore dal 1232 al 1797. 1 primi volumi, come accennammo, sono il Co- mune I e II, nei quali i decreti si trovano coordinati sotto la classe dei magistrati ai quali hanno attinenza. I titoli sono trascritti nel principio a modo di rubrica, e riportati sopra la copia di ciascun decreto. Negli altri le parti o leggi sono disposte in ordine di tempo.

Presso parecchi magistrati veneti, si notavano atti o ri- cordi diversi, in volumi detti notatarìi; contengono le scritture, a così dire, del giorno. Marino Sanudo ci lasciò di suo pugno un volumetto cartaceo (di e. 38) che comprende estratti di notatorii di Collegio 1291-1393: Notaòilia in notatorio rosato^ rosa^ secando, tertio, quarto^ sexto^ 7.'"' antiquo^ 9^ Forse furono estratti da una serie particolare, o meglio, da quella delle con- sulte del doge coi consiglieri^ non della Signoria e dei Savii cioè del Collegio ; perchè la instituzione dei notatorii di Collegio fu decretata soltanto nel 1318 * e il primo volume, pergamene, comprende il periodo 1327, 3 marzo 1333, 23 novembre.

Segue in antichità e in grado gerarchico alla serie di quei volumi, quella dei Misti del Senato « continentes res « terrestres et maritimas. » Erano sessanta; i primi tredici

1 2 luglio M. e. ClericuS'Civicus, e. 153 t.

- 22

andarono bruciati ; contenevano gli atti dal 1293 al 1331 *. La denominazione di quei volumi, la cui serie si arresta al 1440 (pari nel titolo alla più antica dei decreti del Consiglio dei X) è appropriata alle materie diverse che vi si compren- dono, relative ai dominii di Venezia, del Dogado e di una parte della Terraferma, o del Levante, dell' Istria e della Dalmazia, di amministrazione generale, o politica.

Circa un secolo prima che si abbandonasse la serie dei Mtsti^ cioè dal 1345 si cominciò a trascrivere in volumi se- parati, e segnati con lettere di alfabeto, alcune deliberazioni del Senato in materia secreta, dette perciò Secreti. Ma la col- lezione generale dei registri pergameni {numerales) comincia soltanto dal 1401 '; essa corrisponde dal 1510 al 1630, colle filze delle minute ^ La serie alfabetica era di diecinove vo- lumi, detti liòri alfabetici ^ che contenevano decreti di materie

^ Essi comprendevano i documenti degli anni seguenti:

Libri Rogatorum comunes in bombicinis, primus, 1293 aprilis ;

secunduB, 1303 martii; tertius, 1307 julii; quartus, 1313 febr. ; quin-

tus, 1317 maii; sextus, 1320 aprilis; septimus, 1322 martii; octavus,

1824 aprilis; nonus, 1325 martii; decimus, 1326 octobris; undecimus,

1838 28 maii; duodecimus, 1329 martii; tertiusdecimus, 1330 martii;

quartus decimus, 1331 martii ;

JBxtra in membranis, RogatoTum XV 1832 martii eto.

Per un caso curioso, ci resta parte del primo dei suddetti libri, cioè da e. 101 a e. 193 (ultima nella rubrica) e recto 194. Veggasi, circa altri Yolumi antichi perduti, il documento li in fine.

^ Il primo comincia: Liber secretorum Consilii Rogatorum, inceptus in millesimo quadringentesimo primo, indicione nona, ducante Serenissimo domino Michaele Steno dei gratia inclito duce Venetiarum etc. diebus et mensibus inAascriptis. MCCCCI nonae indictionis, die decimo Aprilis quarto maii

Mccccim.

3 Quello del 1509, 1 giugno, a 21 febbraio, N. XLII era stato deposto « apud dominos capita Consilii X cum sua filcia de mandato publico. » Ora manca la filza.

^ Libri Secretorum Senatus alpbabetici (anteriori alla serie 1401-1630).

A, credentiae et partes captae in Consilio Rogatorum et XL." prò facto

Jadrae, 1345ag. —48; (esiste).

B, in Consilio Rogatorum et XL.", 1348 marzo-150 (esiste).

C, » y> XXV Sapientum electorum per Maius Consilium centra

Januam; 1350 febbr. 52.

- 23

particolari. Ce ne rimasero quattro soli '. Abbandonati i misti nel 1440, le parti del Senato vennero distribuite in volumi

D. in Consilio Ro^torum et sapientum contra Januam 1352 ott. 53.

B. » » de XXX contra Januam, 1353 dee. 55;

F. » » » XXV » Januenses, 1355 maprg. 57;

G. » » Rogatorum et XL." contra regem Hungariae , 135*7

magg. 63; M. » » » » super facto rebeUionis insulae

Cretae, 1363 nov. 67; /. » » » » contra Tergestum , 1367 luglio

- 70; X » » » et Zontae, 1370 luglio 73;

X. » » » et additionis, 1376 maggio 76 3 febbr.

(esiste). Z. bis » » » » 1373-78;

■^. _—_—.__— ^^___ 13 . .

N, 13 . .

0. in Consilio Rogatorum et addicionis, 1384 sett. 85

P. » » » » 1385 ott. 86

Q. » » » 1386 ott. 87

B. » » » » 1388 marzo 97; (esiste).

S. » » » » 1397 app. 1400 febbr.

In fine hujusce libri sunt Statuta Tridenti, non compaginata.

Poi il primo-1401 aprile e la serie continua sino al 1630.

Nel secolo XVII (Inventario della Secreta, 1669, p. 19, Armario XV) non

esìatevano più tutti 1 volumi sopra enumerati, i superstiti recavano le

lettere medesime:

Armarlo IV. JLW,

Colto Secondo.

Deliberazioni antiche del Senato segnate per alfabeto.

N. 27 e 28 1354 - fin 1359. A. principia 1335 aprile agosto.

è di cose spettanti air Istria. 1345 agosto fin marzo 1348. 1348 marzo » febbr. 1350.

è anco del Consiglio di XL. 1376 marzo fin febbr. - 1388 maggio - » aprile 1397.

Deliberazioni secreto del Collegio. 1382 genn. fin sett. 1385.

intitolato Petrus Gradonico : sono lettere

Ducali principia 1308 sett. luglio 1310. Deliberazioni del Consiglio di XL. 1299 luglio - 1303.

di Pieggiarie et altro come in sommario, 1222. Pieggiarie -- 1511 fin 1531.

* A. 1345, indicione 13, mensis augusti.

liber iste continet credentias et partes captas in Consilio Rogatorum et

XL tempore illustris domini domini Andree Dandulo incliti Venetiarum ducis

temporibus infrascriptis, prò facto Jadrae; da XXVIIII agosto 1345 —MCCCXL Vili

XX un marzo.

B.

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D.

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libro

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1

25 -

D volume più antico rimasto comprende il periodo dal 1347, 23 luglio al 1370, 9 ottobre, poi all' 8 agosto 1375,

Di recente si sono troyati due quinternetti delle parti suddette da 1352 gennaio m. y. fino a 1354, 23 marzo, di e. 18; e da 1366, 6 marzo a 1366, 15 gennaio m. y. di e. 22.

Di queste parti alcune che non esistono più nei regristri, si troyano trascritte in un oodicetto di pugno di Marino Sanudo: « Leggi e processi criminali antichi, specialmente contro ecclesiastici » 1333 sin 1491; p. es. alcune relatiye allo sfregio fotto al doge Marino Falier da Michieletto Steno ed altri (1354, 20 noy.). Da una rubrica che si serba neir archiyio del Mag- gior Consiglio risulterebbe che nel secolo XV non esistessero più diecisette dei primi 19 yolumetti della XL.» 1 quali infatti si troyano indicati come ■egne:

Libri Consilii de XL:

Primus secundus - tercius quartus - quintus - sextus septimus octayus -- nonus decimus undecimus - duodecimus, 1312 decembris tertiusdecimus quartusdecimus quintusdecimus - sextusdecimus - deci- musseptìmus, 1326, octobris decimusoctayus - decimusnonus

XX, 1333 julii - 1337 martii ; XXI, 1337 decembris 1341 januarii; XXII, 1342 martii - 1343 februarii; XXIII, 1344 martii 1347 julii; XXIIII, 1347 julii - 1352 febr.;

XXV, 1352 januarii (sic) 1355 junii ;

XXVI, 1355 junu 1358 julii; XXVII, 1358 julii 1361 aprilis;

XXVUI, 1361 aprilis 1365 febr. ; XXVIin, 1366 martii 1370 ootobr. ;

XXX, 1370 octobr. - 1375 aprilis;

XXXI, 1375 noy 1382 decembr. ; XXXII, 1382 jan. 1390 aprilis;

XXXUl, 1390 aprilis 1397 mail; XXXIUI, 1397 mali 1409 febr. ; XXXV, 1410 martii 1421 aprilis; XXXVI, 1422 martU 1441 octobr.

Nella rubrica suddetta si trovano indicate anche queste serie di registri :

Proposta Majoris Consilij,

1. 1324 aprilis;

2. 1325 may ;

3. 1329 Jung;

4. 13... aprilis;

5. 1288 may ;

6.

7. 8.

9. 1295 may ; 10.

- 26

ed è il quaderno XXIV.** andarono adunque perduti i primi ventitre ed altri dei successivi.

11. 1345

12.

13.

14.

15. 1352

17.

18. 1358 19.

20. 1363

21. 1366

22. 1368

23. 1871

24. 1375

25. 1378

26. 1382

27. 1385

28. 1389

ms4j;

marty;

septembris ;

deoembris; matj; aprilis ; juny ; marty ; ma^; jtiny ; noyembris ; juiy;

29. 1392

30. 1395

31. 1397

32. 1399

33. 1401

34. 1404

35. 1406

36. 1410

37. 1414

38. 1418

39. 1424

40. 1431

41. 1437

42. 1442

43. 1448

44. 1454

45. 1459

ma^; marty ; maij; may ; augusti; maij ; july ;

septembris ; jaltì;

decembris ; aprilis ; marty ; aprilis ; mart^;

id.

id augusti.

decimus, 1391 octobr. ; undecimus, 1397 decembr. ; duodecimus, 1406 aprilis; terciusdecimus, 1414 martij; quartusdecimus, 1424 novembr. ; quintusdecimus, 1439 martii; sextusdeoimus, 1444 martii; decimus septimus, 1453 mali.

Natatoria (?)

Primus, 1330 septembris; secundus, 1341 febr.; tercius, 1344 aug.; quartus, 1348 decembris; quintus, 1358 juiy ; sextus, 1360 octobris; septimus, 1367 martij; octavus, 1375 juiy ; nonus, 1381 nov. ;

Aggiungo infine le note dei reg^istri di Senato^ Incanti di galere e del primo delle Taglie:

1469, 11 genn. in Rogatis - 1489, febbr. 17.

Liber incantuum galearum a mercato, inceptus ducante Serenissimo Prin- cipe et Excellentissimo domino, domino Cbristoforo Mauro, dei gratia inclito duce Tenetiarum etc. di e. 134.

Id. Agost. Barbarigo.

1488, 3 febbr. 1496, 17 febbr. di o. 59.

Liber incantuum quartus inceptus die XXX mail 1525 1548, 28 aprile di e. 105.

Galearum onerariarum incantus.

Liber quintus, duce Francisco Donato, 1548, 31 genn. 1569, 8 giu- gno — di e. 59.

Talearum terrestrium et maritimarum excellentissimi Senatus, incipit a mense martii MDXLUII, duce Sereniss. D. D. 0. Pietro Landò.

1 marzo 1544 1547, 28 febbraio m. v.

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- 27 -

VI.

Copia delle leggi in volumi, « compilazione delle leggi. »

Pei tempi antichi, dobbiamo parlare del contenuto degli archivi, per indurne V esistenza del contenente.

Fu cura del Governo veneto di raccogliere e far estendere nitidamente, e talora con isplendidezza, le leggi o le determi- nazioni dei magistrati inferiori, che per V autorità ad essi de- legata acquistavano vigore di legge. Come volevasi che in ciascuna adunanza del Maggior Consiglio le cose da trattarsi fossero raccolte in scrittura * che equivaleva ad un ordine del giorno così, dopo deliberate, se ne moltiplicavano gli esemplari : tutti i consigli come abbiamo detto una legge del 30 giugno 1266) qiie sunt autentica supra palacio., vengano trascritti, e si conservino in Quarantia come si trovano in palazzo. Due notai veneti debbano assistere per ciò alle adu- nanze di quel Consiglio.

Circa alla conservazione dei documenti, si commetteva la copia delle scritture pubbliche dai registri di carta di co- tone ' in volumi di pergamena; circa alla epurazione delle I^gi, era data facoltà e fatto dovere ai consiglieri, di togliere quelle spirate o cadjite in disuso.

Per cancellare i decreti del Maggior Consiglio, dissueti o aboliti, si eleggeva un notaio che doveva scrivere sotto di essi, in nome di chi li aveva cancellati, se per volere unanime dei commissarii o di alcuni di essi, e tracciare il segno del suo tabellionato. Anche i commissarii dovevano sottoscrivere, o il notaio in loro vece, se non sapevaiw scrìvere. ^ Ciò non dà, per vero, un concetto molto favorevole della cultura di quei sindaci della vecchia legislazione veneta.

< 1264, 5 luglio, M. C. D' Oro, 1, 58.

« Leggre cit. 1291, 3 marzo, M. C, Pilosus e. 7. t.

3 1280, 3 agosto, M. C, D' Oro /, 193.

- 28 -

Quando a quando il Governo eleggeva correttori delle leggi e dei capitolari de' magistrati. Nel 1401 * il Maggior Consiglio incaricava gli avogadori di Comun di cancellare le postille al margine dei volumi degli statuti (capitolari) delle giudicature ed ufficila fatte da particolari per illustrazione propria, e decre-^ tava che non se ne scrivessero in avvenire altre.

Nel 1302 5 il Maggior Consiglio decretava : « debeant colligi in unum omnia statuta, ordines, et Consilia que spectant ad navilia, ad modum navigandi et ad mercadantiam et de ipsis fieri duo libri per se » ; uno da custodirsi in Cwrìa majori, l'altro presso ì provveditori in Rialto (?); e quegli ordinamenti dovevano leggersi publicamente ciascun anno colà nel giorno di s. Mi- chele.

Le collezioni dei decreti fondamentali, per ciascun magi- strato, si formavano gradualmente, poiché i notai dei diversi Uffici dovevano intervenire alle adunanze del Maggior Consi- glio, per registrare le deliberazioni spettanti al proprio Ufficio '• Vi assistevano quelli della Quarantia ; e almeno uno dell' Avo- garia.

I giudici di palazzo erano obbligati a porre in iscritto le loro sentenze o ter?ninazimii \ affinchè « semper per scripturam appareat quod terminatum est. »

Ingiimzioni simili, a volerle pazientemente ricercare, tro- veremmo fatte a tutti i magistrati, e raccomandata poi loro la chiarezza materiale della scrittura ^ e da certa epoca, 1' uso del volgare. Gli esami o costituti eseguiti nel Consiglio dei Dieci dal Collegio criminale, è conveniente che vengano estesi con grande proprietà, perchè siano airintelligenza di tutti. Per-

< 1401, 3 magerio, M. C, Leona e. 115 t.

* 1302, 19 genn., M. C, Magnus et Caprtcornus, p. 41.

3 1304, 17 firenn., M. C, Magnus et Capricornus^ e. 75 t.

* M. C, 1340, 24 agosto, Spiritus, e. Ili t.

•' Il Senato nel 1665 26 agosto (Roano VI, 63 t.) decretava che le parti estese dai segretari! fossero senza cassazioni, e tutte scritte del medesimo carattere. Qualunque aggiunta volessero far?i i Savii, sia estesa, prima di leg- gerla al Senato, dal seg^tario.

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ciò tutti i processi « scribantur de cetero per notarios

huius Consilii in lingua materna^ videlicet in vulgari. * »

Le sentenze, terminazioni ed altri atti si estendano in vol- gare^ come saranno pronunciati dal giudice '.

Il Consiglio dei Dieci, addì 15 novembre 1486 ' volle che Zaccaria de Antiquis, e Bernardino de Ambrosiis, due rubrica- tori della Secreta, per un certo termine, in un libro pergamene « solicitissime et diligentissime direxisse et suas rubricas et juxta propriam phantasiam uniuscujusque ipsorum extendisse ordinatissime et perfectissiìm omnes leges et ordines et declara- tiones per tempora facias per Conisilia et Dominium nostrum sicuti iUas habent jam collectas in particularibus libris eorum : et semper omnia et precipue debeant omnia ordinamenta perti- nentia ad maius Consilium, electiones et regulamenta illius scorsimi in eodem libro ita disponere quod in omnem eventum et casum praesto semper haberi et intelligi possint omnia in quacumque materia et casu. »

Notai appositi erano incaricati nella Secreta « ingrossandi literas sécretarum deliberationum Consilii nostri Rogatorum, et copias secretas » *.

Citeremo ancora pochi esempì. Il Senato, nel 1675, ^ incarica il segretàrio della Camera dei confini, di far continuare la copia in registri, di tutti i decreti propri relativi ai confini, coi dise- gni ecc. Il Consiglio dei Dieci, nel 1735, ^ determina che si pon- gano « in maggior chiarezza le leggi generali che servon di base alle elettioni nel Maggior Consiglio, nel Senato, nel Colle- gio, » e se ne formi un repertorio nuovo. Cotali volumi furono detti libri d! oro (vecchio e nuovo), i quali comprendevano le leggi del M. C, come altri contenenti del pari leggi statutarie, si denominarono libri Roano per le parti del Senato, e Verde per

* e. X 1472 2 aprile, Misti, n. 17, p. 156.

« M. C. 1668, 11 marzo. Ballar inus pater, p. 229.

3 C. X. Misti, n. 23, p. 62, e v. anche 1479 30 giufirno.

* 1498, 30 marzo, C. X., Misti, r. 27, p. 155.

^ 1675, 30 marzo 1, Senato, Rettori, reg. 50, e. 15 t. 6 20 luglio e. X. Comuni, reg. 185, e. 88 t.

- 30 -

quelle del Collegio. La copia era sopravegliata dal Cancellier Grande ; riuscì, pel libro doro^ di venti tomi, riveduti diligen- temente dai segretari del Cons. dei Dieci, che doveano rilasciar certificato della perfezione del libro.

Nel 1740 ' il Senato, accennando essergli acuore la trascri- zione delle leggi statutarie del Maggior Consiglio dal 1244 al 1739, della cui revisione era stato incaricato il Segretario Gi- rolamo Vignola, raccomandava si usasse della maggior esat- tezza e nitore ; e prescriveva ogni piccola particolarità, perfino della carta e del numero dei fogli.

Cotesti intelligenti amanuensi si pagavano allora egregia- mente. Giangirolamo Zuccate, Cancellier grande, informa che Angelo Maria Giacomazzi, inasser custode della Cancelleria Du- cale, ha compiuto in due mesi la copia delle parti del Maggior Consiglio, 1748-1779, e del principio del 1780-81, cioè undici trienni, e gli propone il pagamento di ducati 264 V. C, cioè di lire it. 818 . 40.

Come sui trattati internazionali e su altre scritture politi- che, dopo copiate nei volumi dei Patti e dei Commemoriali si se- gnavano alcune marche particolari % così le filze cartacee trascritte nei registri, solitamente di pergamene, si segnavano d' una E [registrata).

Il bisogno di coordinare le leggi, di sopprimere quelle ca- dute in disuso, e di formare della legislazione un corpo chiaro

^ \t settembre C. X. Comuni, reg. 190, p. 160.

^ Arch. Gener., Misceli. Codici, n. 428. Inventario di carte diplomatiche relative a Stati diversi, con note sulla trascrizione di esse nei CommemoriaU e sugi* involucri che li coprivano, con segni particolari.

In una collezione di carte archivistiche antiche è un elenco di scritture legate e riposte, con marche di lettere, linee ed altri segni capricciosi. Fra esse, p. es., « Instru mento in bergamina, senza bolla et molto vecchio de patti fra V Imperator Federico Barbarossa et la Signoria de Venetla nel tempo del Serenissimo Doge Sebastiano Ziani, del 1177.

Bolla de papa Alessandro Sesto, 1495.

Una lettera in bombasina vetustissima, del duca di Milano, senza mi- leslmo, data in Milano a* 12 marzo, in materia de far pace con Zenoesi, » ecc.

e rivo, senza membra morte o disarmoniclie, fu sentito dalla Repubblica veneta assai anticamente.

Gli sialuii furono dapprima oggetto delle cure del legi- slatore. Vennero poi le leggi dei magistrati diversi. E alla commissione dei cinque nolnli eletta dal doge Giovanni Dan- dolo, altre ne succedettero nei tempi, e da ultimo un Ufficio particolare dei Compilatori delle leggi, e deputati al sommario di esse. '

fra le cure continue cbe la Kepublica dedicava ai propri ' archivi, dimenticò il vantaggio che poteva derivare a' cultori delle scienze dalla conoscenza di codici pregevoli per la sostanza 0 per le forme artistiche.

Venuta a sapere che certo libro mandato in dono al «Turco » era opera mirabile e da aversi carissima « propter novas et no- tabiles res bellicas in ilio scriptas et designatas » ' voleva che ne fosse entro breve tempo fatta copia, e poi si restituisse al- l'ambasciatore del papa che doveva spedirlo. Donati dal nob. Al- vise Contarini cav. ambasciatore al congresso di Mtinster, quat- tro libri di cosmografia (di paesi, sih\ e delie pertinenze de Prin- e^) il Senato decretava che venissero consegnati al soprainten- dente della Secreta per esservi custoditi. *

Il breviario del card. Domenico G rimani (la cui storia è oramai notissima per le fotografie del Perini, V illustrazione del cav, de Mas Latrie ed un opuscolo del nob, Camillo So-

' Il conte Unrlno Acgreli proponera nel 1688 on metodo di compila- ]^ne delle lepgi « legnai venetarum compilatarum methodua ; » Venetila, ' Piselli, 2 voi., onde lervir putta per giocamtnto de' tudiiii e per facile e certa diniionc iti giadi'cj civili e criminali.

Nel nSB (termin. dei fiopraintend. ni Sommario delle leggi 35 sett., o Senato decT. 4 giugno 1789) veniva eletto deputai» &I aomn ari o delle leggi, Jacopo q. Pier Ant. Chiodo, che fu poi direttore dell'Archivio politico di •. Teodoro, e primo direttore dell'Archivio Generale ai Frari,

V'hanno a stampa alcune eolleiioni particolari di leggi venete, p. ea, Compilazione delie leggi del Serenissimo M. C, Ecce! lentissimo Senato, Eccelso Cddb. di X, Ecc. Cons. di XL ai Ciiinina), ecc., in materia di ofBcU e banchi di ghetto » Veneiia, Pinelli. 1786, tom. 5.

' 1*62. 12 giugno, C. X., Misti, t. IC, e. 64 t.

' 1650. 29 sett.. Senato, lettor!, reg. 2i, 0. 135 t.

ranzo ' ) restituito alla Republica dal patriarca di Àquileìa Gio- vanni nell'ottobre del 1593 veniva tosto consegnato ai Procura- tori di S. Marco de supra ' perchè lo custodissero nel Tesoro. Considerandosi poi alcuni volumi, più che amministrativi e d' uso pel governo, affatto scientifici, sia per la qualità delle scritture, sia per V epoca dalla quale derivavano, li volle assegnati alla Libreria publica, e il Consiglio dei Dieci con de- creto 1786, 28 settembre ^ ne trasmetteva a quell' Istituto ventisei di materia istorica e scientifica fra' quali il liber blan- cus^ le Assise di Oerusàlemme^ « una storia dell' Impero d'Oriente, da Costantino alla presa di Costantinopoli, in lingua greca; una storia dei Mori e dei Turchi, prima che la casa ottomana facesse l' acquisto di Costantinopoli, in lingua orien- tale; una storia della casa ottomana, del 1548, nella lingua stessa; una prefazione autografa della storia veneta di Paolo Paruta, presentata nel 1580; un volume degli annali veneti (sic) del doge Andrea Dandolo ; un trattato delle rappresentazioni teatrali, di Paolo Contarini » \

VII.

Inventari anticM di archivi, rubriche di scritture ;

disegni e modèlli.

Di queste norme di buon ordine e di sintesi, occorrono frequenti memorie nei documenti veneti. Registri della spe- dizione delle lettere v' aveano nei primi anni del secolo XIV.

^ Un* occhiata al breviario del Cardinale Domenico Grimani esistente nella R. Biblioteca Marciana in Venezia. Venezia coi tipi Ripamonti Ottolini, 1870. « 1593, 4 nov. Senato Terra, r. 63, p. 116.

3 Comuni y f. 1265. Veggasi la scrittura del n. a. Zaccaria Vallaresso, inserta in quel decreto.

4 II cav. procurator Marco Foscarini bibliotecario e sopraintendente alla Cancelleria Secreta, riconobbe per incarico del Senato i molti volumi, già di mons. Giusto Fontanini, che si trovavano nella Secreta, e compilò due cata- loghi, uno di quelli da conservarsi nella Cancelleria stessa, T altro di quelli da trasferirsi nella Libreria pubblica. Sono inserti, assieme ad una scrittura di lui, nel decreto del Senato 1746 12 marzo. (Senato Rettori ^a 270).

- 88 -

« Il cancelliere e gli scrivani della Curia maggiore debbano » iscrivere le lettere in un volume prima di darle al dc^e » per esser poi bollate » *

Degli atti si compilavano mbricJis^ e degli archivi, m- ventaH.

Numerose sono le leggi che risguardano i ruhricatori. Nella Cancelleria Secreta a quelli che n' erano incaricati, si aggiun- gevano nel 1458 altri tre notai ^ per « rubricare partes et » ordines nostros *. »

Già dalla fine del secolo XIII o dal principio del successivo s' erano intraprese rubriche dei decreti del Senato Misti *.

Nel 1465 si delegava un notaio della Cancelleria Ducale alla rubricazione di tutti i libri di essa, perchè « sebbene le » scritture custoditevi siano tutte ottimamente scritte nei » libri del Senato e del Maggior Consiglio, tuttavia non se ne » poteva aver al bisogno pronta conoscenza, perchè non erano » ruòricate. » "^

Malgrado queste cure, sullo scorcio del secolo stesso, il numero dei volumi mancanti di rubriche era considerevole ; e troviamo nel 1479 ^ incaricato il segretario Lodovico Beaciani d'istruire tre notai della Cancelleria nel rubricare 200 vo- lumi— del Maggior Consiglio, del Consiglio dei X, del Senato e della Quarantia, e di delegarne uno alla rubrica dei Com- memoriali.

GV indici antichi di questi preziosi volumi che ci restano, sono : I.'"" la Siha^ seu index antiquismrms^ alfabetico (p. e. Ariminum., Anconay Armata inaris ecc.) che manda alla pagina

* 1808, 5 luglio, M. C. Magnus et Capricornus, e. 73 t.

« 1458, 26 lugrlio, C. X., Mistiy n. 15, p. 156 t.

3 Si leg-gono i nomi di alcuni degli eletti, sotto il decreto 24 gennaio 1458, C. X. Afistt, 15. p. 168.

^ Nel volume I.® di esse sta scritto: « Haec sunt rubrice consiliorum de Rogatis et Quadraginta, distinctae particulariterque notate, sumpto ini- cio a primo libro Rogatorum qui incipit currente anno domini nostri Jesu Christi millesimo CCLXXXXIII.^ »

•"■ 19 febbr. C. X., Muti n. 16, e. 190.

♦•• 1479, 30 giugno, C. X, Misti, n. 19, e. 137 t.

- 34

particolare dove si trovano indicazioni, ma senza data, del documento e della carta del volume. Pare specialmente V indice dei volumi 3. e 4 ; 2.'' gV indici dei primi Commemoriali dal 1295 al 1535 ^ Nei successivi una breve rubrica sta unita al volume.

Essendo doge Andrea Gritti, nel 1538, fu compilato Tindice dei patti^ a cura di Andrea Franceschi cancellier grande, e di Pietro Bresciani (Bressan) segretario. Contiene un elenco per alfabeto delle provincie e delle regioni (p. es. Achaja^ AegiptvSy Albania^ Epinis ecc.), dei paesi, de' tempi, dei documenti, del titolo di essi, colle date, il numero del volume e della carta in cui si trovano.

Precedono alcune avvertenze al lettore^ circa la divisiono deir/?w//re, nitido ed elegante quanto mai si può dire *. DegF intentarl (per uscire al più presto da questo ispido elenco bibliografico) citeremo soltanto (juello generale della Cancet- ìeria Ducale^ e quello del Coìisiylio dei Bied. Ecco il titolo farraginoso del primo (IGIO, 1 agosto) :

Motto : hminii svò te labores.

« Revisione, regolatione et indice formato da me Bonifacio AntelmiGran Cancelliere, de tutti i libri, registri, filze, lettere, ot d' ogni altra sorte di scritture, che ora si trovano nella Cancel- leria Ducalo, tanto negli armari della Camera, che ho fatto nuovauiente accomodare, et in quelli della soffitta vecchi et

* Le rubriche dei CommeiHorìaìi sono unite in tre buste ; alcune sono doppie.

Nel libretto H ò un'avvertenza sul modo in cui sono coordinate lo noti- zie raccolte in quelle rubriche. Altri cenni trovano nel I. j^er eseuipio: Index hic in Commemori ale primuM. Pn'Mo pruvincias et regiunes. oppidave atqne loca in aìphabetum redactc, cum chartarum ac paginaruM numeris compierti' tur suis. Bt modo una prvrincia, una i^giOy unuot oppiduf/t, unus hcus per se insurgity modo pìura conjuncta siìnuì, ctc.

- Eccone il titolo : Eicncus sive index eorum quao IX bisce pactoruin continentur libri», quao quidem olim altissiinis oljsita tencbriu situque diu- turno sepult:!, lon{^Ì8 post »4*culis nunc primuni in lucom edita uunt, in usnni Reipublicae SenatuR<iue Veneti. Audreae Oriti prinripis sapientissinii authori- tate et auspiciis Andreae Francisci magni CanccUarii o^x^ra, et Petri Bri- xiani a Secretis opera; anno salutis 1538.

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altri che ho di nuovo fatti fabbricare, quanto in quelli della medesima Cancelleria ancora, dove con particolar et minuta revisione di tutte le cose, ho separato et distintamente fatto mettere insieme con la mia cotidiana assistenza ogni materia, sia in filza o in libri, secondo V ordine de tempi et de gli ar- mari, essendosi smarrito o aòòrucdato ne fuochi del Palazzo et ne tempi passati^ tutto quello che inanti i suddetti millesimi et da quelli sino cU presente ci era ... * »

Comincia coli' elenco dei registri delle filze di Senato, Terra alle quali seguono quelle Mar^ Sereiiiss. Signoria lettere sottoscritte da terra e da rnar^ notatorii di Collegio^ possessi di Se- nato e di Collegio^ Senato Taglie^ lettere di Collegio comuni^ man- dati di Collegio, Suppliche delle diverse serie, del Maggior Con- siglio^ della Qfuarantia Criminale^ Senato incanti di galere^ e biave, proposte del Maggior Consiglio ; tasse e decima ; commis- sioni d rettori ; prove di nobili per entrar nel Magg. Cons. ed altri registri antichi. Nel 1720 ilnob. u. Pietro Garzoni soprintenden- te della Secreta propose un indice generale delle materie di essa « in cui si raccogliessero le materie più importanti e le publiche deliberationi intorno ad esse. » ^ Secondo le sue istruzioni il segretario di Senato Giovanni Filippi, compì queir inventario dal 1600 al 1606, nel quale gli appunti sono coordinati così :

1600 e 1601 Corti. Materie di Roma^

» giurisdizionali risguardanti Roma, Vienna ed altri

Principi; Economia^ Cmmercio, Militar^ Magistrati, Costantinopoli 2.

^ Veggansi i decreti del Cons. dei X, 1720 24 luglio, Comuni reg. 170, p. 127; e 1731 17 agosto, Comuni^ reg. 181, pag. 98.

« Sono tomi XI dal 1600 al 1619; e due dal 1740 al 1743: questi due ultimi hanno indica più particolareggiato.

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Il Garzoni aggiungeva : « ben si comprende la mole far- » raginosa del lavoro, che da un sola mano, pej* quanto esperta » ed infaticabile esser possa, non può se non lentamente pro- » seguirsi. »

Uno dei più vecchi inventari dell' archivio del Cons. dei X, è del 1611 \

Savia determinazione fii quella contenuta nel decreto del Consiglio dei Dieci 27 febbraio 1459 m. v. ^ il quale, affinchè il Groverno avesse presenti le figure, dimensioni, confini ecc. delle terre dello Stato, ingiungeva ai Rettori che « habito bono et » vero Consilio a civibus terre et ab aliis praticis et intel- » ligentibus civitatis aut loci sui, designari faciant terram, » locum et districtum suum por signa ventorum et orientis » et ponentis, castella, flumina, planiciem et distantiam de » loco ad locum, et loca vicina nobis, et distantiam eorum, et » illarum designationem ordinate depictam faciant diligenter » a doctis et praticis. examinari si bene et recto depicta est. » Cotesti disegni doveano venir trasmessi al Governo centrale \

Potrà parere che in luogo di trattar degli archivi, si vada tessendo la storia minuta e la descrizione dei volumi, che li

^ « Inventario di filze, libri e registri delle parti e lettere deir Eccelso Consìglio di X, de notatorii, filze de lettere et altri atti de gli eccellentissimi signori capi, separatamente e distintamente per i tempi che servono, fatto di ordine et alla presenza degrill.m» Signori Francesco Contarini oav."" et An- drea Morosini, eletti per la regolatione delle leggi e scritture, e presentato neir Eccelso Cons. di X ai 27 di luglio 1611. »

I primi volumi dei Misti ivi indicati sono: I, serve 1300-301-302 (ma non appartiene al Consiglio dei Dieci); II, 1315 fino 1324; - III, 1329- 80; - IV, 1848-1358; - V, manca; —VI, 1363-1374; VII, 1383-1391 ecc. Dal 1892 (Vni) al 1525 ; in tutto n. 48. Si osserva però che dal IV al VI non vi ha in fatto alcuna lacuna.

« Misti, n. 15, e. 197.

3 Nella Miscellanea Manoscritti, f. 123, Archivio Generale di Venezia^ si trovano: elenco delle carte geografiche di confine; simile di disegni; memo- rie e scritture del feldmaresciallo Scoulemburg pervenute in pubblico dopo la sua morte ecc.

Nel decreto del Senato 1759 28 novembre ( Rettori filza 300) si trova un elenco di 184 modelli e 449 disegni, intitolato: Catalogo dei modelli, e dise- gni della maggior parte delle Piazze possedute dalla Ser.ma Republica di

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compongono. Ma nel ricercare i principi! delle serie diverse di scritture, si giunge anche a conoscere le origini degli archivi, il grado della conservazione, ed altre vicende di essi. Ora diremo di queste.

vm.

Volumi e documenti perduti e distrutti, incendi, distruzione di documenti publici o privati decretata,

documenti trafugati.

L'uso durato in Venezia, anche nei secoli XV, e XVI, di costruire le case di tavole, e la prossimità fra loro, rendeva facili e gravi gli incendi. vi soggiacquero le sole abitazioni dei privati ; il Tesow della Basilica, il palazzo ducale, chiese, intero contrade, bruciarono parecchie volte. Il GallicioUi * trasse da cronache e publicò alcuni ricordi, dal secolo V. in seguito, degP incendi accaduti in Venezia. Gli archivi dei magistrati politici, che aveano sede nel palazzo ducale, andarono bruciati nel 976, nella sommossa popolare in cui restò ucciso il doge Pietro Candiano IV; poi nel 1479 e nel 1483 ^, e con più gravi conseguenze nel 1577 ^.

Venezia , nelle varie Provincie del Levante, Albania, Dalmazia e Terra- Fenna, non che di quelle dell! dne Regni di Cipro e Candia; il tntto esi- stente neir archivio del Magistrato Ecc.i"» alle Fortezze, per il cui comando furono con diligenza numerati e disposti in ordinata serie, nello differenti categorie delle rispettive sunnominate Provincie; ed epilograte in nn tempo quelle più particolari nozioni che (a maggior facilità per Tuso) da cadauno di essi modelli, e disegr^i» sonosi potute dedurre. E ciò colla personale assi- stenza del sergente general Rossini nel 1759.

* n Gallicciolli registra accaduti in Venezia un incendio nel secolo V uno del IX - tre del XII due del XIU - due del XIV dodici del XV quattordici del XVI - otto del XVH - e trentasei del XVHI.

* Brown Rawdon, « l'Archivio di Venezia; » Venezia, Antonelli, 1865, p. 68. Romanin, Storia docum. di Venezia, IV, 418. « Andarono bruciate nel palazzo ducale la sala delle due nappe, e la stanza ov' erano dipinti tutti ì dogi, e vedovasi il mappamondo e l'Italia in due gran quadri recentemente fotti da Prete Antonio do Leonardi, distinto cosmografo. Con gran fatica si poterono salvare la sala dei Pregadi, la Cancelleria e la Chiesa di S. Marco. »

5 LMncendio cominciò (1577, 20 die.) nella Sala dello Scrutinio, e in meno di mezz' ora si comunicò a quella del Gran Consiglio ; « et perchè nel

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Distrusse buona parte dei documenti dei magistrati di Rialto un incendio che, scoppiato nella notte del 10 gennaio 1514, arse V ufficio degli imprestiti, quelli di ventisette altri magistrati, e si comunicò al di del ponte di Rialto, allora di legno ^ .

E chi potrebbe dire fra tanta ricchezza, qual nuova luce verrebbe alla storia di Venezia e a quella d' Italia, se il fuoco e altri agenti nocivi, avessero risparmiato le lettere dei rap- presentanti della Repubblica, dei principi, lo relazioni che gli ambasciatori erano obbligati a fare sino dal secolo XIII! Onde riguardo a quest'ultime importantissime scritture, vedia- mo il Maggior Consiglio decretare fino dal 1325 che quelle dei rettori dello Stato si consegnassero (le già esistenti e le nuove) ai provveditori di Comun, perchè le facessero eseguire nella parte relativa ai bisogni delle terre soggette. E V obbligo di leggere quelle relazioni, fra quindici giorni dal ripatrio, è vivamente raccomandato in varie epoche agli ambasciatori della Repubblica.

Ma già nel secolo XIV i congiurati Tiepolo-Qurini ave- vano bruciato le scritture relative a banditi e condannati custodite neir ufficio dei Cinqìie alla pace \

luogo ove si riducova il Collegio dei XII, il Collegfio dei XX Savii e la Qua- rantia nuova vi erano di molti piani, scale di legno, e il ricettacolo dei pro- tocolli dei nodari, il fuoco trovando materia di rinchiudersi, si fermò per divorar ogni cosa » Romanin, St. doc. VI, S53 ; Memorie Molin, cod. DLUI, Marciana.

^ Suir assiceUa prima del capitolare 4 degli Officiali agi' imprestidi, denominato Rubeus Magnus, il notaio Vittore Ziliolo fece nota deir incendio scoppiato in Rialto, nel martedì 10 g^ennaio 1513 m. v. alle 2 di notte. Esso (dice il ZUiolo) bruciò l' Ufficio degl* Imprestidi, con 27 offlcii di Rialto, i banchi di scritta, botteghe, la chiesa di S. Giovanni di Rialto, e tutto, dalla riva del Ferro fino al fondaco delle farine, inclusive, e fino al ponte detto dal oio; e dal ponte di Rialto fino alla chiesa di S. Silvestro.

^ 1310, 15 giugno. In una lettera del Collegio air ambasciator veneto a Roma 1310 10 luglio (Lettere scerete Collegio 1308-10, p. 95 t.) nella quale gli si comunicava la suddetta congiura, si leggo: « Venerunt in Rivo alto, et ibi Cameram quinque de pace dirupcrunt, quaternos et scripta omnia dila- cerantes et incendio concremantes, cameras fontici de frumento similiter fre- gerunt .... » V. anche Cicognia, Iscrizioni veneziane, I, 29.

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Non sempre però fu il caso che distrusse documenti del Governo o dei privati. Lo stesso Governo, per motivi poli- tici fece gettar sul fuoco atti publici, perchè non onorevoli alla Republicà, o scritture private per le quali potevano dif- fondersi notizie contrarie al vero.

Adì 30 luglio 1365 ^ il Consiglio dei Dieci decreta che per buoni riguardi siano lacerate e distrutte certe testimo- nianze ed altre scritture, lette, intorno Lorenzo Gelsi [doge morto da sóli dodici giom()^ se ne debba più far menzione per bene dello Stato, non essendo ciò necessario '. Più im- portante per la storia sarebbe stato il conoscere di quali decreti poco onorevoli alla Republicà^ abbia il Senato promosso la distruzione coli' atto 1 marzo 1384 «^ « Siccome (così » suona la traduzione del decreto) nel tempo della guerra » ora passata col re di Ungheria, coi Genovesi, col Signore » di Padova, col patriarca e la chiesa di Aquileia, furono » prese molte parti ed ordini nel Consiglio dei Savii alla » guerra, nel Pregadi e Zonta^ alle quali il Senato dovette » accondiscendere forzatamente ( « ad qttas partes et ordhies » ConsUium ttmc condescendit coacte^ licet per Dei gratiam nul- » lum ìutbuerint effectum ») cosiffatte scritture o decreti » non si debbano conservare o leggere in modo alcuno, per » molti buoni riguardi ; si delibera che quelle parti e scrit- » ture debbano distruggersi, annichilarsi e bruciarsi, di guisa » che non siano più da alcuno vedute, per onore del nostro Go- » verno. »

Lo stesso Consiglio, con decreto 6 luglio 1418, impo- neva al nob. Antonio Morosini, di presentare ai Capi di esso due libri da lui scritti, denominati cronacJiC ; e poco appresso

* e. X. Misti, n. 6, e. 30.

' Questa fu la parte presa, e non toglie, materialmente, come fu asserito da alcuni, ogni sospetto sulla memoria del CeW. Secondo altra parte, pro- ix)sta, ma che riportò tre soli voti, si avrebbe dovuto publicare nella prima adunanza del Maggior Ck)nsiglio, che esaminate quelle carte era risultato « illam infamiam nullatenus esse veram » 3 Senato, Misti, reg. 38, e. 102 t.

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ordinava la distruzione di quei volumi, perchè contenenti scritture scandalose ^.

Per egual causa venivano bruciate (1425) * due crona- che trovate presso Bartolomeo de Armano, e Damiano, scri- vano delle carceri, come infette di cose disoneste e false quae continent aliqua inhonesta et falsa »).

Il Consiglio di Dieci ^ decretava che le raspe dei con- dannati dai Cinque alla pace, non avessero valore fino al giorno dell'incendio in Rialto (10 gennaio 1514) e quelle delle precedenti che ancora rimanessero, si bruciassero.

I decreti che ordinavano la distruzione di quei documenti, potrebbero giudicarsi meno che degni di un Governo civile, e indizio che esso aveva a temerne una trista sentenza dai po- steri. D' altra parte il vqler bruciati alcuni scritti istorici, potrebbe dar motivo a credere che si volesse scritta la storia secondo gl'intendimenti del Governo. Tuttavia pare assai onesto e legale ogni atto che sia fatto alla luce del giorno, dinanzi un Consiglio di molti, e aflBdato alla scrittura. E a quei fatti potrebbero contrapporsene altri, sui quali non può cadere alcun dubbio. Nel 1275 *, addì 5 maggio è stabilito dal Maggior Consiglio che : « litere que de cetero fueriut proiecte » ita quod veniant ad manus aliquorum voi alicuius, et non » fuerint eis presentate per eos qui proiecerint eas, ita quod » de illis qui eas proiecerint non poterit sciri, coniAv/rantur » ex tqto. »

Forse pochi Governi possono vantare un decreto somi- gliante intorno la distruzione delle lettere mumime^ nel secolo XIII ; od un esempio eguale a quello offerto da una parte della Quarantia Criminale 1352, 23 gennaio (XL«. Cr. Parti, voi. II) con cui un Nicolotto Manolesso fìi condannato ad un' ammenda (di lire 10, e glie se n' erano proposte 25) per aver ricevuto

< Misti, e. X n. 9. p. 184.

« 16 agosto, Misti, C. X. n. 10, p. 77.

5 1514, 27 genn. m. v. Misti, reg. 38, e 38 t.

4 M. C. Fractus p. 96. E vedi C. X 1388 31 ottobre. Libro verde I 28.

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una lettera diretta ad altra persona e contro la volontà di que- sta, apertala e bruciatala.

Sarebbe lunga la enumerazione dei danni recati agli Ar- chivi veneti dalla noncuranza in cui furono lasciati nei tempi della Republica, e dai trafugamenti che vi operarono ministri infedeli. Basterà accennare che alcune serie di carte preziose, quali i dispacci degli ainbasciatori veneti^ mostrano traccio evi- denti di esser rimasti per lungo tempo al contatto dell' acqua, e adesso, al tocco più leggero, molti di essi si sciolgono in brani ed in polvere. Molti documenti furono gettati, per ordine di officiali ignoranti e disonesti. questo è da rimprove- rarsi alla sola antica Republica !

Accenneremo tuttavia che mancano nel nostro Archivio Generale (sebbene esistessero nel principio di questo secolo neir Archivio politico di s. Teodoro e negli altri) molte carte e volumi di materia finanziaria ^ ; che nel 1865 ci fu restituito il capitolare (volumi due) degli officiali alla Messctaria ; nel 1868 lettere con firme autografe di Elisabetta regina d' Inghilterra, di Jacopo I e II, di Carlo 1. e II d' Inghilterra ecc. ; che capi- tolari di magistrati, volumi dei loro atti, pergamene sciolte, passarono presso antiquari e raccoglitori nazionali e stranieri.

Già vivente la Republica, sparivano dagli Archivi, codici pregevoli e processi importanti.

Il Consiglio dei Dieci nel 1481, *, fa st ridare nel Maggior Consiglio che fra otto giorni chi avesse asportato dalla sala d'armi, dove con altre spoglie si conservava, un bellissimo libro contenente le genealogie dei Carraresi, coi loro ritratti, dovesse restituirlo :

« Inter spolia quac nostrum Dominium habuit dominorum

^ Per es. quelli relativi ai forni publici, alle dogane di transito, da mar, da terra, ag-li officiali alla tavola deir entrada e delP insida. Nel 1741, nel- r archìvio del Consiglio dei X si trovavano molti libri e mazzi di carte rela- tivi alla Tana, al dazio del legname, delle piere, estraordinario (libri 7) Vscida, fontico dei Todeschi (fra filze e registri 49, ora non s* ha che il capi- tolare dei visdomini), ternaria nova, novo stallaggio, dazio della grascia ternaria deU'oglio (31), legne (198).

« 30 agosto, Misti, reg. 20, e. 78.

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» Padute, erat liber quidam genologic prefatorum domìnorum, » in quo scripte et picte erant imagines proprie et naturales » omnium prefatorum dominorum, a prima origine uniuscui- » usque ipsorum, usque ad ultimum ; qui liber preterquam » quod erat pulcherrimus, per perfectionem picture imaginum, » erat etiam dignus perpetue memorie, et teneb^tur inter » excellcntes res que habentur in muni tiene huius Consilìi; » et tenebatur in cameris munitionum et armorum Consilii X; » qui quidem liber furto sublatus est, et sit facienda omnis » esperientia veniendi in lucem eorum qui babent buiusmodi » librum prò honore nostri Dominii » etc.

Neir inventario dei « processi e carte restituite, e carte che sono negli armari \TI da basso, e negli armari VI, cassette Vili e due cassoni di sopra » v' ba la nota di parecchi trafu- gamenti di carte nella Secreta, e di processi iniziati per sco- prirne i rei ^

Fu indicato diflFusamente in una memoria pubblicata negli Atti dcir Ateneo Veneto ^ per quali modi siano stati decimati dagli agenti di Governi stranieri i documenti degli archivi veneti. Ora è da aggiungere qualche notizia intomo le false voci di asporti e i primi trafugatori.

Morto il direttore generale degli archivi del Regno d'Ita- lia, cav. Giuseppe Bossi, la sua collezione di oggetti d'arte e di letteratura divenne proprietà di mons. Pompeo Piantiinida, canonico della metropolitana di Milano. Al Governatore di Ve- nezia * sorse dubbio che, essendo il Bossi qui venuto come uno

' Vi si Icg^ indicato un « elenco delle persone processate nel secolo XVI-XVin, col numero del mazzo o quello di progressione, disposti per nome, alfabeticamente.

Fra queste: « Venezia, 1622: Antonio Foscarini cav. fu de ser Nicolò, sue difese e testamento, per la mole diviso in due mazzi seg^nati r uno e r altro, mazzo 50, n. 1.

* Cecchetti B. La restituzioni scientifiche ed artistiche fatto dal Governo Austriaco nel 1868. « Atti deir Ateneo Veneto. Vedi anche « Una visita agli Archivi della Repubblica di Venezia dello stesso » ; Venezia, tip. del Com- mercio, 1866 [Atti suddetti).

3 Sua lettera 20 nov. 1816, n. 5097, al conte Carli Rubbi, allora addetto air archivio di S. Teodoro.

liei commissari della Republica francese, potessero trovarsi in quella collezione, manoscritti spettanti agli Archivi veneti. Ma U march. Marco Solari (allora comìnesf!0 paleografo dell'Ar- chivio di S. Teodoro) purgava il defunto di quel sospetto.

Anche il conte Agostino Carli Rubbi ' giustificava il Bossi, ma narrava ch'egli aveva dovuto accompagnare la Com- missione Francese nelle visite alla Marciana o pei conventi. Prese dei pattuiti monoscritti fissati in 500, solo 470, e pei 30 residui, il cammeo « Giove Elgioco. » « Sul finire poi della Municipalità provvisoria, dovette il Bossi assistere un certo Brumai (chef rance&h tls7ionomein Brunet J ed un certo Patnn, ora morto, ed essi andarono pei concenti e fecero un nuovo asporto, con asserta autorizzazione dp! Governo Francoee, e si fecero dare anche dei libri stampati .... Alcuni reli- giosi ebbfli-o r avvertenza voler la ricevuta, e taluno anco la desiderò con della insistenza. La maggior parte, sia per indo- lenza 0 soggezione, o imprudente fiducia, non so la fece fare. Per esempio esistevano nella Biblioteca della Salute due au- perlw raccolte di disegni. Ed il cav. e cons. Morelli ed io, sappiamo che nel 1797, chiusa la Zecca, e non percependo più i religiosi gì' interessi dei loro capitali, ondo poter vivere, ven- dettero tuttociò che poterono, o chi ebbe pochi contanti gia- centi fu a portata di fare do' begli acquisti o per proprio uso o per speculazione .... ; frati e cherici regolari .... serba- rono 0 trafugarono quanto poterono. E quindi impossibile il tener dietro a questo indagini. »

So in Francia la « Rivoluzione » mandò le pergamene antiche all' Arsenale per farne cariattime, o battervi sopra la generale, in Venezia le pergamene finirono all'ufficio di stender l'oro in foglioline sotto il maglio de! battim'O. Lo stesso conim. Subbi trovò tagliato presso un cosi fatto artefice alcune per- gamene degli anni 1424, 1562, 1581, relative ad incanti dei 4ast di qitei fe}npi\ e k deliberazioni del Senato a ciò relative. « Eccfl esclama il Rubbi come in parte furono rovi-

' Sna rÌB[K>sU al Governo 3

. 1816 (GoT. Presidio, III, 7„).

a

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nati i pubblici archivi nei secoli passati, per Y indolenza dei magistrati, l'arbitrio e la non sorvegliata rapacità degl'im- piegati subalterni ! »

Gli Archivi veneti soggiacquero a un fatto nuovo per essi e per Venezia, il bombardamento eseguito dagli Au- striaci dal 29 luglio al 22 agosto 1849.

Neir Archivio Generale, abbandonato dal suo Direttore, si riunirono gli accessisti fu Federico Martens e sig. Cesare Foucard, con alcuni inservienti. Dai proiettili (dei quali fii compilato dal sig. Foucard un elenco) i volumi e le filze non soffersero alcun danno ^.

IX.

Cancellerie (ducale^ secreta^ inferiore).

La « Secreteria Regia » si divideva in Cancelleria Dv^ cale e secreta.

Ne era sopraintendente il Cancellier grande scelto fra i cittadini originarii, e che aveva il titolo di ISccellenza. Le due parti della Cancelleria erano nel tempo stesso, archivii ; cioè gli archivii andavano formandosi, come risultato della vita di quelle Cancellerie. Sparirono governanti, notai, amanuensi ; rimasero gli archivi : t amministrazione e la politica del tempo divennero storia e scienza ; le sedi delle carte, oggetto di cu- riosità. Un paziente raccoglitore ne ricercò le vicende sui docu- menti, e un grosso in-folio^ è pronto a narrarle (').

La cancelleria ducale pubblica conteneva, fra altri, gli archivi del Maggior Consiglio, del Senato Terra^ Mar, Arsenal

< Dalla nota citata appare che cadessero sul fabbricato dell'Archivio 82 palle (15 inftiocate, 2 pezzi di granata, 65 palle fredde).

* Lorenzi G iovam batista : « Monumenti intorno il Palazzo ducale di Ve- nezia ; Venezia, tip. del Commercio, parte I : E veggasi « Il forastiero guidato nel cospicuo appartamento in cui risiedeva il Gabinetto della Rep. Veneta ed ora l'Imperiai Regio Tribunale Generale di Appello » Venezia, 1817, Tip Pinelliana.

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Militar^ ecc. del Collegio^ della Signoria f Fisco e possessi eccle- ^iastìct)^ del Savio Cassier^ del Segretario alle voci ; serie tutte di carte d'amministrazione.

La Secreta^ diretta da un deputato^ eletto dal CanccUier grande, assistito da segretari, e scrittori delle rubriche, con- teneva i Paiti^ i trattati originali, i Comrnsmoriali^ le serie dello deliberazioni di Senato più gelose e più antiche [Misti^ Se- creti^ Corti ^ Rettori^ Roma, Reggenze africane), le esposizioni Roma e Principi, i dispacci relativi, quelli delle altre amba- sciate, delle cariche d' armata e dei provveditori generali da mar, le relazioni^ le commissioni, le lettere di principi al Col- legio, le carte dei consultori in jure e dei sindici inquisitoì'i^ l'archivio della camera dei confini ecc.

Aggiungiamo fra i documenti lo schema della Secreta quale era sotto la Repubblica Veneta (Doc. III).

Le leggi relative a quelle secreto officine degli affari politici e diplomatici, ne disciplinavano l'accesso, curavano l'ordinamento dei volumi, la copia, la conservazione di essi e lo studio ^

Fino dal 1340 ' (ed è naturale che esistesse assai prima) troviamo indicato un ampliamento della Cancelleria ducale Ospitia Cunzelarie ; nel 1445 ^ si convoca il Consiglio dei X per proporre alcune riforme da farvisi ; nel 1443 * affine di aver sempre persone istruite e fide, si assumono dodici giovani cittadini veneti da' dodici anni in su, col salario annuo di ducati 10, che debbano frequentar le scuole e apprender grammatica, retorica ed altre scienze opportune, e bella mano di scritto. Intanto vengano nel Maggior Consiglio a portar in giro i bossoli dei voti, e a prestar altri piccoli servigi. Se ne con- servi sempre il numero completo. E ciò « erit contentamen- tum et spes plurimorum civium nostrorum popularium, qui

* Pubblichiamo, intorno alle norme per lo studio nella Cancelleria Se- ero^, un decreto del Consiglio dei Dieci, 1716 26 agosto. (Vedi Documenti^ IV.)

^ 17 e 28 die. M. C. Sptrihu% e. 112 t. 113. 3 1145, 25 ag., C. X, Misti, p. 13, n. 11.

* 1443, 16 apr., M C, Ur8a,.p. 144.

».

n

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sub hac spe facient filios suos studere et adiscere, ut perve- nire possint ad commodum et beneficium supra scriptum. »

Tre anni dopo * il Senato, considerando che per la Cancel- leria Ducale passavano « omnia facta Status nostri et publica et secreta » e che perciò occorreva, che Y amministrazione di essa fosse affidata a persone idonee, voleva obbligati i gio- vani, ut doctissimi efficiantur^ a pagare un maestro che il Governo avrebbe scelto, con 100 ducati annui. Abitasse in piazza 0 poco lontano; osservasse quali degli allievi fossero atti all'apprendere, quali inetti, e li allontanasse. I giovani erano allora sedici. Quanto alla valentia dei precettori, basti il dire che fu stipendiato Antonio Telesio *.

Veniamo al secolo XVIII. Nel 1743 * si trasportavano nella nuova Cancelleria Ducale le carte publiche. N' era allora tnasser^ o custode, il circospetto Bortolo Giacomazzi. Le filze e i volumi sommavano a circa 3600, coordinati àaìfedel G. B. Venier che attendeva anche all' ordinamento di una « quantità » considerabile di lettere di vecchia data dei publici rappre- » sentanti trovate in confuso. » Un altro numero considerevole riusciva, pel peso, « di pregiudizio notabile al soffitto della » Sala delle quattro porte ed anti Collegio. »

Anche questo Archivio, o questa pregevole collezione di archivi, soggiacque a vicende dannosissime, delle quali por- tano segni i volumi e le filze : V umidità, o meglio V acqua co- piosa che penetrava dal tetto del palazzo ducale, e Y ignoranza de' ministri antichi e moderni.

Il Groverno austriaco * facendo sgomberare i soffitti del palazzo suddetto sopra la Cancelleria Ducale '^, sul parere del

* 1446, 7 giugno, Terra reg. 1, 193.

'^ Cons. dei X, Comuni 1527 24 settembre, 1530 30 aprile, 1531 7 agosto.

3 4 maggio, Senato TerrOy reg. 324, e. 94 t.

^ n Governo Generale, col decr. 5 sett. 1805 n. 18898, incaricava la Ragionateria Generale di esaminare alcuni libri di materia economica.

Veggasi anche il decreto del Governo stesso 25 luglio 1805, n. 15993.

•' Nel decr. del Cons. dei X, 1743, 10 maggio [Cof/iuni, reg. 193, p. 59) si trovano i dicati i requisiti per gli straordinari della Cancelleria ducale, r età loro, gli aspiri, ecc.

Celai, destinava all' espurgo fra altri volumi di materia econo- mica, alcuni alfabeti contenenti i numi delle milizie nei vai-i dipartimenti delio Stato.

Per l'i^uardi polititi o per convcuiouzc di amministra- zione bì pensò assai anticamente alla custodia delle carte dei magistrati, più gelose ed importanti. Per esempio, nel 1419 ' si decretava cLo i proceasi dei Signori di notte al cnminal, spe- dili, venissero collocati nelle casse apposite, nella Procuratia (ove anco in principio del secolo XIII si davauo in custodia i documenti di privati, e si collocavano in saccJteUi) e i processi I correnti si chiudessero in certo cassett-o a quattro cliiavi. Nel ' 167(;, * per toglier i disordini nella custodia delle scritture e I risposte scerete dei magistrati « con ìndecoro e con pericolo di » pessime conseguenze » si prescriveva che esse « e li mazzi » e li registri di tutte le materie che ricercano secretezza, » debbano restar sempre custodite sotto chiavi dalli soli se- » cretari de' magistrati medesimi» se ne potesse rilasciar copia senza loro terminazione.

Due decreti del Maggior Consiglio (1413 e 1779) » sono rivolti ad allontanare il pericolo del fuoco dalle Cancellerie Ducale e Segreta.

«. Massima costante d' ogni ben regolato Governo essendo > » quella della gelosa custodia dei publici archivi dove sono » riposti li più preziosi documenti che servono di fondamento » ai sovrani diritti e di norma ai Consigli negl' importanti pu- » blici affari, tutta ricercasi la più accurata diligenza, alfine » di allontauame ogni eventuale pericolo, massime d' incendi, » e per agevolarne eziandio il loro uso con una ben ordinata » distribuzione. »

1419, 1 ott. M. C. Una, 26.

' 1676, 11 aggsto, C. X. Comuni, rag:. 126, e. 151 t. ' 1413, 88 die. M. C. Lenna, 227 1778, 11 geon., tn, ». M. C, CoJomòo, 0. 311. t.

1413. Si diatrusgn. un cumino che possa per la Cancelleria, da un» I endua sottu di essa. 1779. Si vieta l'uso del fuoco in una alanxa del lfaJun> ducale contigua alla Cancelleria Secreta, occupata da alcuno della n bmìglia del dogi.

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Giusta il suddetto decreto del Maggior Consiglio del 1413 non si potevano estrarre dalla Cancelleria pei: gli usi di nessuno, scritture secreto. Chi è autorizzato a leggerle si rechi sul sito ; soli il doge e la Signoria abbiano facoltà di estrarle per servirsene entro il palazzo; poi le facciano riporre. Questa pirte è quasi riprodotta da una anteriore in dialetto ^

Circa il rilascio delle copie estratte dalla Cancellena Se- creta^ può vedersi la terminazione della Signoria 1784, 20 agosto.

Fa un curioso contrasto colla fama di mistero che circonda ancora le memorie della Repubblica Veneta, il tenore delle sue leggi relative alla Secreta^ le quali ci apprendono, che le scrit- ture vi erano custodite con pochissima cautela, potendo chiun- que voleva, esaminarle e trarne copia. Onde si prescriveva che tutti i libri secreti, delle parti e delle lettere^ si collocassero in sito acconcio, riservato, in custodia di un notaio solo, sotto una sola chiave, a lui affidata. Egli le scriva, le rubrichi; in Can- celleria tenga un libro corrente di quegli atti ; ma chiuso, nes- suno lo vegga, tranne i Savj di Collegio e il Cancellier Grande. Primo di quei notai fu Domenico Stella.

Potevano per legge entrare nella Cancelleria Secreta i se- gretari del Senato, i cifristi, gli ordinari, i deputati a scriver le materie segrete, e « quelli destinati a partir con lo cariche « elette (p. es., cogli arabasciatori) che hanno ottenuto decreti « di permissione per estrar copie, da esser scritte in anti- « secreta ' ».

Malgrado però alle leggi, vediamo il Consiglio dei Dieci nel 1451 attestare che entravano « nella Cancelleria secreta « molte persone della città e forestiere, non per propri affari,

* 1402, 23 aprile, M. C. Leona, e. 125 t.

^ « Non siano più dato copie agli eccellentissimi signori savj del Colle- gio, deir una e dell' altra mano, noppur con il loro nomo al margine, a chi si sìa. - - Delle copie che fossero ricorcate, non se no possino rilasiriar che previa la permissione della Serenissima Signoria. -- Che li Segretari tutti che servono li magistrati non passano ottener copie senza previa pre- sentazione del da mo' (il nostro brevi 7nanu) che lasceranno alla Segreta, con la ricevuta a piedi della medesima, delle copie perme^Ke. >>

« ma per esplorare alcuu die, e leggere i nostri libri, « finora liliero a tutti 1' entrarvi ' ; nam de Mris secretis reperii v/uel'untin maniònsaligiiomin ad qvosnonspexìtaòant» ed or- dinava restrizioni. Faceva aprire certa finestra, eli' era al di dietro dello sgabello del Cancellier Grande, e per essa si dove- vano da»a leggere le sci^tture permesse.

Undici anni appresso si riconosceva die quella legge aveva inutilmente minacciato ai nobili che la avessero violata, resclusionc del Maggior Consiglio per sei mesi ai popolari, il bando da s. Marco e da Rialto, e ai forestieri il carcere per sei mesi. « Continua gran moltitudine di persone a fre- « quentarla e a toccare i libri e le scritture. ' » Si ripeteva per- ciò cbe non era permesso di entrare nella Secreta a chi non fosse del Collegio o del Senato. E al Collegio spettava il dai- licenza ai Consultori in jure di leggere documenti della Secreta per occasione di pareri pubblici, presente un segretario *.

« E disposto per leggo » cosi quel Consesso * « e per antica consuetudine, che delle scritture e lettere che si trovano nella Canceliena Secreta, non si pub dar copia di alcuna di esse a chi 81 sia privata persona, se quelle non sono prima Tedute et ben considerate dalla Serenissima Signoria et con espressa sua licentia. Et ben spesso occorre, che da diversi viene ricercata copia di esso scritture per suo particolar interesse, et ciò si concetle facilissimamente con un semplice ordine di essa Sere- nÌBs. Signoria dato in voce, et senza che appari nota di alcuna éorto » \

Ordini importanti circa la Secreta si pubblicavano col de- creto dei decemviri 30 maggio 1024, " il quale prescriveva la più rigorosa custodia di essa ; non potessero entrarvi che quei

' CircA l' ìngrerao nella Cancplleria Secreta, veggaal U decreto 1476, 4 mno, C. X. irisli, r. 19, e. m t.

' 1462, n agoBto, C. S. Miali, n, 16, e, 70 t.

» 1611, 14 ott. Sen. Terra, leg. 8), e. 130 t.

* 1611/12, SO gennaio. Collegio Notatorio 107. p. 113.

' Clrea le trascrizioni in Cancelleria Secreta, vengasi nuclie il decreto del Coostglio dei Dieci, 1451, 19 gennaio. Miiti, r 14, e. 95 t

« C. X., Omtunt, n. 74, p. 85.

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soli che avevano accesso al Senato^ i savii del Collegio e i Con- sultori, i quali soli e non altri, possano prender note e copie delle carte. I segretari tengano registro delle licenze di copie. Non si uniscano in filza le minute di kUere e diparti con postille e depennature per correttioni aggiorde et riforme^ ma i segretari debbano trascrivere le lettere e parti da loro notate, prima di collocarle nelle filze, affinchè non possa « causarsi scandalosi « concetti et sinistre interpretationi da tali postille o dcpenna- « ture, che almeno possano sumministrare apparenti sospetti di « male conseguenze. »

Se non si voleva che corressero in publico o fra magistrati che non vi aveano diritto, i documenti originali ^ non poteva concedersi senza qualche restrizione di estrarne copia. Queste discipline datano dalla fine del sec. XIII ^. Si chiedeva spesso il parere dei consultori in jure. Nel 1737 * si accorda al vescovo di Macarsca di poter trar copia d' un disegno topografico, seiiìr liti quei Consultori^ e purché essa venga eseguita dall'ingegnere proto alle acque.

dalle suppliche erano esenti le Città e i Principi. La città di Bergamo * prega la Republica di concederle copia delle informazioni dei Consultori intorno i diplomi di cittadinanza originaria di quella città. Il marchese di Mantova Sigismondo Gonzaga ^, le domanda copia dei diplomi di nobiltà veneta concessi alla sua famiglia. Di alcuni documenti non si per- metteva la copia, e lo si avvertiva nel margine: no7i detvr exemphim^ neqne ostendatur alieni ^. E si corresse anche V abuso

^ Per la estrazione dagli archivi anche di documenti amministrativi occorreva una terminazione di qualche magistrato. Per es. la Signoria addi 28 sett. 1729 concede V estrazione dalla Cancell. Due. di alcune carte inserte in un decreto del Senato, e la consegna di esse agli officiali alle artiglierie, verso ricevuta ed inventario. Il Senato (1773, 20 marzo) concede agl'Inqui- sitori alle Casse del Levante, Dalmazia ed Albania Testrazione delle carte che loro potevano occorrere.

« 1271, 26 ag. M. C, Bi/rons, p. 21.

3 1737, 26 aprile.

* 1737, 19 giugno.

5 1739, 9 giugno.

^ Per es. 1771, 26 sett., Collegio.

di stampare con fiovorchia facilità carte relative a liti [stampe ift causa) 0 in appoggio di esse, cm somtno discapito delpvòlico interesse *.

Le leggi però non avtiano, pare, molto successo ; perchè nel 1716 (25 giugno) il sopraintendentc dalla Secreta P. Gar- zoni, Gcrfvendo al Senato, avvertiva gli abusi; le copie di scrit- tnre che si traevano dalla Secreta, la necessità che i segretari invigilassero alla custodia di essa.

H numero dei notai nella Cancelleria Ducale o Supei-iwe, e nella sezione di essa, Secreta, fu considerevole '. Erano dap- prima una quindicina ' « ad serviendum Dominio, sapienti- bus utriusque manus et ordinum, et ad scribendum secreta tantum ; » altri « attendebant ad registra non secreta, et ad lit- teras et ad alias res comuues et specialium personarum ; » poi fino a 50 ; siccliè il Maggior Consiglio volle si riducessero a 40, e per la Secreta 1 6 oltre i 3 niimcaion *.

Fra le effemeridi della Cancelleria Secreta noterò che un Antonio di Corrado vi aveva collocato un libro conc^tcTiaius in vno armariolo, che trattava de gestis hijus nostre civitatis ; e pare (dice il decreto del Consiglio dei Dieci, 1455, 23 luglio *) che siano case mm rere. Venga adunque tolto di là, e si custo- disca altrove, chiuso, affinchè dal fatto del sito ove si trova, 'taa acquisti valore officiale.

Una riforma notevole della Caiicelleria Secreta ebbe luogo in Bi^fuito al decreto del Consiglio dei Dieci 1458, 24 genn. m. v, ^. che comincia : « Cumzosia corno se intende le facende del Stado « noBtro importantissime che doverla esser eecretìssimo comò

1774, 1 die. Senato, Terra, reg. 887 p. 87.

1451, 28 magg. C. X., Sfiult, n. 14, e. 51. 'Propriamente 14; C. X, 1451, 28 mag-gio, Migli, t. 14, e. 51 t, A

ilsputati allo matorìe secreto potevano esser privati, oltre gli ordinarti, gli tàtnordi natii che tono capaci di concorrere ic legrelarii di Senato |C. X., 1*7!», 28 tnatrsrio) Comuni t. 175 p. 62.

t 14E8. 15 marni, C. X.. MiUi, n. 14. p. 104; 1456, 11 aprile M. C, Sts'na. e. « t; 1490. 13 apr. C, X,, M'tli, n, Ifl, p. 183.

'' MttU, Il 15, e. 63 t.

' atiiU, n. 15, e. W7 t

- isè -

« quelle che tocha el cuor e la vita nostra, pervien a noticia « de quelli ai quali le doveria esser occulte, cum grandissiifio « pericolo de le cosse nostre ... ».

Siccome entravano in Collegio, in Senato e nella Segreta tutti i notai, si prescriveva che d' ora innanzi vi avessero ac- cesso soltanto :

« il Cancellier grande che attende ai Savii del CJonsiglio, « i notai del Consiglio dei Dieci, « uno che attende alle cedule,

« due notai col Cancelliere, per servizio della Signoria, « due pei savii di Terraferma, « due per quelli agli ordini. »

Altri non possano entrare in Collegio e in Senato. Oltre i tre notai a ciò deputati, il Consiglio dei Dieci incaricava altri dodici notai, a scrivere le cose segrete e a star in Cancelleria.

Se fu riconosciuta in tutti i tempi la necessità di formar buone rubriche delle scritture dei magistrati, a maggior ra- gione se ne provvidero le serie dei volumi custoditi nella Can- celleria Secreta e Bucale.

Pietro Bressano, circa il 1538, compiva il rubricario dei IX patti, poi ordinava in XXXX casselle le scritture au- tentiche che si trovavano in soffitta ; rubricava XXII commemo- riali. Nel 1545 ^ il Consiglio dei Dieci gli commetteva di for- mar « uno Libro a parte, con le sue rubriche et titoli, di tutti li « indulti, autorità et concessioni fatte per li pontefici romani « alla Signoria Nostra in diversi tempi et materie, le quali tutte « cose ecclesiastiche sono divise et sparse per tutti li covime" « moriali^ patti et scritture da lui viste et maneggiate, dalle « qual è necessario che sieno excepte et ridute in uno solo « volume.

E, a proposito di cataloghi ed inventari della Secreta, soffra il lettore che gli riportiamo il lunghissimo titolo d' un libro, che può dirsi un saggio di archivistica e di critica paleografica veneta, del p. Fortunato Olmo. E il « Direttorio

^ 1544, 10 gennaio m. v. Comuni, reg. 16, p. 111.

» et arte per intender le publiehe scritture, e dove sono a certi » punti oscure, illumiuarle e dar loro l'anima, massime a quelle » della Cancellarla Segreta, indirizzo a ben conoscer il valore » et uso delle medesime, esamina di molte di esse le più prin- » cipali, fattavi diligentemente sopra, con la dichiaratione » dove non siano così cbiare, dimostratione e prova della so- » stanza di loro tutte; nelle quali, dopo ben pesate cbe siino, » sempre risplende la prudenza e giustitia, maestà e libertà » della Serenissima Republica, insieme con molti documenti » per saper illustrarle, con V aiuto de' libri ed altre publiehe » scritture che anco si dichiarano -vicendevolmente una con » r altra, e particolarmente per saper ritrovare i nomi, anni » della data, et i nefiotii che in esse scritture non si leggono » et è al tutto necessario che si sappiano. Di che tutto si danno » diverse regole. Aggiontivi molti salutiferi ricordi intomo » ad esse, in quanto che possino patire, o habhiano patiti prc- » giuditii importantissimi, con gli rimedii sicuri et opportuni » per gli patiti et le cautele nell' avvenire. Opera segreta^ » da tum, stamparsi darsi furyrì: et assai utile agli eccollen- » tiBsimi signori savii et altri studiosi senatori che no siino » curiosi, Cancellier grande e segretari!. Fatica di piìi anni, di » domino Fortunato Olmo, da! tempo che cominciò, nel 1632, » ad esser impiegato per parte dell'Eccellentissimo Senato, in » servir la Segreta ; bora finalmente rivista e ridotta alla me- » glior perfettione possibile, con molti accrescimenti tratti » particolarmente da libri; in quest'anno MDCXLVH, dogando » il Serenissimo Principe D, D, Francesco Molino, in tempo » dell' ingiustissima guerra mossa da Ibraim Gran Turco a » Candia, che Dio confonda e dia vittoria a questa Chrietia- » Dissima Republica. »

Circa la copia delle scritture in materia secreta, si può vedere il decreto del C. X. Secreti 1633, 24 settembre, che ne incaricava quattro ordinarii della Cancelleria Ducale, e stabiliva alcune norme per la elezione di essi; e circa la sorveglianza alla Secreta, 1' altro decreto 17 35, 5 luglio, che « strettamente » obbligava il Cancellier grande a riveder frequentemente la

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» Secreta ed Antisecreta, ed invigilare aflRnchè ivi non scrivano » se non quelli che dalle leggi vi sono abilitati, e questi poi non » facciano altre copie se non quelle che agli usi publici sono » decretate, dovendo egli di tre in tre mesi riferire in iscritto » al Tribunale, con giuramento, se la predetta e le altre leggi » in questa materia siano obbedite. »

Della copia dei registri e delF indice generale della Se- creta trattano parecchi decreti del Senato ^

La Cancelleria inferiore o scrittoio ed archivio particolare dei dogi, diretta da due Cancellieri detti inferiori della Cancel- leria ducale, nominati dal doge e confermati dal Pien Collegio, comprendeva le promissioni ducali o statuti dei loro obblighi e diritti, gli atti dei correttori di quegli statuti, e degP inquisi- tori del doge defunto; le carte dei giuspatronati del doge, e dei luoghi pii dipendenti da lui, le elezioni dei cavalieri di san Marco, infine le cedule notarili, quindi V Archivio dei notai.

Esisteva la Cancelleria eii/fenorc già nel 1316 ', anno nel quale s' incaricavano i procuratori di s. Marco di far riattare e costruire a nuovo alcuni banchi in quell' archivio per con- servarvi gP istrumenti e le carte notarili. Essa era rac- comandata al doge '.

Il Maggior Consiglio nel 1772 deliberava questa parte:

« Fra le fondamentali sovrane leggi di questa Repub- » blica, provida egualmente e necessaria risulta V erezione sin » da remoti tempi prescritta dell' Ufficio della Cancelleria In- » foriere, destinato a ricevere, e come in sicuro asilo in

< Per es. Senato^ 1712, 14 aprile. Cons. X, 1731, 17 agosto: 1763, 23nov., è incaricato deir indice il nob. u. Nicolò Barbarigo deputato alla Secreta. « 22 agosto, M. C. Clericus et Civicus, pag. 55.

3 Non potevano i preti , (1474,19 gen.) esser eletti cancellieri inferiori^ ricercatori (repertori) coadiutori ecc.; ma a tali carichi dovevano eleggersi « cittadini nostri originari, per età, dottrina, bontà et ogni qualità idonei »' (1521, 28 giugno, M. C. Libro d' Oro X, 220).

La scelta dei repertori o coadiutori nella Cancelleria inferiore ^ doveva esser fatta dai Cancellieri, e confermata dai Consiglieri (1538, 7 genn. M. C. D'Oro, Xn, 57).

4 20 apr. M. C. Colombo, p. 185 t.

» cautamente conservavp, le ultime volontà degli uomini, cho » disponendo de' proprii beni con pienezza di iacoltà, danno » legge ai rispettivi patrimonii delle famiglie, che da quelli » autentici fondamenti ricavano la pììi sicura base cui si ap- » poggia il tranquillo possedimento delie loro sostanze. E qne- » Bto Officio restò inoltre prescritto a raccogliere li documenti » delle prerogative, iuspatronatì, rendite di serenissimi dogi » e custodirli con gli atti tutti ducali, a cura dei succes- » sori. »

Quel gelosissimo arcliivio fu con sfortunato consiglio «tra- dotto e stabilito in due stanze terrene ne! 1474, ed ivi espo- sto air umidità », e subì « quei detrimenti e quei danni, che -> ingranditi dalla stagion di tre secoli, lo ridussero alla più » deplorabile costituzione, e ad un tale scompiglio, originato » dalla trascurata collocazione de' testamenti da tanto tempo » Colà confusamente riposti » e da altro ....

Fu provveduto allora trasportando quelle carte nella sala di residenza del Collegio delta Milizia da mar\ ma anche c'era mala custodia; dunque si permette al Doge « di sepa- rai-e dalla ducale abitazione la stanza . . . contigua alia Conceliefia^ ove, raccolti li testamenti e li alfabeti delle persone Tiventi, se ne renda sicura la custodia » ecc.

Quell' archivio fu ordinato nel 1774 * da Lauro Barto- lini Cancelliere Inferiore « colla scelta de' moderni testamenti n^ti dai nodari viventi, cho fi-ammiscbiati con 130,000 an- teriori, da circa due secoli giacevano nei vecchi armcri ; »> e lo stesso Bartolini ordinò anche un ammasso copioso di carte precedenti al 1474, tempo della istilìi.-ìone degli alfabeti^ che forma la responsabilità della consernaimie e nistodia. Coordinò 300,000 testamenti non pifMlicaii ; restavano da ordinare i te- stamenti di G90 notai. II numero complessivo dei testamenti si calcolava un milione.

Il Bartolini aveva servito 45 anni, e pe' suoi meriti il

' 1T74. 7 apr. Senato, Tfi Tina reg. 381 e. 394 t.

o V. 1771 30 genn. i

I. Seuabi

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Senato gli faceva coniare una medaglia * d'oro del valore di zecchini 150, e commetteva ai Riformatori allo Studio di Pa- dova di « far affiggere nella Cancelleria inferiore una cor- rispondente iscrizione che tramandi a' posteri la memoria di chi imaginò e condusse a felice termine V opera stessa, »

X

Consiglio dei Dieci; Inquisitori di Stato.

Fra le prime cure del Governo che risguardano TArchivio del Consiglio dei Dieci fu quella della nitidezza dei volumi che contenevano le leggi statutarie ad esso relative ; quindi il ca- pitolare. Troviamo che nel 1328 ^ lo si vuol trascritto in buona lettera., perche è assai confuso ; e nel 1424 ^ si decreta, che siano raccolte in un libro tutte le parti spettanti ad esso Consiglio.

Parecchi di cotesti volumi sussistono anche oggidì: il Ma- gnus comprende i decreti del Consiglio dal 1310 al 1609 * ; il Rubmis, dal 1503 al 1522 ; il PrimuSy dal 1550 al 1567, ecc. ^

^ n punzone della medaglia si conservava nella Zecca di Venezia. Esso reca in un lato il leone nimbato, in molòca, e le parole: Aloysio Mo- cenico duce -auspice inclyto - ducale archivum inferlus recognitum in- stauratum anno salutis MDCCLXXIV. e dall'altro: Lauro Bartolini Ducali Cancellario Inf. dirigenti ex S. C. monumentum.

« C. X. 22 sett. MisU, r. 3, p. 40.

3 1424, 29 nov. C. X., Misti r. 10, e. 72 t.

^ Cons, dei Dieci j Magnu8:\Z\0, 17 giugno 1609, 20 nov. (e 1618, 10 ottobre con rubrica). Nella copia :

^< Liber partium et ordinum Consilii do Decem; ex libri» dicti Consilii nempe principio ejusdem incipiens, a capitulari, apposita in fine rubrica di- ligenter ordine alfabetico disposita » inceptus manu q. Joaunis Ga8i>arini usque ad paginas 412 et exinde, perfectus a doctore Francisco Carbone ad hoc ab Bxcelso Cons. X. deputato.

'-> Il rubeuSy ha rubrica, e comprende il periodo 1503, 6 marzo 1521 29 gennaio m. v. ;

il primuSy 1550, 11 marzo 1567, 18 apr. con rubrica il secundus, 1567 16 marzo 1575, 30 luglio, senza rubrica; il tertiuSy 1576, 7 marzo - 1588, ult. felìhr. m. v. con rubrica, il quartus, 1588, 23 febbr. ~ 1591, 15 maggio.

■t.i wl^

I

E degli esemplari antichi fu fatta esegxiirc una copia.

Notei-cmo alcune particolarità.

La serie più antica dei dncumenti del Consiglio dei Dieci, è quella dei Muti '

Il primo volume dei Misti^ così ritenuto anticamente, co- mincia dal 1300; evidentemente non poteva essere del Consi- glio dei Dieci; ed è invece il primo dei Misti del Senato colla cui rubrica corrisponde, curiosamente superstite alla distruzione degli altri 13 che giungono, fino al 1332. È di carte 194, ma co- mincia colla 101.' Perciò, e pei guasti dell'umidità, le primepcr^z che possediamo sono del 1315, V hanno due lacune. Il tomo quinto mancava fino dal 1611 ; il 7.", inscritto in un inven- tario di queir anno, fu poi riconosciuto per un registro del Col- legio {notalorio^ 1383-91) e riposto in quell'archivio.

V aveauo alcune serie ili volumi che ora più non esistono, p. es., dei mandati segnU '.

Alcuni processi si custodivano in un cassone (sec. XV]; per aprirlo occorreva una licenza del Consiglio ; le tre chiavi si custodivano dai capi di mese, affinchè fosse diminuita la facilità di aprirlo, come avveniva spesso per lo suppliche dei condannati ciie impetravano grazia \

Per ragioni di sccretezza, tutti i libri e le scritture del Consiglio che si trovavano nm banchi di sopra, presso l'entrata della Cancelleria, si facevano trasferire suòiìts Cancellariam, nella Camera dei capi *, ivi soltanto potevano i segretari regi- strare 0 scrivere carte del Consiglio ; Ì suoi processi non spe- diti si riponevano nella cassa e nei colti o palchetti appositi.

Il Consiglio dei Dieci comunicava al Senato alcune carte

Veggaai nel doc. V la spiegazione dei titoli di alcune aene dell' Ar- cfaiiio del CoDeiglìo dei Dieci.

'- C. S. U59, U nov.. Misti, n. 15, p 1S2; p. U64, 13 nov. C. X. -* Fra 1 tegifitrì del Cuns. dei X, sono: un indice di ricevuto processi l e di altra carte foramte col rito del Senato 1622, 3 marzo 1S59, 3 detto ; ' libro di procemi coiiBegnati nella Secreta, 1617, 14 agoelo - 1759, 25 \ moggio; «libro dei processi espediti ut posti nelll cassoni dal 1595 in a : ma b un elenco di nomi per alfrtbeto poco più che cotninciato. l*eO, 21) se»., C, X, M,Hi, n. H, p. lOS.

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segrete, nella loro inteff rità^ o corrette (modificate). E le comu- nicava anche al Collegio ; ma pare a voce^ donde non si può credere all' esistenza di serie comunicate al Collegio ^

Neir archivio del Consiglio dei Dieci si custodivano anche volumi e documenti estranei. Per es., nel 1471 tutti i privilegi che il conte Vinciguerra ed altri de'CoUalto avevano impetrato dall'Imperatore a Ratisbona ^. Carte politiche importanti e pro- cessi, custodiva il Cons. dei Dieci in una cassa bianca^ nella soffitta, la quale non poteva aprirsi senza permesso dei capi del Consiglio *.

Sullo scorcio del secolo XVIII * P archivio dei decemviri era in condizioni pessime, riguardo al sito e airordinamento. Il Senato lo conobbe, e avvisò V urgenza dei restauri, affine di preservare « i pregevoli documenti che in essi esistono, in parte anche danneggiati dalle imperfezioni del luogo stesso, » ap- provando un piano dell'architetto Filippo Rossi, colla proposta aggiunta del soffittone contiguo ; per render piii capace l'archi- vio. Per metter poi un po' d'ordine nell' archivio disordinatis- simo, « si adotta il provvido suggerimento d' istituire una per- manente presidenza coperta da soggetto in attualità del Con- siglio dei X, e per ciò si delibera che d'ora innanzi sia fatta annualmente, nel primo Consiglio del mese di ottobre, elezione di un solo deputato alle sale^ e che in luogo dell' altro, per non aggiungere maggior peso alli cittadini componenti il Consiglio medesimo, sia eletto un irresidente delT Archivio^ la cui ispezione sia quella d' invigilare alla custodia e al buon ordine del me- desimo ». Si nomina poi a deputato alla separazione ed ordi-

* Cons. dei X, 1473, 17 maggio, Misti, n. 18, p. 10. Si invitano nel Cons. dei X i Savii del Consiglio di Terraferma, perchè ascoltino certa rela- ziono fatta ai Capi dei Dieci.

Una delle più antiche comunicale ai Senato legge nel volume del Cons. dei Dicci. Afisti, n. 22, p. 87, addì 2 die 1184. Comunicazione di let- tere dirette al Cons. dei X. dall' Arcivescovo di Antivari circ^ Tlnterdetto, e deir ambasciatore in Milano, cav. Antonio Vctturi.

« 26 sett., Misti, n. 17, e. 138 t.

3 C. X. Secreti, 1586 19 maggio n. 13, e. 32 t. e 118 t.

* 1785, 9 sett., C. X, Comuni, r. 235, e. 246 t.

namento delle filze e doi registiì, colla dipendenza dal nobil uomo preBÌdentc, e culi' assistenza d' coadiutore, Giuseppe Francesco Olivieri.

n u. u. Zaccaria Vallaresao, altro presidente dell'Archivio del Consiglio dei Dieci, nel 1786 riferiva (C. X, 21 luglio) essefuc compiuto l'oniinamento, e proponeva di sgombrare il locale dei modelli e disegni antichi di piazze, consegnandoli « al magistrato alle fortezze, presso il quale altri simili se ne conservano. » Era coadiutore Domenico Caliari Fantinelli. Ri- conosceva necessario di sbarazzare t'archiviu « di molte filze, mazzetti, libri e carte di epoca lontana risguardanti li tempi addietro sino al principio del secolo corrente, logore e quasi consunte, contenenti rifcrte di capi di contrada, e lettere vec- chie di publici rappresentanti, e cose simili che non sono utili meritano alcun riflesso ...»

Dopo quanto ne ha scritto nel periodico « Archìvio Ve- neto » (1871 e seg.) il siguor prof Rinaldo cav. Fulin, sarebbe inutile che si tratta.sse qui particolarmente dell' origine e della storia degli Inquisitoi'ì di Stata, coevi ai membri del Consiglio dei Dieci. Diremo piuttosto della suppellettile, assai decimata, e non molto pregevole del loro archivio.

Esso si compone : di lettere dirette dagl' Inquisitori a rap- presentanti il Governo nello Stato e presso le Corti straniere; minute del Tribunale e miasive restituite dagli ambascia- tori, rettori 0 confidenti cui erano etate dirette : delle lettere mandate dagU ambasciatori ecc. agi' inquisitori ; di processi per reati politici e delitti comuni ; di Carte spettanti ai mestieri [Arti), a strade, contrabbandi, ne- goziazioni segrete.

Ecco il programma d'ordinamento delle varie serie di quei documenti, quale è seguito dai signori Luigi Pasini e Giuseppe Oiùuu), officiali uel R. Archivio Generale, i quali hanno ormai posto ordine a quasi tutte le singole scritture.

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Capitolare.

Genere I.^ Carte proprie (A.)

Classe L' Minute dei Secretori ;

» 2/ Lettere degV Inquisitori.

Genere 2.* Carte degV Inquisitori.

Classe 3/ Suppliche., petizioni., memoriali al Tribunale.

Classe 4.' Lettere e scritture dei rappresentanti., agenti^ ministri,

e persone private :

del Capitan grande ;

dei confidenti nella città di Venezia ;

degli albergatori ( qui le carte « Forestieri » ) ;

di altri ; ^

denunzie sottoscritte, od anonime ;

dei rettfiri ;

dei confidenti nelle provincie;

degli ambasciatori ;

dei confidenti all' estero.

Genere 3.*^ Carte proprie ( B* )

Classe 5.» Processi : ) diversi ;

b* ) per contrabbando ;

Classe 6/ Sentenze (carte relative a prigioni, confinati, esiliati,

condannati alla galera, a morte ) ;

Classe 7.« Polizze di spese ;

Classe 8.' Diverse.

Riassunto :

Classe 1.' e 2.' Massime;

Interno v .

e*

Interno l d.

Stato

Estero

)^:

3.*

Dmnande;

4."

Informazioni ;

5.*

Inquisizioni ;

6.'

Pene;

7.'

Cassa ;

8.'

Diverse.

Il procedimento sommario degP Inquisitori potrebbe far credere che non tenessero nota delle cose trattate. Ora avevano invece registri di memorie, e collezione di norme o capitolare.

Nel 1652 ' gì' Inquisitori doler ni inavano la instituzione di «D libro « cariato ed alfabetato, dove sia obbligato il segre- « tario di scrivere di tempo in tempo le querele, processi et « negotii gravi che succederanno, della maniera in tutto e per « tutto clic si prattica nello Eccelso Consilio, et all' incontro « siano pure contrascritte note degli atti che anderan succe- « dendo, onde sempre resti sotto 1' ocoliio le materie tutte, e « quello che sarà stato operato e risolto, così ordinando che « sia annotato. »

Di alcune di quelle note dalle quali certi registri presero il nome di mhimi delle Annotazioni., doveva darsi lettura dal segretario dcgP Inquisitori nel primo giorno di riduzione^ dei nuovi. '

Eccone qualche notizia.

Annotazioni degl' Inijiiisitori di Stato, 1643-1797.

Il primo volume 1643-1647 (a. 290 della Collezione di codici restituiti dal Governo Austriaco nel 1869) è una semplice rubrica alfabetica di noto, colla data e t;oll' oggetto dello scrit- ture ricevute (lagP Inquisitori dt Stato o da essi dirette ad ambasciatori o ad altri jiepsonaggi, con richiami a mazzi se- gnati con lettere romane maiuscole, o a filze dell' archivio del Cons, dei X per le deliberazioni di esso Consiglio sopra pro- poste degli Inquisitori.

Il volume primo propriamente detto delle Annotazioni (n. 292) comprende il periodo dal 1652 al 1673; gli precede una rubrica, e nella prima pagina è scritta la deliberazione degl'in- quisitori 1652, 12 ottobre, d' istituire la presente serie dei vo- lumi dello Annotazioni. Le note sono piii diffuse, disposte per epoca, taluna sottoscritta da' tre Inquisitori, estese a sinistra di chi legge; nel mezzo foglio corrispondente, v'La la nota della evasione od esito dell' aSare.

> 12 ottobre. Cadici della ex - collezione Brera, N 2S2. * Terni. loq. 1661, 19 Bett. AnnotaUoni voi. 1

- 62 -

I periodi compresi dagli altri volumi sono : (2.' delle An- notazioni senza num.) 30 marzo 1684 - 1685, 12 febbraio m. v.;

» 291 7 marzo 1686 1701, 1 sett.

» 294 4 nov. 1701 1719, 5 sett., ed una del 1736, 29 gennaio m. v. ;

» 295 1719, 3 agosto 1723, 1 maggio;

» 296 1723, 8 maggio 1729, 30 agosto;

» 297 1729, 7 sett. 1737, 10 settembre;

» 298 1737, sett. 1746, 29 settembre;

» 299 rubrica diffusa da ott. 1746 a 1796, 28 feb.;m.v.

» 300 1746, 5 ottobre 1755, 29 settembre;

» 301 1755, 5 ottobre 1759, 26 settembre;

» 302 1759, 9 ottobre 1763, 29 settembre;

» 303 1763, 5 ottobre 1769, 29 settembre;

» 304 1769, 19 ottobre 1776, 27 febbraio; m. v.

» 305 1777, 8 marzo 1785, 7 dicembre;

» 306 1786, 11 aprile 1793, 27 settembre;

» 307 1793, 19 ottobre 1797, 6 marzo.

Le date sono quelle à^W annotazione \ non ActWesaurinì^nto^ eh' è quindi posteriore ^

I dieciotto volumi non contengono notizie di tale impor- tanza che giustifichino la fama attribuita ad essi come a tutto l'archivio degli Inquisitori di Stato. Sono note di polizia, pochis-. sime d' interesso diplomatico; in parte studiate e publicate dal distinto cav. Augusto Bazzoni noW^ Archivio storico italiano^ serie III, P dispensa del 1870 e seguenti, 57." della Collezione (Fi- renze, Vicusseux, 1870, p. 45) dall' avv. Giulio Crivellari, per

* n comm. Agostino Carli Rubbi, in uno dei rapporti che dirigeva al Governo Generale, intorno le carte più importanti che trovava nell'archivio degli Inquisitori Stato, addì 15 aprile 1822 scriveva: «Dirò anco che io ho veduto nella stanza di riduzione dol Tribunale, accanto al httrò del Se- gretario, l'armadio ove stavano i libri usuali, cioò i notn(orì> ch'erano in fo- gliu col taglio alternante, rigato di colore celeste, rosso e bianco, i quali qui non sono puranco da Milano stati restituiti ; i libri delle annotazioni, e delle sentenze. Nelle quattro stanze superiori poi tencansi i proccssetti e le carte e corrispondenze importanti. »>

Non crederemmo che si potesse, sulla sola asserzione del Rubbi, ritenere che gl'Inquisitori usassero di notatola diversi dai volumi ììoWq Annotazioni.

1 Sila opera inedita dei dinlto peiuilc della Rep. rettela, e dal tcav. Armando Jiascìtet{Lt's Arcliives de Vcniseeto. Parie, 1870), H sef^retario degl' Inquisitori di Stato, scriveva ancliR in r registri oblunghi [vacchette] ' per alfabeto e colle date, alcune memorie delle cose eseguite dal Tribunale. Queste memorie o noterelle si segnavano anche sul dorso dei processi. Ne restano i|uattro volumi, dal 1771, 7 agosto al 1797, 21 aprile. Anche gì' Inquisitori, come il Cons. dei X, custodivano processi ed altre carte in uno scrigno '.

Molto fu discusso sul capitolare dogi' inquisitori. Avreb- tsi dovuto credere che sino al 1755, " non ne possedessero, llperchè nelle Annotazioni si trova questa memoria:

« Mancando assolutamL'nte in questo Archivio ogni do- cumento della istituzione di questo tremendo venerabile Tribunale, base ferma e sicura della conservazione e felicità dello Stato, della grande sua potestà e delle materie di tempo in tempo ad esso raccomandate, s' incarica il circospetto Se- gretario D. M. Cavalli che fu segretario per due anni, di raccogliere dai libri e filze de iu questo sacro e impene- trabile recesso si custodiscono, li fondamenti accennati, e for- marne un piccol libro a guisa di capitolare del Triìnmah ; e perchè inoltre sono difettivi di molti anni li registri dell' in- dice e del diario che servir debbono di guida per rinvenire li ' lumi occorrenti in ogni materia » viene incaricato il segreta- rio di ciò, e gli ei assegnano ducati 30 al mese.

II coipitolare invece si conserva in due esemplari, 1' uno H^ncir Archivio di Venezia ' e 1' altro nella coliezione Cicogna presso il Musoo Civico Correr ^

' Questa deoomi Dazione di ana ben nata specie di registri ubitinpbl, Hi \ (òrw per t>i prima vulta nel decreto dei Consigrllo dei Dieci, Milli reg. p. IS, HBO, 17 luglio.

* C. X Secreti 1595 24 febbr. m. v. reg. 13 u, 147 t, ' VTSb, 29 sett. Aniiutacioni Inquis. di Stato, eod. ei-Srera u. 300 p.

L'ceeniplare dell'Arcbiirirt è cartaceo, del sec. XVm, di pag. 66, 1411 - 1793, S6 aprile. Il itfcrturio e parte dei testo, è dj pagno di ud

brio dfgt' Inquisitori Suo a pog. 74; Suo alla 9l3 di altri due.

'' RoiDMiin, nella « Storia docum, di Venezia; V'Cuezia, Naratovich, 1857

- (U -

Ai segretari era commesso di redigere una relazione oti^ nuak. Di cotali relazioni se ne conservano nell' Archivio Ve- neto, sessantasei, dal 1715 al 1796, e pochi frammenti. Con- tengono ricordi, specialmente della gestione economica, delle cose più notevoli di polizia interna, delle note dei prigioni dei confidenti stranieri, (alcuni, gli stessi residenti delle Potenze estere ). Per verità quelle relazioni danno un concetto assai meschino del Tribunale degP Inquisitori, pur ritenuto tanto importante ! le prescrizioni di essi, sebben fosse nella fama publica circondato di tanto mistero, erano sempre obbedite. Circa alla restituzione delle lettere che i rappresentanti ave- vano ricevuto dagP Inquisitori, essi ingiungevano che « chi- » unque, al suo ritorno da publico carico sostenuto, debba rc- » stituir al Tribunale ... le stesse lettere originali quali li » furono rilasciate, onde per nessun caso mai possano esser » neppur vedute. » Questo preciso dovere era però negletto dagli ambasciatori, residenti e consoli. Tutti i rappresentanti adunque ( così si prescrive) debbano al ritorno in patria resti- tuire le carte del Tribunale al segretario di esso ; e così tutti i consoli, ma restituendole di volta in volta. Ai successori si lascino le sole lettere di commissione; si mandino tosto a Ve- nezia quelle che furono custodite in deposito negli archivi degli ambasciatori e residenti alle Corti.

L' obbligo dei rappresentanti il Governo nello Stato, di restituire al loro ritorno scritture scerete, era antico. Lo si trova ricordato nel 1518 ^ ; quei documenti (decretavasi allora) si custodiscano in sito apposito, e fra quindici giorni si ritirino quelli relativi alla guerra passata.

t. VI, p. 109-197, ha pubblicato il Capitular deìli Inquisitori di Stato, codice che add\ 5 maggio 1797 passò in mano di un nobile, poi di un Giuseppe Pasquali, raccoglitore di libri rari, dalla cui vedova lo acquistò Andrea Tes- sìer, che lo cedette al fu cav. Em. Cicogna. La collezione di quei docu- menti, che il coTipi latore denominò Capitolare, fu eseguita, non per commis- sione ma spontaneamente da Angelo Nicolosi segr. degrinquisitori distato, nobili uomini Giov. Francesco Barbarigo, Angelo Emo, e Giacomo Querini cav. ai quali fu da lui presentato.

* 1518, 30 giugno, C. X., Misti r. 42, e. 60 t.

Confrontando il catalogo tiell'archivio degrinquisitori quale era sotto la Repubblica ' colla povera e disordinata miscella- nea cb' è giunta a noi, la mente ricorre agli eccessi della De- mocrazia e alle rapine francesi, « Accorreva il popolo spo-

» gliava, stracciava gli archivi del Consiglio dei Dieci e degli » Inquisitori * ». Il Bassal per incarico del generale Serrurier (23 nov. 1797) foce il resto. I privati continuarono per anni parecchi a chiedere e ad ottenere dal fatale Archivio, carte com- promettenti. Di qui so^e scritture degl' Inquisitori si trovano sparse presso parecchi *.

Agli asporti e al disordine succedettero le reintegrazioni e gli ordinamenti. 11 Governo' Austriaco incaricò il comm. Ago- stino Carli Rubbi assegnato in servigio dell' Archivio poli- tico in s. Teodoro di scegliere le carte più importanti de- gl'Inquisitori e preparare lo stralcio di quelle che, d'accordo col Chiodo, gli paressero inutili. Il Rubbi cominciò allora col Go - Terno un carteggio che continuò circa dieci anni. Considerava l'archivio degl' Inqui.sitori come quello segreto di Sua Maestà *; e con graud'enfasi si vantava di aver « l'onore di essere crea- tura della Eccelsa Presidenza Governativa* ». Nel 1812 quando pose piede nell' archivio di s. Teodoro, trovò nel vestibolo di

è intitolato come abbiamo detto: >■■ Procesai e carte reatituite, e carte ohe SODO ne^li armari VII da basso, negli armari VI, cassette Vili e due OMBoni di sopra, v

' Romanin, IX 114, 620; X, 280,

^ Esiste presso la vedova di Samaele HoinaDÌD In copia un " Somma- rio dulie carie che esistevano nell'archivio degl' Inquisitori di Stato, noD che l'elenco di molte altre relative alle ultime vicende della Repubblica Veneta, quali reuoero asportate dal commissario francese Bassa) nel 1797. « [N. B. In queste nltinie vi è il sommario della relazione fatta dal segretario Giu- Gradenign sull' adempì mento dell' incarico cti'ertiglì stato impoeto nel 1197. d'ingiungere cioè al conte di Lilla I Luigi XVIII 1 l'immediato allon- ttnauento da Verona e dagli Stati della Rtpubblitti).

> Sua lettera al Presidio del Gov. Austr.. 1819, 14 ag., N. 47.

' Brft stato nominato ad officiale nell'Archivio di S, Teodoro dal Mioi- deirinleroo dell'ex - Regno d'Italia (disp. 5 agosto 1813, n, 22152). L'Incaiioo dell'ordinamento dell'archivio degl'Inquisitori gli era venuto dalla l'reeid. del Gov. Austriaco decr. 6 aett, 1815, n. 31215-2113.;

- 66 -

quella ex-Scuola « le carte degP Inquisitori accatastate e am- « mucchiate dall'azzardo, congerie fatta dalla paura^ dalla fretta^ « e dalì ignoranza ». Informò poi il Groverno di ogni menoma scoperta nell'Archivio, e del come ordinava gli scarti *. Ma le operazioni del Rubbi non servirono a metter la luce dell'ordine fra le carte degl' Inquisitori. E prova n' è il presente ordina- mento che se ne deve fare.

Una parola dell' uso di quelle carte terribili^ sotto il Go- verno passato.

Sua Maestà l' imperatore Francesco I, con risoluzione 14 giugno 1824, ordinava che quell' archivio dovesse « restare coìm prima segreto ed inaccessibile ; e che niente se ne potesse estrarre per famiglie o privati. Soltanto in casi aflfatto parti- colari, e per carte le quali fossero di riconosciuta proprietà, può aver luogo un' eccezione, quando dagli atti risulti che le carte si trovano nell' Archivio, solo per accidente^ od almeno, che la loro deposizione e confisca non erano un argomento delle delibera^ zioni degl' Inquisitori.

Nel 1828 * lo stesso imperatore aggiungeva : « Volendo io che non sieno più a lungo trattenuti alle parti ( i privati) li privati documenti originali esistenti nell' archivio dei già In- quisitori di Stato in Venezia, quando le parti stesse ne fanno la ricerca, e ritenuto sempre che trattisi di originali^ e di resti- tuirli ai veri proprietari sopra loro domanda .... trovo di ordinare che per l' avvenire sia sopra ogni ricorso di parti pel conseguimento di privati documenti originali, sentito prima sempre il direttore dell' Archivio, se cioè dessi si ritrovano neir Archivio, se il diritto di proprietà dei petenti è sufficiente- mente dimostrato » ecc.

Dunque il veto di esaminare quelle carte ad altri che non fossero il presidente del Governo, il direttore generale di Poli-

^ Per 68.. circa le carte criminali e di polizìa^ il Rubbi giudicava da gettarsi quelle relative a licenze^ piccole gratificazioni, soccorsi, lettere inter- cette, riferte, piccoli affari di finanza e di contrabbando, affari giudiziari e letterari di nessuna entità.

* V. Governo Austr., Presidio, 1828, IV 10-22.

zia e quello dell' Archivio, provenne specialmente per l' abuso che se ne feceva. Ma in verità chi ha svolto le corrispondenze e i documenti degl' Inquisitori, può attestare esservi assai poco che anche il Governo più assoluto potesse desiderare che re- stasse ignoto a tutti.

XI.

Archivi Giudiziari.

Fra le materie amministrative alle quali la Republica rivolse il vigore delle sue leggi fin dai primi tempi della sua costituzione, fu la materia giudiziaria. Lo dimostrano la rego- larità delle scritture notarili, V esattezza e la lucidità dei vo- lumi, la esistenza di giudici civili, coetanea ai primi documenti di Venezia che ci restano.

Alla metà del secolo XIII si obbligavano i giudici del Proprio e gli altri, a metter in scrittura tutto che sembrasse loro utile da aggiungere o togliere nell' aìidamento dei loro UfEcii ' e consegnassero questi ricordi alla Signoria, nel- r uscir di carica. La Signoria farebbe registrare quei savi am- monimenti « in quaterno Comunis, ad memoriam retinendam. »

Le scritture dei Signori di Notte al Criminal si volevano ' custodite in un baìico nel loro archivio, cioè i quaderni delle inquisizioni dei delitti ; il quaderno dei banditi ecc. si chiuda a due chiavi, custodite da due dei tre Signori. Altro òanco si costruisca nella Prucuratia di s. Marco, per serbarvi tutte le scritture e ìnqmsiziwii dei banditi, e il libro di questi sia te- nuto in cwrente da notai sorvogìiati da uno del Magistrato.

Le cedule nelle quali raccolgono le dichiarazioni dei testimoni dinanzi i giudici di palazzo, fra otto giorni dovevano Mgifitrarsi in quaderni a cura di notai ^.

E con altri decreti, s'iustituivano registri di atti giudiziari

' 1250 12 sett. M. C. D'Oro. I. 10.

* U. 0, 1310, 19 Beltembre, Novella <■. IST t.

- -

delle Corti inferiori o tribunali di !•. istanza ^, e si escludevano dagli ufficii del basso ministero, i sacerdoti. Dopo aver servito per secoli a stilare gli atti privati, e a stender scritture giudi- ziarie, venne tempo che ebbero il congedo. Così i frati. I casi moderni non sono dunque nuovi.

« El non è conveniente che i preti di questa cita nostra, » i qual per la profession soa dieno attender al culto divino, » se mettano ad esercitii al tutto de quelli alieni, zoe a i » officii [di notaio o scrivano) di nostri zudegadi de palazo : ai » qual officii stariano ben nostri citadini laici che hanno » exposte le fortune et persone soe per el stado nostro » *.

I numerosi documenti relativi agli archivi delle giudica- ture venete ( « delle scritture vecchie del palazziO » ) ci fanno conoscere i gravi danni che essi patirono per la noncuranza e per la venalità di chi li aveva in custodia. E sebbene nei secoli XVII e XVIII ne fosse affidata la sorveglianza ai conservatori ed esecutori delle leggio tuttavia la condizione di quegli archivi non migliorò grandemente.

« I libri delle sentenze et altri atti delle Corti e magi- » strati di palazzo ... se intende esser tenuti confusamente » et senza la custodia che si conviene ....'» Ne mancano alcuni, ed altri « sono stati anco a vilissimo prezzo venduti » nelle botteghe de' vivandieri et smarriti con mali modi, et » altri pochi sotto li piombi del palazzo restano esposti al- » r ingiurie de' tempi e pioggie ».

Ogni massaro, o in mancanza di lui, ogni notaio dei magi-

< 1471, 28 sett., M. C, Libro d'oro, Vili, 132 t SMnstituisce un libro pergameno in ciascun Ufficio, diviso in sei sestieri^ nel quale i notai regi- strino gli atti di vendita, pagamenti di dote ecc., non essendovi presso le giudicature del Proprio, Esaminador, e Procurator, tranne quello dei Coman- dadori. 1478, 11 maggio, M. C, Regina^ 176 t.

In un locale attiguo air ufficio del Proprio si costruiscano armadi ed altri ripostigli per custodire i registri dei cogniti e delle strìde del Proprio, finora in mano dei banditori; i notai tengano un registro scontro degli atti da far eseguire dai banditori.

2 1474, 19 genn. M. C, Regina, 145.

3 Senato, 1632, 1 maggrio Teìra, r. 107, I, p. 103 t.

strati giudiziari, « furmi i}uanto prima un inventario distinto, » et separato per i tempi et per materie, di tutti i libri et re- » gistri eìie sono et nell' avvenire saranno formati nell' Ufficio iove servono. » Si assegnino, per riporvi quello t^arte, luoghi vm armari., il Collegio vi nomini un soprintendente; il Can- cellicr grande dia in proposito i suoi savi consigli '.

I sindici e giudici straordinari dovranno riconoscere (de- creto del Senato 1636 25 luglio ' « da quali magistrati sarà » stato osservato T obbligo di mandar li libri all' Archivio, » e di quei cbe mancassero, obbligar li ministri ad essequirlo

> dentro quel più breve termine che loro paresse poter bastare.

> Li ministri di qualunque magi.strato, obbligato di mandar H » libri all' Archivio predetto, non doveran tenerne alcuno dei » vecchi; che serva per più tempo dell' anno corrente o

* dell' antecedente, che non habliino in loro potere gli atti » di più lungo tempo di due anni. »

La custodia dei libri delle sentenze e degli atti dei magi- strati di Venezia si appoggiava in seguito intieramente ai Conservatori delle leggi, come sopraintendenti ai ministri che lebbono inventariare e mbricare i registri '. Abbiano facoltà r inquisizione circa una perdita di 60 libri, accaduta, e circa ra^ressioni che fossero state commesse; ricuperino i libri ihe fossero presentati presso magistrati ed esaminino le qua- btà del cvilode dell' Are Aimo.

Poo) appresso (essendo condotto a termine 1' ordinamento

dei libri e delle scritture de'magistrati alle Corti ed altri ofEcii

, Marco, e formatone un diligento inventario) si lodano

delle cure i Conservatori delle leggi. « Al disordine poi scoperto

* nel Inogo dei noclari morti, delle 40,000 minute non regi-

* jftrate e facili a perdersi, deveranno detti Conservatori prov- » vedere, con incaricare il Collegio dei nodari al loro registro,

»■ 0 col dividergliele, o co! far che da esso sia deputato chi vi

Vedi circa il hiogcy per qaelt'arohivio {lopra li oJStH delle Curii) il de- creto del Senato. Ttrra WM, 13 magig^D. Senato Terra reg. lU p. 196. 1571, 14 agosto. Senato, Terra reg. 183 e. a04 t,

» supplisca dentro il più breve termine. Ordineranno anclie » che si faccia un inventario dei protocolli e d' altre scritture » che esistessero nel luogo dei notari morti, da consegnarsi al » custode, il quale dovrà tener nota delle carte, protocolli eoa » ricevuti. »

Ma i disordini non cessarono. I conservatori ed esecutori alle leggi (1712) *, ne rimarcavano in tutti gli archivi delle Corti, ad eccezione di quelle del Procurator e del Proprio ; e raccomandavano la buona custodia e la reintegrazione di quegli archivi.

Nel 1719 (27 aprile) il Senato * rinnovava al magistrato suddetto la raccomandazione d^ ingiungere ai ministri, gli or- dini per la custodia, V alfabeto e la rubricazione delle scritture *. Ed essi incaricavano un officiale [Paolo Legremt) di completar le rubriche e gli alfabeti « di tutti i libri, scritture, processi e » carte delli offitii illustriss. di Pettzion, Fsaminador^ Forestiera » Mobile^ Procv/rator e Proprio^ e dei magistrati del Piovego^ Cai- » taver^ Sindico^ CoUegio dei Signori di Notte al civile descriver » in cadauno separatamente ogni sorta di materia secondo » ordini d' offitii e magistrati, cosicché sia per sempre facilitato » il modo a particolari di ritrovar Y occorrente, e si conservi » a perpetua memoria. »

Anche qualche officiale ebbe parte nel disordine di quegli archivi ; e citeremo un Antonio Antelmi, che lasciò V archivio delle scritture vecchie delpahzzo in pessimo stato, onde il Senato scriveva : « sono ben ragionevoli li motivi per i quali non si trova per anco ridotta a perfezione V opera malagevole ed in- voluta della riordinazione dell'archivio lasciato sconvolto *. . . »

< 1712, 12 magg. Senato Terra reg. 268 e. 125. 1717, 31 Inglio, circa il disordine neir archivio delle sentenze ed altre scritture di Palazzo. Senato Terra reg. 274 e. 299 t.

2 Sen. Terra reg. 277 p. 106.

^ Veggasi anche la Scrittura dei Conserv. ai Senato 22 gen. 1719 m. v.

^ 1772, 30 maggio, Sen, e V. 1771, 20 sett. : la Sereniss. Signoria decreta ^1 trasporto delle carte gelose della Quarantia civil vecchia in un luogo attiguo a quello dell* Archivio.

Da un « piano formato per ordine dell' Eccellentissimo » Magistrato de Conservatori et esecutori delle leggi (1778 » n dicembre) dimostrativo a colonna per colonna la quantità » e qualità de libri che si attruvano nell' archivio delle scrit- » ture vecchie del palazzo » risulta che sulla fine del secolo passato i volumi e le filze di quegli archivi ', ammontavano à 13, 945.

Nel 1780 (9 marzo, Senato) si raccomandava la consegna ' Archivio, dei libri delle Corti, ogni due anni ; e la nomina dell' archivista [custode dell' Archivio) si rimetteva al Consiglio lei XL al Criminal.

Fra le ultime vicende di uno degli archivi giudiziari, quello àdV FsainÌTiador quasi un UfBcio delle ipoteche è I notare che la Municipalità provvisoria ' decretava la conti- huazione delle registrazioni coi soliti metodi, ed eleggeva una commissione di tre membri per versare sul luogo dove rac- Hjoglier r archivio dell' Esaminador, il ministero necessario, gli stìpendii ecc. Per ora « siano trasportate in nn solo archivio tutte le carte ed atti giudiziarii sparsi per li diversi ex-magi- Mrati, ex-Consigli e CoUegii giudiziarii, assieme a quelle già esistenti nel così detto Ài'chÌTto delle scritture vecchie del Pa-

Ìa2!0 ».

Ag^iuugeremo qualche appunto intorno gli archivi notarili.

« I notai debbano tenere una copia autentica dei testa- menti e degli altri atti loro, nei proprii quaderni, sottoscritta dai testimonii : i quaderni, sìnora di carta di cotone, si facciano di pergamena » *.

In un grande volume pergamene, si registreranno, fra tre giorni dall' atto, i nomi degli attori, del notaio, e il genere del documento. I notai forniranno queste notizie ai Cancellieri in- fmori, e ai loro assistenti [proti). Fioora (1449, 28 dicembre)

' Aaditot Vecohlo, EBamìnudor, Mobile, Catuvei, Forestler, Signori i Ifotta, Proprio, Plovego. Slndico, Procurstor. Petizion, MìiiiBt«riaII. ' Procluma 9 agoato 1791. Gridario I. n. 344, * 1307, 1 giugno, M. C, Magnuif et Caprirvrnut e. 44.

72 -

le copie dei testamenti e d' altri istrumenti, estratte dai proto- colli ed affidate agli esecutori^ andavano perdute. *

Quando partiranno da Venezia dovranno consegnare i pro- tocolli alla Cancelleria inferiore, i cui officiali sorveglieranno a ciò, e alla consegna dei protocolli dei notai morti \

A tenore di un decreto del Maggior Consiglio 1485 11 novembre, si doveano assoggettare ad esame « de sufficientia, pcritia, et experientia artis tahellionatus, quam de legalitate, vita moribus et fama » tutti i notai che esercitavano V arte in Venezia, per autorità veneta, apostolica o imperiale. AlF e- sperimento doveva assistere il doge, o incaricare persona a sostituirlo. Si inscrivano in un registro nella Cancelleria, si rilasci loro un attestato, tutto gratuito.

Le scritture, stilate secondo il costume veneziano {per mo- dum Venetìarum) dei notai morti o che lasciano Venezia per più di due mesi, non si consegnino piii a notai privati, ma si portino tutte alla Cancelleria. Il Cancellier grande ne fec- cia un inventario e le dia in custodia a due notai.

xn.

Annali. - Istoriografi pubblici.

Come abbiamo detto, già nel secolo XIII, la Republica pensò a raccogliere le proprie leggi, i trattati internazionali, e documenti di altra specie. Quelle collezioni servivano sol- tanto in parte, e per un certo periodo, agli usi dell' ammini- strazione. In seguito divenivano collezioni storiche.

Questo intelletto dell' avvenire risplende in ogni atto so- 1 enne de' Governi e de' popoli passati. Pare, fra le turbinose vi- cende del medio evo, che riservati a pochi 1' amore e il culto delle lettere e degli studi, vi si dedicassero coli' affetto pre-

« M. e. Upsa p. 170.

^ Nel decreto si accenna ad un registro alfabetico delle carte di dote e dei testamenti, che sarebbe da farsi dai proti della Cancelleria, verso compenso. 3 Stella 59.

maroso e riverente di cui si circondava allora la reìigione ; e attendessero, piii che ai favori della fortuna e ad una fama passeggera, a produrre opere durevoli ed utili ai propri posteri.

Le scritture pubbliche, diligeatemeute raccolte in serie particolari, e queste ordinate in archivi, non parvero al Go- verno Veneto sufficienti ad istruire i patrizi e il popolo del procesBO istorico degli avvenimenti, del carattere delle nazioni, dei principi, e dei rapporti che con essi ebbe Venezia. Volle esso perciò che dei fatti principali, raccolti e quasi narrati dalle stesse memorie contemporanee scritte je segrete, si for- masse una storia veritiera.

Cotesta storia si divideva e miuistrava in due forme : jmiòlica, dettata da istoriografi per decreto del Governo, e da stamparsi; jjnVfl^, scritta dai segretari del senato, gli ÀJinali.

Diremo prima di questi.

Nel 1571 29 nov. il Consiglio dei dieci deliberava:

« Fu preso in questo Consiglio del 1551 a' 18 del mese » di decembre, * che per il Collegio nostro, con l'intervento » delli Capi di questo Consiglio /cwse eletto vm dei Secretati » nostri di Pregadi^ ' il quale per 3 anni continm avesse carico y> di scriver li nostri annali, nella 'nostra liiigua volgare^ de tempo « in tempo, notando tutte le proposte de'principi fattecosi alla Si- » gnoria nostra, come a nostri ambassadori in materia di Stado; et similmente tutte le deliberationi nostre, commemorando le

* occorrentie cosi in guerra come in pace, dei Principi, con li » quali si avesse commertio, et finalmente tutte quelle cose che

* li paressero degne di memoria, separatamente l' una dall' al-

* tra, con uno indice ; et occorrendo trattarsi cosa alcuna per- * tinente a giurisditioue della Signoria nostra, di quella dovesse ^ tener distinta et particolar memoria, et mostrar di tempo in

- ' C. X Comuni r. 30 e. 72 t. » C. S Comuni r. 20 e. 71 t.

^ Primo eletto addì !9 dicembre 1551 ta Girolamo Polverini, lo surrogò A 19 agosto 155S Alvise Bnrghi, e dopo la di lui morta, Febo CapuUa addi ^e loglio 1556.

Oli annali si cuslodivano in Cancell. Secreta, potcvascne dar oopia ad %lcano.

- 74 -

» tempo quanto Tavesse scritto ad uno delli savi nostri da Terra » Ferma, al qual fosse per il Collegio nostro dato questo carico, » si come si osserva nel dar il carico della scrittura et delle » ordinarne .... »

Ora si stabilisce che il segretario non possa nel tempo limitato dalla sua elezione esser astretto ad andar fuori della città in servizio pubblico.

E nel 1675 XV III maggio^ il Senato decretava : *

« Se in altri tempi dalla prudenza del Governo fu ripu- » tata bisognosa la facitura degP Annali, bora che fuori del- » r antico uso s^ è di molto dilatata la scrittura, non ba dubio » che si rende sommamente necessaria.

« A causa perciò di varii accidenti essendo stata inter- » messa questa non meno utile, che lodevole opera, conviene » ravvivarsene la pratica, acciochè perfettionati gli Annali » moderni per li tempi interrotti, e continuati poi fino a' pre- » senti, habbia anco in avvenire a proseguirsene con pontua- » lità la scrittura, onde raccolte con forma ordinata le materie » in ristretto, possa con facilità comprendersene la sostanza, )> e ricavarsene all' occasioni quel frutto, che fii d' intentione )> dell' instituto sapientissimo.

» L' anderà parte che nella prima riduttione del Collegio » nostro sia per nominatione di esso fatta elettione di due se- » gretarii di questo Consiglio, che s' intendano deputati a scri- » ver gli annali, con le conditioni espresse nel decreto del Con- » siglio di Dieci XXVIIII Novembre MDLXXI et habbiano » ad esercitarne l' incombenza per anni tre prossimi, passati li » quali, sia fatta elettione d' altri soggetti in luoco loro, o pure » siano essi medesimi confirmati, e cosi successivamente di tre » in tre anni, dovendo sempre supplirsi con nuova pronta sosti- » tutione, quando per qualunque accidente mancasse l' attualità » dell' impiego d' alcuno degli eletti.

» Obbligatione del superior di balle doverà esser di per- » fettionare gli annali in quei tempi che sono interrotti, e ter-

1 Terra reg. 190 p. 123.

» minarli fino al MDCXL. L'altro poi doverà applicarsi alla » formatioDt' delli niedemi dal MDCXL fino alli tempi presenti. » Ultimati li quali sarà incombenza de' Savii del Collegio » nostro istituire la regola, che più crederanno agginstata, » perchè da due segretari, oppure da un solo, che deveranno » in ogni caso essere eletti con l' ordine predetto, si prose- » guisca alla formatione degli annali in avvenire, cosi che » non vada per nessun modo in resto così necessaria et ira- » portante scrittura, che può all'occasione servire di molto » profitto all' interesse della Signoria Nostra.

» Per buon incaminamento et essecutione deir opera, sia » anco eletto dal Collegio di tempo in tempo un savio di » terraferma con obìigo di riferire nel Collegio nostro ogni » primo giorno di mese lo stato dell'opera, por lume, et in » conformitìi di quanto resta disposto dalla parte suddetta » XXVniI Novembre MDLXXl. Non potendo li detti Segre- » tarij conseguire l'assegnamento eolito per tal impiego se » non presenteranno ai Capi del Consiglio dei X anco fede » del Savio predetto di terraferma d' liaver a portione del » tempo intieramente adempito il suo debito, la qual fedo » doverà esserli fatta solamente per quel tempo, che saranno » stati effettivamente registrati assi annali »,

Gli annali non sono tutti compilati di un modo stesso. Alcuni sono racimolature di documenti, ordinati per Staio; altri arieggiano la storia. 1 volumi rimastici comiuciano circa la metà del secolo XVI, e vanno ai primi anni del XVIII ', Precede a parecchi una prefazione; ne riferiremo qualcuna.

' Beco la serie dei volami oh*i si conservano nel R. Archivio Generale 4 Veneita ;

1649- 1512 tannai! VMchi squaito, o Mbrattafogliol 1»«-1S70,

ISTI. 1OT2- 1573, 1574-1579, 1580-1583, 1584-1S90, 1591-1592, 1593-1594. 1590-1596,

1599-1600, ItJOl- 1602, 1603-1606,

1606, 1607 - 1608 , 1609- 1611, 1612- 1813, 1614- 1615,

1616, 1617, Diario a maggio 1617, {^agno- agosto

- 76 -

Il segretario Giambattista Fadavin scrive in maniera letteraria e assai ampollosa : * « Maraviglia non è, Serenis- » simo Principe, che gli huomini benché di raro ingegno, et » di canuta esperienza, non sappiano distinguere risol- » vere qual più stupenda cosa sia, o la qualità del sito di » Venetià, o la forma del Govèrno . . . . » Narra che 36 anni sono, trovandosi alla residenza di Milano, udì un soggetto distinto dire : « parerle Venetia un ritratto del mondo, o piut-

» tosto picciol mondo » maravigliarsi che « in città la

» quale per gratia di Dio ha dominato per tanti secoli, senza » mai mutar patrone, patito sacco, o invasione interna de » nemici onde con giusto titolo fu sempre chiamata gran » madre di libertà, et vero propugnacolo contro chi mira sog- » gettar tutti i principi, non si trovino più antiche memorie » de' gesti suoi che di trecento anni in circa. Tornato eh' io fili » da Milano, et ricevuto che ebbi T honore di servir V Eccelso » Consiglio di X, fui impiegato nel ridur sotto capi di materie » le leggi, et regolar insieme le scritture secreto riposte in » confuso nelle soffitte per gì' incendii seguiti nel palazzo a' » giorni nostri. » Ebbe allora occasione di conoscere che « il » primo che con publico decreto ebbe carico di scrivere le » historie venete dopo trapassati molti secoli , fu l' illustr. » signor Andrea Navagiero, il quale, gionto all' estremo di » vita, senza haver potuto riveder et corregger li scritti suoi.

1617,

settembre - novembre ,

1627,

dicembre - 1628 giugno ,

»

dicembre - febbrajo m.

V.

1635,

marzo -febbrajo m. v.

1618,

marzo - giugno ,

1636.

, » settembre ,

»

luglio - ottobre

»

settembre - febbrajo m. v.

V

novembre - febbrajo m.

V.

1640,

marzo - febbrajo m. v.

1619,

marzo - agosto ,

1651,

, abbozzo d' «nnali ,

»

settembre - febbraio m.

V.

1675,

dicembre -1677, settembre

1620,

marzo - agosto ,

1677,

ottobre 1678, ott. (voi. 2),

»

settembre - febbrajo m.

V.

1678,

» 1678, sett. (id.).

1621,

marzo - agosto ,

1679

, ottobre - febbrsgo m. v.

1624,

» »

1680

, marzo - febbrajo m. v.

V

settembre - febbrajo m.

V.

1681

, » »

1625,

marzo - agosto ,

1682

» »

»

settembre - febbrajo m.

V.

1710

-1711 ivol. 2.),

1626,

marzo -agosto,

1712

, marzo - febbrajo m. v. (voi. 2)

1626,

settembre - febbrajo m.

V.

1718

, settembre a 1719 agosto.

1627,

marzo - febbrajo m. v.

< 1630, 1 marzo, Annali, voi. 389, CkKÌici ex-Brera.

» vuolso alla sua presenza farli atbruggiare. » Gli successe il card. Bembo, « dopo la cui morte fu deliberato a' 6 settem- »I)ro 1548 che li suoi volumi fussero revisti dagli illusti'.' » Reffijpmatori dello Studio di Padova et poi mandati alla stam- » pa, et al signor Vincenzo Rizzo segretario a quei tempi lOlto nome, fu ingiùnto carico di sopraintendere acciocché » la stampa ne fusse ben formata et corretta. parendo alla » publica sapienza [ammonita forse dal pregiudicio ricevuto nei tempi andati che tanto bastasse), fu a' 15 dicembre 1551 » deliberato, che essendo una delle più utili cose al buon go- verno di Stato la notitia delle cose passate, con la quale si conosce qual sia da seguire et quale da fugire, nel che es- sendosi fin air bora pretermesso di usar la debita diligenza, » con perdita non solo deUi escmpj delle attieni passate, ma » con smarrimento di molte ragioni et con notabile danno pu- » blico, fusse eletto et deputato uno de' secretarii del Senato a » scrivere nella nostra volgar lingua gli annali^ notando le » proposte de principi in materia di Stato, le risposte, i de- » creti, le occorrenze così in guerra come in pace de' principi, con li quali si ha commercio, finalmente tutte le cose degne » di memoria, separatamente 1' una dall' altra, con distìnta et particolar nota di quelle che concernessero materia di giu- » TÌsdittione, Tali apponto sono lo formali parole del suddetto i> decreto conflrmato et ampliato con nuova deliberatione a' 29 » novembre 1571 . Il primo che ebbe questo carico fu il signor *> Alvise Borghi segretario, il quale intitolò i suoi scritti pan- » iitte, et scrisse anco in forma di historia tm picciol libro, ^ che mi raccordo haver letto già nella Secreta ».

» Dopo lui hanno scritto successivamente altri, sotto nome » propriamente de Annali. L' ordine e stile tenuto da loro è

* stato di trar semplicemente copia delle espositioni d'amha- » sciatori, de' decreti del Senato, et de capitoli di lettere, senza

* altro metodo che de' tempi. » Cotesti annali mancando delle illustrazioni delle quali è ricca la storia, talvolta riescono oscu- ri- « Ma air incontro non si può negare che gli annali scritti » dal segretario non siano maggiormente adequati et più frut-

- 78 -

» tuosi all^ oggetto pel quale furono instituiti : la ragione ne è, » perchè non sempre gV historici hanno V adito di poter entrar » nei Consigli secreti, meno lor è permesso mandar alla » stampa li più reconditi arcani et rispetti publici . . dovendo » r opera di lui servir a' soli senatori, et a quei che di tempo » in tempo hanno da presieder al Governo, cavando egli lume » certo, non offuscato da passioni o da affetti, quasi da vero » fonte r acqua limpida et chiara, senza discorsi o timore di » tacer alcuna cosa, non per satisfar alla semplice curiosila, » overo per apportar diletto ad alcuno, et molto meno per )> acquistar fama o merito a stesso, ma per una semplice » et candida narratione dei sensi publici, conforme alle ma- » terie et agli accidenti portati dai tempi. »

Gli annali privati si possono più tosto dir Diarii^ o me- morie di cose seguite e note a tutti.

« Quest' opera, ancorché costrutta da soggetto di podi » attitudine, come io sono, riuscirà in ogni modo fruttuosa anco * » nel scriver V historia, perche in effetto gli annali con voce » più propria possono chiamarsi commentarti o memoriali. »

Angelo Nicolosi fa una prefazione al volume degli annali del 1679, principiando dal 1 ottobre 1677 ; accenna alle cure che gli furono necessarie per raccogliere i documenti da tra- scrivere negli Annali^ che giacevano sparsi nelle casselle dei segretari e nelle Cancellerie Secreta e Ducale.

« Insomma T oggetto mio è stato di far che ciascheduno » possa in pochi giorni restar fondatamente informato di tutto

» quello é seguito in un anno Le materie .... sono

» registrate in due volumi, nel primo si trovano quelle at- » tinenti alle Corti di Roma, Malta, Germania, Trento, Polonia, » Francia e Spagna ; nel secondo quelle di Milano, Napoli, » Inghilterra, Savoia, Mantova, Fiorenza, Svizzeri, Provvedi- » tor generale da mar, provv. general in Dalmatia et Albania, » Ragusi e Costantinopoli ...»

Nel principio del volume 1718-19 il segretario Vendra- mino Bianchi discorre del modo con cui ha formato queglL annali ; si è diffuso sulle vertenze confinarie coi Turchi, ch^

libero luogo nel 1718; « dall' universale delle materie ho se- sparato quelle di Roma expulsìs, scrivendo per anco in que- ste le soie deliberazioni politiche et importanti, e tralasciando le altre, per le quali è riservato il suo luogo piuttosto nelle rubriche de' registri che negli annali, come sono li possessi temporali de' vescovati e cose simili, che seco non portano \ certi riflessi 0 contraddizioni o direzioni di maneggi. Hostu- t diato la possibile brevitìi ...» Non riferi per esteso, come hanno latto altri segretari, le scritture, ma, eh' è meglio, la ì di esse. La compilazione degli annali era sorvegliata da un savio di terraferma, cioè del Collegio o Gabinetto,

La stona i>eneta sui doatmenti non è dunque un trovato del nostro secolo. E, sebbene, riveduta e corretta a suo modo dal Governo, potesse riuscire talvolta parziale, o tacerne gli errori, tettavia non è da riputarsi fattura intieramente sua.

Alle deche di Marc' Antonio Sabellico, e ai famosi Diarii di Marino Sanudo [opera questa privata) facevano seguito le storie di Pietro Bembo, eletto ad istoriografo nel 1530, poi car- dinale. « Esscndt» de grandissima reputation alli Stati, et » summa utilità aquelli chegovernanoleRupublichelamemoria » delle cose passate, quale si leggono nelle historie, perciochè » ammaestrati da quelle meglio sanno disponer le cose, che da sliora in hora trattano et cum maggior prudentia antivedono » quelle che hanno ad venire, et cognoscendosi certo, eh' el » nome et grandezza de Romani, Greci et altri che hanno ha- » vute gran Signorie è processo in gran parte (appresso la

* virtù dei capitani) dall' excellentia de' scriptori che le loro

* Opere hanno mandato a memoria ; è ben conveniente de non I » mancar all' honor et gloria del Stato nostro, per conservation

" et exaltation del quale se mai in alcun tempo passato si legge I > baversi operato per li maiori nostri cose grande, certamente J » quelle delle guerre prossime passate sono degne di immortai lande et commendatìone ; et essendo mancato el q. nobil An- |.»drea Navager, qual liavca carico de seguir la dieta memoria I » delle cose nostre , comenzando da poi le deche del q. domino

- 80 -

» Marc' Antonio Sabellico, se die al tutto proveder de un* altra » persona che sia de singular letteratura .... » Per ciò eleggevasi il Bembo.

Si raccomandava la veracità delle cose, e la buona lin- gua. Né solo r istoriografo pubblico, ma qualunque privato a- vesse dettato di storia veneta, doveva presentare alla revisione superiore l'opera sua, onde non corressero in pubblico cose inesatte o* false.

« Intende cadauno di questo Consiglio » (così un decreto » del 21 maggio 1552 dei Dieci) * « per sua prudentia, di quanta » reputatione, utilità et importantia sia ad una Repubblica, che » le historie di quella siano scritte fedelmente et con since- » rità ; et però essendo corso hormai molto tempo dopo la morte » del rev. card. Bembo il quale scriveva l' liistoria di questa » Repubblica, scrivendosi quella da alcuno . . . , , è neces- » sario proveder di persona atta a questo importante carico, » per beneficio delle cose del Stato nostro ; il qual carico, per » quanto si ha inteso, saria accettato volentieri da molti ho- » norevoli et sufficienti nobili nostri, senza alcuna spesa della » Signoria Nostra ; et però » si decretava 1' elezione di un no- bile al carico di istoriografo ; che dovesse dettar la storia veneta in latino ; ed assoggettasse ai Riformatori dello Studio di Padova il suo manoscritto il quale sarebbesi custodito nella Secreta fino all' epoca della pubblicazione.

Nel 1577 * si eleggeva al carico di dettar la storia veneta, Alvise Contarini cav. « onde scriva delle cose veneziane con-^^ » sincerità, giudizio e stil buono ed elegante ; » e dopo lui Paok Paruta e Andrea Morosini, affinché continui la storia dal 152! al 1600.

E fra gli altri furono Nicolò Contarini, Giambattista Nanii Michele Foscarini, Nicolò Dona, Girolamo Grimani, Francese» ^?r! Dona 3.

^ CiWiuni reg 20 e. 115 t.

^13 marzo, C. X. Comuni reg. 33 p. 3.

3 Paruta, C. X, 1580, 22 febbr. m. v. Morosini, 1599, 29 dicembre. Nico Contarini, 1626, 22 aprile. Nani, 1651, 13 marzo. Foscarini, 1678, 19 aprii Nicolò Dona Senato, 1763, 28 penn. Grimani C. X, 1765, 17 sett. Dona Fi C. X, 1781, 20 ag. e 1784, 26 maggio.

A quest' ultimo ÌI Consiglio dei Dieci concedeva larghezza di mezzi e di aiuti, e scriveva : « Resta accolta con par- » ticolar compiacenza ed egual aggradimento la serie pur di- » plomatica dei documenti custoditi nella Cancelleria Secreta, » che il predetto isterico publico trasse dagli autografi del » benemerito suo padre, la qual serie servendo di documento » alla storia antica summenzionata, et inoltre di comodo r&- » pertorio alU libri dei commemoriali e dei patti che abbrac- » ciano tutto il diplomatico della Repubblica dal secolo XIII, » oltre varie carte dei secoli precedenti, dovrà esser la serie stessa passata nella Cancelleria Secreta per servir a co- »modo e studio de' cittadini. Pienamente approvandosi poi la » massima di trar dal /mite certo deipuhlid archivi la materia » dia storia moderna politica, civile ed economica della Repu- »Òiica, ben volentieri questo Consiglio concorre a fornire il » detto nobil uomo dei mezzi che gli facilitino l' opera invo- » lutissima di cui s,entesi con piacere completo anche il primo libro. » Gli si assegnava in aiuto un notaio della Cancelleria ducale *.

« Plausibile ancora ed utile [così continua il decreto) al decoro della Republica e ad illustrazione dei fatti avvolti tra le contraddizioni di tanti esteri scrittori di cose venete, il divisamento esposto dal raedesirao istoriografo di aggiun- gere alli quattro libri dell' istoria del fu n. u. suo padre, an- notazioni che marchino li fondamenti dell' asserzioni conte- nute nella medesima, e dell' inganno degli esteri, che man- canti dei veri documenti, asseriscono cose che, non reggendo al vero, oscurano la gloria delle azioni della Republica no- » stra e de' suoi illustri cittadini, resta eccitato il n. u. stesso ad impiegarvisi anche in preferenza dell' altra opera, con y quella virtù ed erudizione che lo distinguono. »

n Senato infine, in un decreto del 27 agosto 1789, accen- lava così ad uno dei sussidi dello storico, il praticismo cioè Ielle scritture antiche :

C. X, 1781, SO figa^to. Comuni 231 C. 122 t.

- 82 -

« U Senato munito trovando il fedel Alessandro Maria » Conti, degP importanti requisiti di vera fede e di adattata » abilità per V esame dei codici esistenti nella Cancelleria Se- » creta, scritti in caratteri gotici e logori, assente che possa » esercitar temporariamente, per quanto occorrerà al suddetto » nobil uomo istoriografo Francesco Dona, le incombenze me- » desime, e con la di lui sopraintendenza aver possa V in- )> grosso nella Secreta stessa ».

XIII.

Scarti od espurghi.

La sola disgrazia che possa toccare agli Archivi non è quella degli incendi : ma ò pur sventura gravissima che essi cadano in mani d' uomini avidi di lucro, e non diretti da animo intelligente ed onesto. Allora è una vera pietà. Volumi e docu- menti pregevolissimi, o almeno assai utili agli studi, non val- gono più di quanto pesano ; considerati come ingombro inutile si gittano nella gualchiera o sul banco del venditore di vi- vande ; e in pochi giorni V opera paziente degli antichi, o le cure dei reggitori moderni, naufragano per sempre. Tornano la confusione ed il buio. Si serbano, ò vero quasi per saggio poche note, o qualche volume delle serie distrutte; ma sono poveri e sparsi materiali di un edificio scrollato dall' ignoranza e dair avidità.

Certamente negli archivi non è tutf oro di zecca ; v' ha in copia la borra ; ma chi può dire di saper sem pre e da solo, giu- dicare inutile, per ogni tempo avvenire, un documento o una collezione di scritture che a lui sembrano da gittarsi ?

E fuori di dubbio che maggiori danni alle amministrazioni dei Governi e agli studi provennero dagli espurghi sconsigliati, che dalla diligente e piena conservazione dei documenti.

Ora vediamo, in qualche parte, i danni di quelle opera- zioni che equivalgono a rapine iai punite.

Sino dal giugno 1802, il Governo Austriaco aveva pro- posto alla R. Corte la distruzione di alcune carte, estratto dagli

Mchivì del Consiglio dei Dieci, della Cancdìeria Ducale, e dei Bevisori e regolatori alla Scrittura, sentito il Gassler, attesa

opportunità cM qui egli si tmcava. Acconcio e competente

OQsuItore ' I

* Sebbene siano stati altrove minutamente descritti gli asporti eaegulti

e^H Archift veneti e milanesi dai commissari francesi ne) 1797, dal Gassler nel

18IK. dal OoTerno Austriaco nel 1796, 1B37 e 1842, e dall' ab. Beda Dudieli nel

1866, tuttavia noe è iuutile riferire qui alcune altre notizie intorno le prlnie

epilazioni. GiovaDcl Dolfla scrivendo tiel 1804 al Governo GeneraLe, narra

suo merito se si ottennero dai Commisaarl ftanoesi tre copie delle

icsvute delle carte che asportavano; una pel commiesaHo francese, una pel

lamlasario veneto, una pei rispettivi archìvistli e corrispondenti certificati

T gli archivi elio lasciavano intatti. Egli rendeva conto di tutto, segretamente,

ir incaricalo di afibri delta Corte di Vienna cav. bar. di Humburg. La De-

utazìone degli archivi aveva un personale apposito.

Poco prima di lasciar posto al Regno d'Italia, cioè sulla fine del auo itlmo dominio in queste Provincie, il Governo Austriaco incaricava il aegre- I Francesco Volpi x di richiamare du tutti quelli che la Democrazia, e pecialmeule uefii ultimi mesi dell'anno 1797 avevano in cuslodia archivii A Repubblica, le originati ricevute ai medesimi rilasciate, ovvero 1 certificato dei commissari stessi che il loro archivio rimase intatto ».

Il Volpi, esaurendo il suo compito, presentava al Governo l'elenco delle per- use presso le quali si trovavano carte pubbliche; i certificati originali; la icbiaraiioni raccolte dagl'iodivldui descritti nell'elenco; n ma ne mancano Idotto nomi, sedici dei quali non fu possibile di trovarli, per esser morti o Étentl, e due non consegnarono la chiesta dichiarazione u.

Aggiungeva ch'erano stati assai manomessi gli archivi AéiV Avogaria di iMHM e quello delle Minìtre, il quale ultimo andò assai soggetto a disper- mie di carte e di ^etti (forse un saggio mintrali); dall'archivio delle rtexie I Francesi asportarono carte e disegni.

(A proposito di disegni, il Ooveroo Austriaco, svendo trovati nelle sof- bB del palazzo ducale annesse alla Cancelleria Due. nove disegni di &b- Icati regli, e 51 rortiScaiionì, confini, litorali e lagune, torrenti e fiumi, ledeva alla Cancelleria Aulica che cosa fosse da fìtrno. Non sorgeva nep- iifi U dubbio che fosse opportuno di conservarli agli archivi I E cjuella Can kllerìa decideva die il Governo consegnasse i disegni delle fortificaidoDÌ al indo Generale, e quelle del fabbricati camerali situati In Dalmazia ed Ibania, al governatore civile e militare di quelle provincle barone Brady. KM 2S Dov.)

Nell'archìvio del Consiglio di Dieci esistevano ancora nel 1786 alcuni oegnl, ed i modelli di Candia, Corfìi, Zara, Palma e Bergamo. (V> decr, Cons. , 1786, 21 luglio, ComuMi, b. 12tS3i.

Documenti dell' inqaisttorato agli ai-i t monete, e del Piovrgo esìstevano wno Girolamo Caolorta e Alessandro Armani.

^ «4 -

Non è certo da far gran colpa agli autori dei primi scarti^ di aver preparato e fatto vendere 1185 volumi \ di « mandati di provvigionati », e gli atti relativi alle visite dei bastimenti con altri volumi, in tutto sei mila, dal 1580 in seguito ^ ; ma è da dubitare suU' opportunità di quegli espurghi, eseguiti da persone inesperte, coll^ entusiasmo di una operazione che avesse dovuto condurre a qualche risultato utile ad altro che a procurare qualche migliaio di lire.

Ottaviano Giuseppe Gelsi (segretario aggiunto della regi- stratura del Governo) partecipava al Consiglio di esso (1805) di aver consegnato a persona incaricata la carta derivante dallo stralcio da lui eseguito con suo figlio Lorenzo e col porUere

I Francesi asportarono carte dagli archivi segruenti : Adige, Sopramonasteri ^ Acque^ Beni comunali, Deputati alla provvision de denaro puhlico, Decime del clero. Feudi, Inquisitori di Stato (6 ricevute) Se- creta ricevute 23, fhi le quali « d^ un servo del generale Baraguai d'HilUers^ di una cassa contenente disegni, da spedirsi al generale Bonaparte » 6 otto- bre 1797.

Rilasciarono certiflcati per arcMvl visitati da loro senza asportarne do- cumenti:

Magistrato alle Arti, Artiglierie, Censori, Revisori e regolatori delle entrate publiche. Sopraprovveditori della giustizia vecchia. Cancelleria Du- cale, Provveditori di Comun, Quarantia civil nova e vecchia. Collega dei XV e XXV, Quarantia Criminale.

Da un prospetto degli archivi, delle persone che li avevano in consegna, con note delle vicende da essi patite, si raccoglie che gli archivi visitati furono 98, le persone che vi aveano ingerenze 187, le dichiarazioni rilar sciate 186.

Anche V archivista co. Stefano Andrea Guerra era stato invitato (V. 11 suo rapporto al Consiglio di Governo 30 nov. 1804) a rassegnare gì' inventari! degli Archivi della ex-Republica, suir asserzione del nob. uomo Franoeaoo Dona. Brano essi custoditi in due filze A e B, contenenti 271 inventari Egli li custodì gelosamente, ma poi li consegnò « al sig. archivarìo Gassler dietro ad ordini Reali ricevuti, di somministrar ad esso tuttociò che ei fosse per ricercare ». (V. anche in fine il doc. VI.).

^ V. Decr. Cane. Aulica, Vienna, 3 ag. 1804, n. 794, e veggasi una proposta del Gelsi al Consiglio del Governo, 12 ottobre 1805, numero 22300- 1457.

^ Veggasi: Governo Generale 1805 n. 23218-1589. Fra i volumi si citane le raspe del Consiglio dei Dieci che « contenevano il nome del casato, la pa- tria, il delitto e la qualità del castigo. »

Giovanni Polacco. Quella depataiime fu da lui sostenuta per due anni. Circa alJa quantità della carta gettata •.< basta il dire, » che dalle solo carte sparse sul suolo uscirono 42 balle^ ossia- ■» no 20,000 libbre. » Era questo un merito da lui vantato per icliiodere e sperare più larga la pimunepazioiie. Ed è lo scopo principale cui hanno mirato quasi sempre gli ufficiali addetti 'od uno stralcio.

Egli aveva anche proposto la distruzione dei bilanci tri- mestrali del ia«co^?ro, e di molti registri di materia economica ; ina la R. Corte più guardinga di lui li volle conservati : » tanto in riflesso alla connessione eh' essi hanno e colla parte » storica e colla parte amministrativa di questa istituzione, » quanto principalmente perchè fra li casi umani essendovi » anche quello di \m infortunio della loro perenzione, non sarà » mai un'inutilità 1' averne un duplicato in un altro archivio. »

Considerazione savissima.

Il medesimo Gelsi, fra' più zelanti invero in questa ma- teria, invece di pensare ai mezzi per conservar i documenti, a pensiero del come poterli distruggere. Lo vediamo addì 8 ottobre 1805 partecipare al Governo che « da un numero di pergamene furono separate tutte le dìtcali in quan- tità di circa 500, dirette in copia, tratte dalle originali, agli ambasciatori, residenti e publici rappresentanti, che essi poi restituivano al loro ritorno in patria. Di queste, unite ad altre molte inutili, marcite e lacere, non si saprebbe qual uso fame, rome disfarseiie, se non col fuoco.

Anche qui il Governo fu più cauto del suo agente ; e per allora^ le ducali furono conservate.

Abbondanti dunque si succedettero gli scarti. Nel 1805 irono vendute libbre 42,512 di carta proveniente da libri di materia di revisiona daziaria giudicati inutili, e se ne ottennero lire auatr. 11802.

Ma il Gelsi insisteva nelle sue proposte di semplificazione. ' Rinveniva « un copioso ammasso di lettere sciolte del XV e suc-

Éuo rapporto al Gov, 20 Bell. 180&, al Governativo n. 20535-126T.

- 86 -

» cessivi secoli, negli armadj, ch'era ignoto persino ai più vec- » chi serventi, perchè coperto da altri, postivi a ridosso . . . » che, eccettuato e conservato picciol numero di esse contenenti » aflfari di confinazione, di navigazione, di commercio e mo- » lestio degli Uscocchi, per la qualità degli oggetti che le » altre comprendono, cioè Daziarie^ Militari^ Idrauliche^ ricorsi » di sudditi^ e altri affari intemi e relativi alla rispettiva prò- » ùnda 0 riparto fìlj io considero ingombranti soltanto o » qfatto inutili *. »

Solo il Chiiìdo pose qualche argine a questo sciupìo.

» Lo stralcio degli Archivi egli scriveva addi 23 ot- » tobre 1821 è argomento pili serio che non pare, per la » difficoltà di poter calcolar con sicurezza veramente inutili » le carte. Il fatto di alcuno singolari ricerche importanti, ha » comprovato con quanta ponderazione si debba procedere allo » stralcio. »

Ciò che può destare qualche maggior meraviglia è, che stralci inconsiderati si siano eseguiti anche di recente; e che li abbiano talvolta ordinati queglino stessi che aveano fatto uso pubblico dei documenti che ora più non si trovano.

Che se a queste devastazioni il Governo Austriaco potè talvolta metter qualche freno, non è meno corto che in tempi successivi^ ciò eh' èra destinato allo scarto toccò la sua sorte; perchè negli Archivi veneti le serie di scritturo delle quali si proponeva la distruzione, più non si trovano.

XIV.

Secolo XIX. Costituzione e vicende principali dell' Archivio Generale di Venezia.

Abbiamo veduto che sotto la Repubblica Veneta alle cure

* gli Archivi notarili andarono esenti da cosi fatti infortuni, Con- serv. Giammatteo Madorni, addi 16 genn. 1827 scriveva alla Presidenza del Gov. Austriaco (fase. IV. '^'/j^J intorno certa vendita arbitraria fatta da un Cancelliere, di carte antiche trasportate dall'Archivio notarile di Chioggia. Erano 350 libbre vendute al Ch. Fu sospesa la procedura per mancanza di prove legali,

- 87 -

più diligenti e amorose per conservare i documenti e gli ar- chivi, si alternarono la dimenticanza e il dispregio perfino dei me^zi comuni e più ovvi per assicurarne la conservazione. E sorte non dissimile toccò agli Archivi nei tempi nostri.

Lasciamo i ricordi delle vicende cui soggiacquero gli Archivi Veneti, per cagione delle persone che furono ad essi preposte.

Alla caduta della Repubblica, gli Archivi giacevano nelle sedi dei diversi magistrati. Non monta qui ricercarle tutte e riferirle. Basterà dire che gli archivi politici furono raccolti neir ex Scuola di S. Teodoro a S. Salvatore, con a capo V ar- chivista nob. Carlo Antonio Marin ; i giudiziari nel? ex-con- vento dei canonici regolari a S. Giov. Laterano direttore il nob. Giovanni Balbi ; i demaniali in un locale a S. Proco- lo, sotto la direzione deir archivista co : Stefano Andrea Guerra. Questa riunione ebbe luogo nei primordi nel Regno d' Italia, per decreto di S. A. I. R. Eugenio Napoleone viceré. Gli ar- chivi dipendevano dal Ministero del? Interno. Era prefetto ge- nerale degli Archivi del Regno d' Italia il conte cav. Luigi Bossi (1812). In quello di S. Teodoro (1815) erano 11 officiali, alcuni alunni, e due inservienti ; vi si spendevano annue lire ^t. 14,575.

Costituiti gli Archivi, o più veramente ammassati in quei

iocali, gli archivisti ne trasmisero al prefetto del Dipartimento

deir Adriatico una relazione. * Non è da tener molto conto di

quelle scritture, perchè danno un'idea troppo imperfetta degli

a. lochivi, e sono più che altro dissertazioni enfatiche sulla storia

cìi Venezia.

Nella relazione del Marin è notevole la dichiarazione circa ^irchivio degli Inquisitori di Stato ^ che egli dice di aver ricevuto

* Per es. « Relazione di tutti gli archivi governativi concentrati in que-

generale in s. Teodoro, insti tuitì sotto gli augusti auspici di S. A. I.

- Eugenio Napoleone, principe nostro e viceré d'Italia ». In queir Archivio

«^no unite le serie diverse della Cancelleria Ducale , della Secreta, della

mpilazione delle leggi, della Registratura del Governo Austriaco, ^la sola

^rte poi il tea del Consiglio dei X.

- 88 -

a portello aperte, soggetto ad ogni spoglio. E aggiunge: « si attrovarono poi alquanti libri che erano negli armadi del Collegio. Erano questi memorie, giuramenti, obbligazioni di segretari, altre cariche ossia impieghi, gettati quasi sopra il suolo, confusi con altre carte. Caddero sotto V esame e furono considerati di veruna importanza, ed in conseguenza uniti e vari mazzi di carte inutili e da distruggersi. » Accenna infine a partite di carte stralciate sotto il passato GovemoAustriaco^ ma non vendute^ collocate a s. Isidoro (^sicj ; e avverte che sareòòe utile di esaminarle per vedere se si trovasse gualche carta oJUza da conservare. Fra le filze e i volumi indicati, alcuni ora non esistono più.

Nel 1814 il personale dei tre archivi era questo: Politico : 1 archivista, 3 coadiutori, 1 aggiunto straordinario, 4 commessi, 2 scrittori, 3 alunni, 2 inservienti; Giudiziario: 1 conservatore, un vice conservatore; Demaniali: 1 direttore, un assistente.

Si confronti col personale presente di questo Archivio Ge- nerale, nel quale non è bensì compreso il Notarile, ma fim)no concentrati i voluminosi archivi moderni; si considerino le nuove esigenze deir amministrazione e degli studi, e ci si dica se nei primi tempi della costituzione degli Archivi, si potesse 0 no far molto di più, almeno per l'ordinamento più grossolano e per la conservazione materiale di essi.

Fino dal 1804 s'era pensato a concentrare in uno solo gli archivi diversi. E V Ispezione alle fabbriche ^ calcolato il nu- mero degli archivi, in 42 (?!), asseriva occorrere uno spazio di p. q. 32,024. Il Chiodo, informando il Magistrato Civile, del suo Ufficio, di se, e come soleva di frequente, delle sue opere burocratiche, nel 22 aprile 1806, esponeva alcune sue consi- derazioni intorno la legislazione, la conservazione e concen- trazione degli archivi della Repubblica, lusingandosi nel caso della costruzione di un Archivio Geìierale^ di potervi essere pre- posto.

< In seguito al decreto del Governo 30 seti. 1804, n. 19608.

I

il some andò perduto. Ripristinato dopo il Regno A' I- talia, il Governo Austriaco, S. M. P imperatore Francesco I, con rÌBoluzione 13 dicembre 1815, stabiliva la concentrazione in un solo degli arcliivì veneti sparsi nei trs Istituti e presso gli Uffici, alcuni dei quali avevano continuato coi sistemi bu- rocratici antichi ; e ne nominava direttore Jacopo Cluodo, che alla morte AqW archivista noò. Carlo Ant. Marin (20 aprile 1815) aveva assunto la direzione dell' archivio di S. Teodoro- Tré giorni dopo, il Governo incaricava il Chiodo di sce- gliere un locale per gli Archivi veneti, di concerto col capi- tano ingegnere Ganassa.

E il Chiodo era tale iniattì da poterli raccogliere e coor- dinare, dopo tante vicende, in un solo grandioso Istituto.

Compilatore delle loggi ed archivista della Republica, non solo erudito della storia di essa, ma di quegli interni or- dinamenti governativi che assai imperfetti e sbiaditi si rac- colgono negli scrittori ; quell' onesto p venerabile uomo può dirsi il vero fondatore dell' Archivio generale di Venezia, nel quale con cure solerti provvidde al collocamento dell' ingente congerie di documenti antichi e moderni; a quella prima si- stemazione che vi rendesse possibile qualche ricerca; e a riven- dicare i documenti asportati in paesi stranieri.

Cataloghi archivistici, consulte al Governo in materia scientifica e giuridica, e ima guida o piano sistematico degli Architi *, che gli valse la gran medaglia d'oro pel merito civile, sono opere di quel valente Direttore. '

' Fino dal 10 dicembre 1815 il Chiodo atevR compilato un i elenco rftgìooaUi defili archivi cbc sodo stati centrati ia totalità od In frannueutl nair L R. Archivio Generale Governatilo di S. Teodoro, dopo le manomis- sioni, dJBpersiuni e traslocamcntì che hanno solTerto nelle passate vicende, ordinato con ia sistematica anione e distribuxioiie che si considera conven ire alla nuova regolare costituzione e riforma del Generale Archivio medesimo ». SoDfì unite, dove caddero in acconcio, brevi indicazioni dei " rooltj ed tmjior- laati documenti che furono asportati deliberatamente nelle vicende politiche del tempi tr.iscorsi ».

» La biografia del Chiodo può leggersi nell'opera <■ La cadut» della Re- I pvblica Veneta ed 1 suoi ultimi cinquant' anni •> del ti conto Girolamo Dan- dolo (Venezia, tip. Naratovich, 1859, voi. I, p. 363).

90 -

Gli archivi allora erano sparsi, oltre che nelle sedi degli Archivi Politico, DonaniaU e Giudiziario, neir ex- convento di S. Zaccaria, sotto i piombi del palazzo ducale : in questo sopra le sale della Corte d' Appello, nell' ex-Scuola degli Orefici e nelle fabhricìie nuove a Rialto,

Non era facile trovare un locale che offrisse le qualità necessarie di ampiezza e di buona conservazione, di decoro e di economia.

Già prima il n. u. Marin aveva escluso, per inopportu- nità, r ex-convento di S. M. della Salute. Il Chiodo, col Ga- nassa, proponeva la ex-chiesa dei santi Rocco e Margherita, il convento di S. Stefano, e la vicina chiesa di S. Angelo ora distrutta. Poi il convento dei francescani detto. e/«? /Varz che serviva in parte ancora nel 1817 alla Coìnmissione militare delle monture e dei generi dell' amministrazione militare dei forni. Il Governo lo approvava in quell'anno stesso, e la Camera Aulica nel 1819. Si provvedeva all'adattamento di esso; i tra- sporti degli archivi vi seguitarono per anni parecchi.

Il vasto fabbricato dell' ex convento dei Frari ha un pe- rimetro di m." 560; occupa una superficie di m.- 5471. 88; coi cortili, 7800.61, e coli' ex convento di S. Nicoletto attiguo, compreso il cortile, m.' 8860. 61. 1 locali sono 264; 192 ad uso, 0 adattabili ad uso, di archivio; i palchetti 21,113. ^

^ I suggelli usati neir archivio di s. Teodoro e in questo Generale ai

Frari sono i seguenti:

I. a e«ra laeca

Campo liscio. In griro: Arrhivio di s. Teodoro in Venezia.

Aquila bicipite collo scudo del Lombardo e del Veneto : In giro : da destra a sinistra: /. R. Archivio di s. Teodoro in Venezia.

Aquila a teste nimbate, nel corpo lo scudo ed F. /., in giro da sinistra ^- a destra: /. H. Archivio Generale Governativo.

Aquila bicipite collo stemma imperiale. In giro: da destra a sinistra: /. R

Direzione dell' Archivio Generale in Venezia.

Leone stante, e sotto: Z. V. Da sinistra a destra : D irei ione dell' Aixh ir ii Generale Veneto.

Aquila: 1. R. Direzi>.ne dell' Archivio Generale tu Venezia.

Simile di dimensioni inferiori.

Stemma di casa di Savoia , sormontato da corona. Da sinistra a destra^ Regio Archivio Generale Veneto.

V'ebbero stanza nei Capitoli generali fino a circa 2000 fi-ati '. Paro che un ultimo restauro vi eseguisse nel 1689, 0 almeno questa è la data degli ornamenti di stile barocco, ma d'un assieme non affatto spregevole, collocati nel chiostro della Trinità e altrove '.

Per le concentrazioni di archivi moderni e pei ricuperi dtìgli antichi, la suppellettile dell'Archivio Veneto raggiunse ora (1872) la somma di 310 archivi, di 198, 782 circa, tra filze 0 volumi, di 52,878 pergamene, e di alcune migliaia di dise- gni. Cifre, del resto, che sono ben diverse da quelle ritenute dal Chiodo, quando consegnava l'Arcliivio al nuovo direttore Giovanni Ninfa Friuli (28 sett. 1840), cioè di 809 archivi antichi, 458 moderni; e non giustificabili neppure calcolando singolarmente le diverse serie delle grandi collezioni della Can- celleria SecretaDucale, come costituenti ciascuna un archivio, separatamente i quinquennii degli atti degli archivii mo- derni.

Aquila a teste nimbate in neizo lettere F. I. Da einlBtra a destra : /. R, JirrlUrio Omerale Oovemetivo.

Cscapo vuoto. Da deatra a sintetra: Àrekitio 0enerat Oiudiiiario Ve-

Leone stante. Da sinistra a destra: DìresioM dtW Arehirto Generale Veneto.

Aquila. Da destra a sinistra: B. Direttone dell' Archivio Generale in Fenesia.

t Piccolo, obtuogo, eormontato da aquiletta : /. S. Diretiotte dell' Archivio GeneraU in Venezia.

Stemma di casa Savctìa sormontato da oorona ; scritta da destra a siDistra : '., Anhieìo Oeneralt Veneto.

' Il Senato Veoeto, cou decr. 7 giugno 1546 [Terra, t. 3) concedo al ■invento dei Frari mi sussidio per le Bi>ese straordinarie in un captMo gene- rate al quale aEslsteraDO 1800 TraU. Tale adunanza è ricordata nella inserì- I posta sulla colonna a. deatra accosto M' l'rjanu nel tempio del Frari. * Sopra l'arco del poiio, nel chiostro di S. Antonio è la iscrizione: B. t. l9»tpk Ceeena de Pe.yuìa F. F.- MDCl XXX Villi ; ed È ripetuta sull'ar- ■la della porta del Refettorio, ove si custodiscono alcune carte del Governo Ltutriaco, ma III l'anno è: MDCLXXX7X; e sopra 1' arco de) poxzo nel cortile eU& Tr.nili', Deo uni et trino honorum omnium fonti Wagister frater An- imiiui Pitoni Venetns dedicavit anno MDCCXIV ; 1' ultimo restauro in questo ebiOBtn) è del 1864: ResUtutum anno MDCCCLXIV.

- 92 -

Dopo di aver provveduto alla conservazione degli Archivi, il governo Austriaco pensò al loro ordinamento, e nominò una Commissione, della quale, a vero dire, non v'era bisogno, quando s'aveva un profondo conoscitore degli archivi della portata del Chiodo *.

Addì 8 luglio 1828, egli trasmetteva al Governo il » suo piano sistematico per la distribuzione e collocazione di » tutti gli Archivi centrati e da centrarsi nello stabilimento » generale degli Archivi a S. M. Gloriosa delT^ron in Venezia, » con indice dei riparti , delle divisioni , sezioni e classi del- » l'Archivio suddetto ; ed indice separato degli archivi e delle » serie delle carte. »

La eccelsa Cancelleria Aulica Riunita (disp. 2 maggio 1829, n. 9700, Governo, 25 detto, n. 17913) lodava il lavoro del Chiodo con queste parole: « il piano sistematico per lo » stabilimento generale degli archivi inS.M. Gloriosa dei Frari, » ò una luminosa prova del distinto zelo e delle estese cogni- » zioni negli aflfari archiviali del direttore dell'Archivio Gene- » rale Giacomo Chiodo, e se dall'un canto, come osserva Y I. » R. Governo, lascia desiderare più semplicità, è questa com- » pensata da una singoiar chiarezza e precisione che distin- » guono questo veramente arduo lavoro. »

Jacopo Chiodo nel trasmettere al Governo l'atto di conse- gna deirUfficio a Giov. Ant. Ninfa-Priuli scriveva : « Io lascio, » Eccelso Governo, il mio Ufficio e i miei impiegati, come un » padre si stacca per sempre dal suo diletto soggiorno o dagli » amati figliuoli ; e quindi spero trovare indulgenza, se dovendo » produrmi per l'ultima volta a codesta Superiorità.,, racco— » mando tutti e ciascuno, nella coscienza che ciascuno e tutti mL

< Fu eletta dalla Cancelleria Àulica, col dispaccio 28 sett. 1821, d. 27049— 1283; era composta del Chiodo, del co. Renier Daniele cons. di Governo, presidente ; Grippa Gaetano vicedeleg. per la Delegaz. provinciale ; Luig-i nob. de Crespi vicecommiss. per la Ragionateria Centrale ; Francesco nobile Bembo I. per la Direzione del Demanio; Vincenzo Lazarì per TUfflcio fiscale centrale; Daniele nob. Barbaro per la Direz. delle Degnane.

» coadiuvarono utilmente neir erezione e sistemazione di un » tanto Stabilimento; e in modo particolare poi quelli tra loro » i quali per anzianità, per posizione d' ufficio e per dovizia » di cognizioni, più si sono adoperati nel servizio e quindi » più meritarono la mia gratitudine, e si resero degni dei ' » riguardi della Superiorità. »

Nel 14 febbraio 1848 succedeva al Ninfa-Priuli, nominato I direttore nel 21 nov. 1840, Ìl cav. Fabio nob. Mutinelli, e a questi nel 30 appile 1861 il conte Girolamo Dandolo, segre- tario di Luogotenenza.

Per consiglio del Dandolo, fu aggiunta nel 1864, all'in- segnamento paleografico, nella scuola annessa all'Archivio, ima lettura settimanale di storia veneta.

Non si deve tacere, a guarentigia degli archivisti, che negli anni 1864, 1865 e 1866, cioè .sotto la direzione de! conte Dandolo, furono eseguiti alcuni scarti,' principalmente negli archivi moderni, pei quali andarono distrutti documenti di qualche importanza.

Primo direttore (e successore al Dandolo) nominato dal l Governo Nazionale con decreto 28 marzo 1807, fu il cav, I Tommaso Gar, che assunse la direzione addì 15 aprile success. Col Decreto Reale 14 gennaio 1872 venne eletto a suc- il nob cav, Teodoro Toderini, caposezione nell' Ar- \ chivio stesso.

Il personale deli' Archivio Generale in seguito ai decreti I di S. M. il Re d'Italia 1 e 22 marzo 1868, 16 aprile 1871, I 14 gcnn. ed 11 aprile 1872, è questo: I Direttore Teodoro nob. cav. Toderini;

I Ct^ìsez-ione Bart. cav. Cocclietti (docente di paleo-

grafia) ; Segrettli f" Classe Francesco Gregolin {dirigente la Sez.!'); » 2'' » Dazio Aliprando Tadini (dirigente la Sez."" 2.'"' od economo) ; Applic. tìi t' » Luigi Pasini;

2'" » Filippo Legnani; » » Tommaso Luciani ;

- 94

AffJic. di a/' »

Giuseppe Giorno;

5" »

Carlo nob. Dalla Rovere;

4' »

Agostino Cottin ;

» »

Riccardo Predelli ;

» »

Vincenzo Padovan ;

» »

Edoardo Jàger;

» »

Augusto Negri ;

» »

Massimiliano Mazzi ;

AUiem gratuiti

Bartolomeo Calore ;

» »

Bruno TiUzzana;

» »

Pietro De Nat ;

» »

Giuseppe Gallovich ;

» »

Carlo Torresan.

( N. B. Questo primo capitolo è tratto, dagli Atti del R. Istituto

Veneto di scienze^ lettere ed artij.

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IT.

MAGISTRATI DELLA REPUBBLICA VENETA

697«1797

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I

"^7

MAGISTRATI DELLA REPUBBLICA VENETA

(697-1797).

MAGGIOR CONSIGLIO SENATO *

(numero indeterminato). (60 Senatori, 60 dell'Aggiunta,

^ Zonta yi 6 decani ottuagenari! in vita, 24 Segretari).

Doge

(Capi di XL Superiori, nel Consiglio di XL al Criminal); Consiglio minore 6 Consiglieri di Venezia; straord. Correttori della promissione ducale, 5 ; j, delle leggi e del palazzo, 5.

Collegio C 16 Savii,

^ 10 membri della Signoria,

6 Savii grandi, o del Senato ; 5 agli ordini ; Savio alla Scrittura ; y^ alle ordinanze ; cassier; ai da md ; ai ceremoniali ^)

* Neir Eccellentissimo Senato avevano ingresso i procuratori di S. Marco a vita, i Consiglieri, il Consiglio dei X, gli Avogadori attuali ed usciti ^ i Censori attuali ed usciti, i Sessanta del Consiglio di Pregadi, i Sessanta della Zonta, le Quarantie : Criminale, Civil vecchia e nuova, i Collegii dei XXV e dei XV, con voto. E senza voto, i sopra conti, i sopra dazii, i sopra offlzii, Cazude, esecutori alle acque, pompe, sopra banchi, e i dieci Savii sopra le decime.

* Nel Pien Collegio entravano oltre questi, i sei Savii del Consiglio, usciti, i 5 di Terraferma, usciti, i 5 agli ordini, usciti.

16 Savii

/

- 98 -

Straord. Leggi -— 2 soprainiendenti al sommario delle leggi del

Maggior Consiglio, del Senato, ecc. 17 1 compilatore delle leggi criminali.

assistenti. 2 aggiunti ai sopraintendenti per la riforma del

codice criminale. Cancelleria Secreta (deputato 1 segret. di Senato).

custodi. Cancellier grande. Consiglio dei Dieci. (Voci Segretario di Senato alle).

Ambasciatori (baili, nobili, segretarii e residenti presso le Corti).

(Cancellieri ducali. Cancellier grande reggente la Cancelleria ' (vicereggente Tanziano dei Segretari; 4 Segretarii del C. X.; 2 segretarii in contumacia; Segretarii deirEcc. Senato, fra i quali erano scelti i residenti presso le Corti e i leggisti, 2 cancellieri inferiori; Notai ducali ordin. e straord.).

Confini (2 provved. e sopraintendente alla Camera dei).

Consiglio dei Dieci.

Rettori e rappresentanti nello Stato (bailo, camerlengo, camerlengo e castellano, capitanio, castellano, conte e capitarne, capi- tanio e castellano, conte e provveditor general, provveditor, tesorier, miniscalco, podestà, podestà e capitanio, podestà e provveditor, rettore e provveditor, provveditor e castellano ordinario, provveditor e capitanio, provveditor estraordina- rio, consiglieri, salinier, corrieri della Serenissima Signoria).

Armamento 5 pagatori;

armar 3 provveditori;

armata provv. generale da mar;

,, in Dalmazia ed Albania.

provveditore ;

patrono delle navi;

nobili di nave;

* Il Cancellier Grande era presidente deir ùnorando Collegio dei notai.

- 99 -

armata •— goyernatori di nave;

n governador dei condannati;

capitano in Golfo;

jf estraord. delle navi;

almirante delle navi; ^ sopracomiti ;

arsenale 3 patroni;

y, 3 provveditori;

3 inquisitori;

artiglierie 3 provveditori; camere 3 provved. sopra;

esecutori delle deliberazioni del Senato, 3; fortezze (3 provved. alle); galere dei condannati (3 governatori delle); legne e boschi 3 provveditori; milizia da mar 3 presidenti; n « 1 aggiunto;

Montello (3 provveditori sopra il bosco del);

capitano alla Quizza; j, ad Alpago. Montona (2 deputati alla valle di); ruoli militari (3 inquisitori ai); (Savii agli ordini 5); Savio alle ordinanze o cernide] Tana (3 visdomini alla).

(Acque 3 esecutori;

j, 3 Savii;

j, Collegio ;

aggiunto inquisitore) ; Adige 3 provveditori; A-vogadori di Gomun, 3; * '^^Jichi (3 provved. sopra); O^^stemmia esecutori contro la); bi^Ye 3 provveditori;

«s, 2 sopraprovveditori, c^ttaver (3 officiaK al).

' Dair Avogarìa di Comun dipendevano due notai primarii, 10 altri notai, ^VToeato fiscale, e il Collegio dei pubblici Ragionati,

- 100

Censori 2;

^ aggiunto inquisitore;

Consiglio dei Dieci 10 membri; yf 4 segretarii;

V aggiunta ;

y, (camerlengo alla cassa del)

Consiglio di XL al Criminal 3 capi (scelti fra i consiglieri);

40 consiglieri; ebrei (3 inquisitori agli); esatninador (giudici dell'); feudi (3 provved. sopra); frumento a s. Marco 5 officiali;

a Rialto jf

giustizia vecchia 4 officiali,

T) 5 provveditori alla;

n nova 4 provveditori;

^ 5 soprapro weditori; inquisitori di Stato, 3; legne e boschi (3 provveditori alle); yf (t» sopraprovv. alle);

officii (3 provveditori o capi superiori sopra);

9 (3 presidenti sopra, nel Cons. di XL al criminal ; olii (3 provved. sopra); ospitale della pietà (2 deputati alF); ospitali e luoghi pii (3 provveditori sopra); pace (5 provved. alla); piovego (3 giudici del); pompe (3 provved. alle); ^ (2 sopraprovved. alle); (collegio dei VII alle); (1 di rispetto alle);

procuratori di s. Marco 3 de ultra ;

3 de citra;

3 de supra; comun 3 provveditori di;

sanità (3 provved. alla);

(2 sopraprovved. alla); (scansadori delle spose superflue); scuole grandi 3 inquisitori e regolatori; signori (officiali) di notte al civil, 6) ' ;

* Uno per Sestiere, i civili come i criminali.

- 101

signori di notte al criminal, 6;

(Voci, segretario alle 1 segretario di Senato);

(Zecca massari o stimatori all'argento e all'oro;

provveditori sopra ori e monete;

inquisitore agli ori e monete).

Auditori vecchi delle sentenze, 3;

novi, 3;

novissimi, 3; avvocati 6 per gli Uffizii di Rialto;

18 per le Corti;

2 ai prigioni;

6 ai Consigli;

siraord. Fiscali dei magistrati, num. indeterminato; della Signoria, 2 avvocati;

1 procurator; Cancelleria inferiore 2 cancellieri inferiori; (Collegio di giudicatura, XXX-XXV-XXSavii del Corpo dei XL);

Xn-XV Savii del Corpo dei XL);

( dei X poi XX Savii del Corpo del Senato); (Consiglio dei Dieci); Consiglio dei XL Civil novo 3 capi;

40 consiglieri; Consiglio dei XL Civil vecchio 3 capi;

40 consiglieri; (consultori in juré)] esaminador (3 giudici dell'); (estraordinario 5 officiali all'); forestier (3 giudici del); gastaldi ducali, 2;

leggi (3 conservatori ed esecutori delle); ministeriali di palazzo, 4; mobile (3 giudici del); (notai ducali num. indeterm.);

(offizii 3 presidenti sopra offizi nel Consiglio di XL al Criminal); petizion (3 giudici del); {piovego 3 giudici del); procurator ~ (3 giudici del); droprio (3 ?> )?

102 -

(signori di notte al oiyil);

al criminal);

straord. sindici inquisitori in Venezia, Terraferma, Istria, Di

mazia, Levante; sindico 3 sindici e giudici straordinarìi di palazzo; sopragastaldo (3 officiali al); superior, o sopratti del sopragastaldo 3.

Acque 1 aggiunto inquisitore; appuntadure (1 inquisitore alle); leccarle 4 officiali;

2 provveditori;

inquisitore, aggiunto; biave (3 provveditori alle); 2 sopraprovveditori; bolla ducale cassiere; (camere provveditori sopra); camerlenghi di Comun, 3; cazude (8 officiali alle); conti (8 provveditori sopra); crediti publici (3 inquisitori sopra T esazione dei); danari (3 provveditori sopra i); dazii (3 provved. sopra); (5 revisori e regolatori dei); (inquisitore sopra); dazio del vin (5 officiali al); decime del clero (3 sopraintcndenti alle);

10 savii sopra le decime in Rialto) ; entrade pubbliche (3 governadori delle); (1 esattore ai detti);

(3 revisori regolatori delle);

esazione del denaro publico (3 sopra la) ;

3 presidenti alle vendite;

(esecutori delle deliberazioni del Senato); straord. estraordinario (5 ufficiali all');

soprastanti al Lido;

provveditori sopra rivi, canali e piscine; messetaria (4 offiziali alla); (milizia da mar);

~- 103 -

miniere (3 deputati del G. X. alle); offizii (provveditori sopra); prowision del danaro (2 aggiunti alla); ,, (3 deputati alla);

rasati vecchie (3 officiali alle);

nove (3 esattori alle);

(3 officiali alle) Sai (4 provveditori al); Savio Gassier;

Scansadori e regolatori delle spese superflue, 3; scrittura (3 revisori e regolatori alla); tariffe mercantili (3 deputati alla regolazione delle); tavola iéìY entrada (6 offizìali o visdomini alla);

insida (3 offiziali alla); ternaria nova (6 offiziali alla);

vecchia (4 offiziali alla); Zecca (revisori e regolatori delle entradc pubbliche in);

(3 provveditori in);

proweditor agli ori ed argenti;

aggiunto al suddetto;

soprastanti alla foglia d'oro;

provveditori ai prò in e fiiori di Zecca;

depositario dei depositi dei privati;

,; (conservatori dei depositi publiei in);

(camerlengo di Gomun in);

massari o stimatori all'argento 2, ali* oro 2;

3 provveditori sopra ori e monete;

., inquisitore agli ori e monete.

Arti inquisitore;

(cattaver^ officiali al);

consoli dei mercanti, 3;

sopraconsoli dei mercanti, 4;

(consoli e viceconsoli nelle piazze mercantili);

straord. provveditori al cottimo di Alessandria, 11;

Damasco, 11;

V » n Londra, 11;

dogana da mar (6 officiali alla):

terra

fonte go dei tedeschi (5 visdomini al);

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proprio (3 giudici del); {banchi prowed. sopra); bancogiro 1 depositario; (ebrei inquisitori agli); mercanzia (5 savii alla); (comun provyeditori di).

Acque 3 esecutori; 3 savii;

15, poi 25, poi 75 del Collegio; aggiunto inquisitore. Adige 3 provveditori;